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Allarme Oms sui contagi in Ue, ‘ancora pochi vaccinati’

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Le vaccinazioni procedono ma l’Europa, ancora lontana dall’immunita’, non deve fare passi falsi ripetendo gli errori dell’estate scorsa: attenzione quindi a troppi allentamenti su viaggi, vacanze e fenomeni di massa, come gli Europei di calcio, che potrebbero innescare nuove fiammate del virus. L’allarme-appello e’ arrivato dall’Oms ma anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), mentre la presidente dell’Ue, Ursula von der Leyen, annunciava che “oltre il 50% degli europei ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino e 100 milioni di europei sono completamente vaccinati”, parlando di “progressi” verso l’ obiettivo di vaccinare il 70% degli adulti nell’Ue entro il prossimo mese. Un risultato importante ma non sufficiente, ha ribattuto l’Oms, sottolineando che la distanza da percorrere prima di raggiungere almeno l’80% di copertura della popolazione adulta e’ ancora considerevole. Bisogna stare attenti a non ripetere “l’errore” della scorsa estate quando le misure sono state allentate prematuramente, ha incalzato Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanita’. Nelle stesse ore anche l’Ecdc ha ribadito che siamo lontani dall’immunita’ e che eventi di massa, come quelli legati agli Europei di calcio, potrebbero innescare nuovi contagi se non accompagnati da misure di mitigazione. L’ultimo rapporto sulla valutazione del rischio Covid parla chiaro e sebbene rilevi un calo dei dati sull’epidemia, sottolinea che l’emergenza e la diffusione delle varianti richiedono forti misure di sorveglianza in particolare per i viaggi extra Ue. “Una gran parte della popolazione in tutta Europa rimane ancora vulnerabile al virus”, scrivono gli esperti Ue, sottolineando che al 3 giugno il 46,2% della popolazione adulta aveva ricevuto almeno una dose di vaccino e il 22,3% anche il richiamo. Una portavoce della Commissione ha comunque ricordato che “le vaccinazioni sono cruciali” e che si sta lavorando “duro con varie aziende che producono vaccini, per essere sicuri che in questo trimestre ed il prossimo siano fatte le consegne previste”. Solo cosi’, ha aggiunto l’esecutivo comunitario, ci saranno sieri “sufficienti per raggiungere questo target”. Allarmi che non lasciano indifferente Palazzo Berlaymont, spiazzato, sempre oggi, anche dopo il via libera del Parlamento europeo alla richiesta della deroga temporanea della protezione dei diritti di proprieta’ intellettuale dei vaccini anti Covid. La presa di posizione dell’Eurocamera, adottata grazie ad un solo voto di scarto, allontana le due istituzioni. Nei giorni scorsi la Commissione europea aveva infatti formalizzato la sua proposta al Wto, chiudendo nei fatti la porta alla proposta caldeggiata dagli Usa sulla revoca dei brevetti e proponendo invece il meccanismo delle licenze obbligatorie laddove la cooperazione volontaria dovesse fallire. Bruxelles aveva anche chiesto come soluzione lo stop alle restrizioni all’export di vaccini e l’impegno dei produttori ad aumentare la produzione e fornire accesso ai sieri a costi ragionevoli

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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