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Cronache

I dati della rivista della Polizia: nel 2018 crescono violenze sessuali e su minori

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In crescita le denunce di violenze sessuali: dalle 1.877 del 2017 si e’ passati alle 2.032 del 2018. Quelle su minori di 14 anni sono salite da 234 a 258. E aumentano anche le denunce per atti sessuali con minorenne: da 157 a 216. I dati compaiono nella rivista Poliziamoderna che sara’ diffusa domani, in occasione dei festeggiamenti per i 167 anni della Polizia di Stato. La polizia e’ attiva anche sul web per arginare la pedopornografia: 43 gli arresti e 540 le denunce nel 2018. Analizzati 33.663 siti e 2.296 spazi web illeciti sono stati inseriti nella black list per inibirne l’accesso dall’Italia. Sono stati inoltre trattati 409 casi di adescamento on line, con 6 arresti e 168 denunce. Quaranta, poi, i minori denunciati per cyberbullismo. Sono 459 i cyber-attacchi a strutture strategiche nazionali gestiti nel 2018 dalla Sala operativa del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), che ha diramato 60.777 alert lo scorso anno, promuovendo 74 indagini che hanno portato a 14 denunce ed un arresto. Dieci i denunciati per cyberterrorismo, 40.824 gli spazi web visionati per individuare contenuti di propaganda islamica: 247 sono stati rimossi. Altro fronte che ha visto impegnati i 98.521 poliziotti italiani e’ quello del contrasto al terrorismo: 24 gli arresti di persone contigue ad ambienti del terrorismo/estremismo di matrice religiosa. Sono stati invece 126 gli espulsi perche’ ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. In tutto l’anno sono state controllate 469.305 persone e 24.696 obiettivi vigilati. Per terrorismo interno gli arresti sono stati 8 e 509 le denunce. Si contano inoltre 49 arresti per estremismo di sinistra e di destra, con 2.336 denunce. Capitolo immigrazione, infine. Nelle ore immediatamente successive agli sbarchi sono state arrestate 173 persone tra scafisti, organizzatori e basisti e sequestrati 314 natanti. L’esecuzione forzata dell’espulsione ha riguardato 7.015 stranieri: 3.473 sono stati scortati fino ai Paesi di destinazione: 1.340 con voli di linea o navi e 2.133 con voli charter (tunisini il 61% dei rimpatriati).

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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