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Cronache

Urbano Cairo ascoltato dalla Procura di Firenzen sul caso Giletti-Baiardo svela nuovi dettagli

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Urbano Cairo, noto editore di La7 e Rcs MediaGroup, è stato convocato dalla Procura di Firenze come persona informata sui fatti nel contesto del caso Giletti-Baiardo. Mercoledì pomeriggio, Cairo è stato interrogato dal procuratore facente funzioni Luca Turco e dall’aggiunto Luca Tescaroli, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato alla chiusura del programma televisivo “Non è l’Arena”.

La trasmissione condotta da Massimo Giletti aveva dedicato alcune puntate all’inchiesta fiorentina sulle figure mandanti degli attentati mafiosi. In questo contesto, Cairo è stato coinvolto poiché il giornalista aveva affermato di essere stato contattato da Salvatore Baiardo, un ex gelataio di Omegna di origini palermitane, noto fiancheggiatore dei fratelli Graviano, boss del quartiere Brancaccio di Palermo. Baiardo, da lontano, avrebbe mostrato a Giletti una vecchia fotografia in cui compariva Silvio Berlusconi insieme ad altre due persone. Secondo Baiardo, le altre due persone erano Giuseppe Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino, mentre Giletti avrebbe riconosciuto solo Berlusconi. L’esistenza di questa foto rappresenterebbe una prova dei rapporti tra Berlusconi e Graviano, rapporti sempre negati dall’ex leader di Forza Italia.

Tuttavia, durante l’interrogatorio, Baiardo ha negato di possedere la fotografia, che non è stata trovata nemmeno durante una perquisizione avvenuta lo scorso 27 marzo. La Procura di Firenze ha richiesto l’arresto di Baiardo il 26 maggio, ma la richiesta è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari. La Procura ha presentato un’opposizione e il prossimo 14 luglio si terrà un’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Firenze per valutare nuovamente la situazione.

L’interrogatorio di Urbano Cairo rappresenta un importante passo avanti nell’indagine sul caso Giletti-Baiardo. Le autorità giudiziarie cercano di fare chiarezza su questa presunta fotografia che potrebbe avere implicazioni significative per le accuse di legami tra Berlusconi e i Graviano. L’udienza del 14 luglio sarà un momento cruciale per determinare se ci sono elementi sufficienti per avanzare con l’arresto di Baiardo.

Questa vicenda continua ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, poiché coinvolge figure di spicco del panorama mediatico e politico italiano. L’ascolto di Cairo da parte della Procura di Firenze contribuisce a gettare ulteriore luce su un caso complesso che richiede un’attenta valutazione delle prove e delle testimonianze presentate. La verità su questa fotografia e sulle sue implicazioni potrebbe avere conseguenze significative per tutti gli interessati e per il panorama politico nazionale.

Resta da vedere come si svilupperanno gli eventi dopo l’udienza del 14 luglio e se nuovi elementi emergeranno nel corso delle indagini. La Procura di Firenze sta lavorando con impegno per arrivare a una conclusione e far luce su questa vicenda che continua a tenere con il fiato sospeso il pubblico italiano. La giustizia dovrà fare il suo corso e determinare la verità dei fatti, fornendo risposte a tutti coloro che seguono con interesse questa intricata storia.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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