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Cronache

Stupro a Mestre, arrestato Massimiliano Mulas: una lunga scia di violenze e nessuna misura preventiva

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Massimiliano Mulas, 45 anni, è stato arrestato a Mestre con l’accusa di aver violentato una bambina di 11 anni nell’androne di un condominio. I fatti risalgono al pomeriggio del 10 aprile: la piccola era appena tornata dalla palestra, quando è stata seguita e poi aggredita da un uomo con il volto coperto. Solo l’intervento di un condomino ha interrotto la violenza. L’aggressore si è dato alla fuga, ma è stato arrestato poche ore dopo alla stazione di Mestre. Con sé aveva abiti puliti, acquistati dopo il reato, mentre sul luogo dell’aggressione sono stati ritrovati il suo marsupio e il portafoglio con la carta d’identità.

Un passato giudiziario costellato di violenze

Mulas non è un volto nuovo per la giustizia italiana. Le prime condanne per violenza sessuale risalgono al 2002, quando tentò di aggredire una turista in Trentino. Da allora è stato arrestato e condannato in diverse occasioni, da Padova a Perugia, fino all’ultima condanna scontata nel carcere di Lanusei, in Sardegna, da cui è uscito nel 2021. Secondo il suo legale, l’avvocato Ignazio Ballai, Mulas non è mai stato dichiarato socialmente pericoloso, né gli sono state applicate misure di prevenzione una volta libero.

Le reazioni: interrogativi e proposte

Il caso ha suscitato indignazione e domande nel mondo politico e istituzionale. Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha chiesto: «Come è stato possibile?». Anche il presidente del Veneto Luca Zaia ha parlato di una falla nel sistema che ha permesso a una persona con precedenti gravissimi di continuare a colpire. Matteo Salvini ha rilanciato la proposta della castrazione chimica per stupratori e pedofili, definendola una misura già adottata in altri Paesi europei.

Il silenzio dell’indagato e le strategie della difesa

Durante l’udienza di convalida del fermo, Mulas si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale ha spiegato che intende chiedere un nuovo interrogatorio a maggio e valutare la richiesta di una perizia psichiatrica. Ha inoltre sottolineato l’intenzione di agire con il massimo rispetto per la vittima. L’obiettivo della difesa è ora analizzare a fondo gli atti dell’accusa.

Un sistema da rivedere per evitare recidive

La vicenda solleva interrogativi profondi sul funzionamento del sistema penale e sull’assenza di strumenti adeguati per monitorare soggetti con condanne gravi per reati sessuali. Massimiliano Mulas, pur essendo stato condannato più volte, è sempre tornato in libertà senza particolari restrizioni. Il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva resta centrale, ma appare legittimo chiedersi se lo Stato abbia fatto davvero tutto il possibile per prevenire l’ennesima aggressione.

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La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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Traghettopoli, tra i beneficiari dei biglietti omaggio Tirrenia anche Beppe Grillo e il figlio

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Il comico non è indagato, ma il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta genovese. Tra i beneficiari dei biglietti gratuiti concessi dalla compagnia di navigazione Tirrenia, emergono anche Beppe Grillo, suo figlio Ciro e i coetanei coinvolti con lui nella vicenda giudiziaria per il presunto stupro di una studentessa italo-norvegese nella villa sarda del fondatore del Movimento 5 Stelle. Il loro nome compare nelle carte di “Traghettopoli”, la maxi inchiesta della Procura di Genova coordinata dal pm Walter Cotugno, che indaga su un presunto sistema di favori e biglietti omaggio nel mondo dei trasporti marittimi.

Nessun indagato, ma l’ombra del privilegio

Grillo e gli altri non sono indagati, ma la loro presenza nella lista dei beneficiari rappresenta un elemento significativo dal punto di vista politico e simbolico. A far rumore è il coinvolgimento di chi, come Grillo, si è sempre presentato come il paladino della legalità e della lotta ai privilegi della casta. Il momento è delicato per l’ex comico, già ai margini del suo stesso movimento dopo la rivoluzione voluta da Giuseppe Conte, che ha preso le redini del partito.

34mila biglietti omaggio in sei anni

Secondo gli investigatori, in sei anni le compagnie del gruppo Onorato avrebbero distribuito quasi 34mila biglietti gratuiti. Un dato che, secondo la Procura, dimostrerebbe l’esistenza di un “meccanismo corruttivo impressionante”, con coinvolgimenti in diversi settori delle forze dell’ordine, delle capitanerie di porto, di almeno due magistrati e funzionari pubblici. I beneficiari ricevevano i biglietti in cambio di presunti trattamenti di favore.

Achille Onorato si avvale della facoltà di non rispondere

Nell’inchiesta è indagato anche Achille Onorato, figlio dell’armatore Vincenzo Onorato. Il giovane imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, senza che sia stata richiesta alcuna misura cautelare nei suoi confronti. Il suo nome compare accanto a quelli di dirigenti e referenti del gruppo Onorato che avrebbero avuto ruoli centrali nella gestione del sistema dei biglietti.

Il precedente: il caso archiviato a Milano

Nei mesi scorsi il tribunale di Milano ha archiviato un’altra indagine che vedeva coinvolti Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per presunto traffico di influenze illecite. L’accusa sosteneva che Grillo, tra il 2018 e il 2019, avesse girato a tre parlamentari del Movimento richieste di aiuto da parte di Onorato, in cambio di contratti pubblicitari per promuovere la compagnia Moby sul suo blog. La Procura ha infine stabilito che non c’erano elementi sufficienti per procedere.

 

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Trovata morta la 23enne scomparsa a Bologna

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E’ stata trovata morta in serata la ragazza di 23 anni di cui era stata denunciata ieri la scomparsa a Bologna. La polizia aveva avviato indagini e ricerche. Non si esclude che si tratti di un gesto volontario, ma saranno fatti accertamenti.

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