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Cronache

Tutte le richieste estorsive della escort al dirigente della Rai che ricattava

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Adina Manolache, una giovane donna di 30 anni, è ora ai domiciliari con l’accusa di estorsione. La sua storia si svolge nella tranquilla periferia di Labaro, alle porte della Capitale, ma il suo coinvolgimento con un dirigente della Rai ha scosso le fondamenta dell’industria televisiva italiana.

L’aspetto più sorprendente di questa vicenda è la conoscenza approfondita che Adina Manolache aveva del suo obiettivo. La giovane aveva già adescato e stava ricattando il dirigente per ben sei mesi. In un susseguirsi di messaggi, alcuni dei quali estremamente minacciosi, sembrava deridere la sua vittima, chiamandolo “direttore” con un tono privo di rispetto. Uno dei messaggi più inquietanti recitava: “Allora direttore della Rai, vediamo quanto riesci a pagare.”

La storia ha avuto inizio nel settembre 2022 quando i due si sono conosciuti su un sito di incontri online chiamato “Bakeka Incontri”. Man mano che i mesi passavano, la giovane escort ha accumulato informazioni personali sull’uomo, utilizzandole poi per minacciarlo e costringerlo a versare ingenti somme di denaro. In un altro messaggio, Adina Manolache si è spacciata per un malavitoso infuriato perché l’uomo non aveva ancora pagato quanto richiesto: “Il tempo è scaduto – gli ha scritto – puoi anche salutare i tuoi gatti e quelli di chi ti sta vicino.” Questa minaccia sembrava fare riferimento ai gatti dell’uomo, che evidentemente la escort aveva incontrato durante una visita a casa sua a Prima Porta, non lontano da Labaro.

La vicenda ha preso una piega ancora più sinistra quando il dirigente ha raccontato agli investigatori che la giovane era riuscita ad avere accesso al suo bancomat per effettuare prelievi da sola. Questo particolare potrebbe innescare ulteriori indagini della Corte dei Conti, poiché potrebbero emergere legami tra i soldi versati dall’uomo e conti aziendali o carte di credito. Nel corso di sei mesi, sono stati effettuati numerosi versamenti, anche tramite bonifici bancari, a favore dell’escort, tra i 5.000 e i 15.000 euro per volta, con motivazioni false e drammatiche come lo sfratto da casa, la malattia del figlio, il funerale della sorella e le minacce da parte di strozzini e spacciatori. In un episodio particolarmente inquietante, la giovane ha anche inviato una foto di se stessa con un coltello alla gola, affermando di essere minacciata da criminali.

La vicenda ha scosso profondamente il mondo della Rai e solleva molte domande su quanto possa essere vulnerabile un dirigente di alto livello all’estorsione. Mentre le indagini proseguono, il caso continua a tenere banco nei media italiani, mettendo in evidenza i pericoli delle relazioni online e le conseguenze devastanti che possono scaturire dalla manipolazione delle informazioni personali.

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Cronache

Omicidio Falcone, quel 23 maggio del 1992 raccontato dai testimoni

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Falcone che fuma il suo sigaro cubano in auto e che viene “rimproverato” dall’agente di scorta, Falcone che segue lavorando con la coda dell’occhio dalle telecamere del suo bunker al Palazzo di Giustizia gli agenti in servizio mentre giocano a carte. Queste testimonianze di protagonisti diretti e indiretti della strage di Capaci e i ricordi degli ascoltatori di quel terribile giorno del 1992 animeranno l’intero palinsesto di giovedì 23 maggio dell’emittente radiofonica Primaradio, che trasmette nella Sicilia Occidentale, e che vuole ricordare così il trentaduesimo anniversario della strage. Nel corso dello speciale parlano i poliziotti della scorta di Falcone, l’ex autista Giuseppe Costanza, che si salvò perché seduto nel sedile posteriore dell’auto blindata avendo lasciato la guida al magistrato, i soccorritori, giornalisti e fotografi arrivati sul luogo della strage ma anche semplici cittadini che ricordano cosa stavano facendo quel giorno in concomitanza con la strage. Giuseppe Costanza, autista del giudice Giovanni Falcone, racconta gli ultimi minuti prima dell’esplosione: “si disse che se io fossi stato alla guida il giudice Falcone, stando seduto dietro, si sarebbe salvato.

Ne sarei stato più che felice perché se Falcone fosse rimasto in vita l’Italia oggi sarebbe ben diversa. Lo dico perché la settimana prima dell’attentato, arrivando a Palermo, salendo in macchina mi disse ‘è fatta, sarò il Procuratore nazionale Antimafia, ci organizzeremo come ufficio a Palermo e ci muoveremo con un piccolo elicottero'”. Diego Bonsignore, poliziotto in pensione, ex autista di Giovanni Falcone per 4 anni, ricorda quando il giudice stava fumando un grosso sigaro cubano, lui aprì il vetro e fece notare al magistrato che stavano soffocando: “pensavo che mi avrebbe sollevato dalla scorta invece ha saputo incassare…”.

A Bonsignore viene in mente anche quando giocava con i colleghi a carte nel bunker del Palazzo di Giustizia di Palermo: “lui ci guardava dalle telecamere e quando vedeva che un collega sbagliava tutto usciva e gli diceva in dialetto non sai giocare, levaci mano”. Antonio Vassallo, allora giovane fotografo di Capaci, arrivò sul posto pochi minuti dopo l’esplosione e vide estrarre dall’auto blindata Giovanni Falcone “a cui dondolava ancora la testa” e la moglie Francesca Morvillo. A Vassallo sequestrarono il rullino della sua macchina fotografica che non è mai finito agli atti dell’inchiesta.

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Cronache

Toti davanti ai pm è giovedì 23 maggio

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Il governatore Giovanni Toti, ai domiciliari con l’accusa di corruzione e falso, verrà interrogato dai magistrati genovesi tra due giorni, giovedì 23 maggio. Al momento non è stato reso noto il luogo dell’interrogatorio che verrà condotto dai pm Luca Monteverde e Federico Manotti. Toti si era avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Faggioni, rimandando alla lettura dell’imponente fascicolo di indagine. Nei prossimi giorni verranno sentiti come persone informate dei fatti anche il sindaoc Marco Bucci e l’armatore Gianluigi Aponte.

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Cronache

San Severo, incidente alla giostra: 9 giovani

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Nove giovani, tutti minorenni e di età superiore ai 10 anni, sono rimasti feriti in un grave incidente avvenuto durante la festa patronale della Madonna del Soccorso a San Severo. L’incidente è accaduto nella serata di ieri presso il luna park di via Fortore, quando una giostra ha subito un cedimento strutturale, presumibilmente a causa del cedimento di due grossi cavi.

Il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, ha riferito nell’intervista notturna a un sito web di informazione locale che due dei feriti hanno riportato lesioni gravi e sono stati immediatamente trasportati all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Gli altri sette, con ferite più lievi, sono stati ricoverati presso gli ospedali di Foggia e San Severo.

Le autorità locali stanno attualmente conducendo accertamenti per determinare le cause esatte dell’incidente. Al momento, la priorità resta il trattamento medico dei giovani feriti e il supporto alle loro famiglie. Nel frattempo, la giostra è stata chiusa e l’area circostante isolata per permettere agli investigatori di effettuare i necessari rilievi tecnici.

 

 

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