Collegati con noi

Salute

Stampata in 3D la prima pelle umana con follicoli piliferi

Pubblicato

del

Stampato in 3D il primo lembo di pelle umana dotato di follicoli piliferi, elementi tutt’altro che superflui e di fatto molto importanti per la regolazione della temperatura corporea, la guarigione delle ferite e l’assorbimento di creme e pomate. Il risultato, pubblicato su Science Advances dal Rensselaer Polytechnic Institute di New York, offre la possibilità di creare nuovi modelli di pelle su cui testare più velocemente i farmaci a uso topico (come quelli anti-calvizie). Segna inoltre una svolta nel campo dei trapianti e della medicina rigenerativa, aprendo la strada alla produzione di innesti di pelle che permettano la ricrescita di peli e capelli per un migliore risultato estetico. “Il nostro lavoro dimostra che le strutture dei follicoli piliferi possono essere create in modo altamente preciso e riproducibile utilizzando la biostampa 3D”, afferma il coordinatore dello studio, Pankaj Karande.

“La ricostruzione dei follicoli piliferi usando cellule di derivazione umana è stata storicamente una sfida. Alcuni studi hanno dimostrato che se queste cellule vengono coltivate in un ambiente tridimensionale, possono potenzialmente dare origine a nuovi follicoli piliferi o fusti piliferi, e il nostro studio si basa su questo lavoro”. I team di Karande (che in precedenza era già riuscito a stampare la pelle con vasi sanguigni funzionanti) ha fatto moltiplicare in provetta le cellule della pelle e dei follicoli, per poi utilizzarle per creare un ‘bioinchiostro’. Grazie a un ago estremamente sottile, questo inchiostro di cellule viventi è stato depositato strato dopo strato producendo un lembo di pelle contenente dei canali destinati ad accogliere le cellule dei peli. Col passare del tempo, le cellule della pelle migrano in questi canali e circondano le cellule del pelo formando una struttura follicolare simile a quelle presenti nella pelle naturale. Al momento questa pelle con follicoli stampata in 3D sopravvive dalle due alle tre settimane, un tempo non sufficiente per permettere lo sviluppo del fusto del pelo. Per questo motivo i ricercatori intendono perfezionare il risultato in modo da ottenere la piena maturazione del follicolo: per raggiungere l’obiettivo serviranno però diversi anni.

Advertisement
Continua a leggere

In Evidenza

Muovono braccia e mani 43 paralizzati con dispositivo

Pubblicato

del

Un dispositivo non invasivo in grado di stimolare il midollo spinale dall’esterno del corpo ha permesso a 43 pazienti tetraplegici, affetti da paralisi parziale o totale che coinvolge tutti e quattro gli arti e il torso, di recuperare il movimento di braccia e mani in misura maggiore rispetto alla sola terapia di riabilitazione. Lo strumento è stato messo a punto da un gruppo di ricerca guidato dal Politecnico di Losanna, e i risultati del trial clinico sono pubblicati sulla rivista Nature Medicine. Lo studio, che ha coinvolto 60 partecipanti, suggerisce che la terapia è sicura ed efficace e potrebbe quindi costituire un passo avanti per aiutare le persone a recuperare almeno in parte le loro capacità motorie e la loro indipendenza.

Alla base della tetraplegia c’è un danno al midollo spinale localizzato nella parte cervicale, la più alta, della colonna vertebrale. La conseguenza è una perdita totale o parziale della funzione delle braccia e delle gambe e la paralisi non riguarda soltanto il movimento, ma anche la sensibilità. È dimostrato che la stimolazione elettrica del midollo spinale può ripristinare le funzioni compromesse quando viene effettuata su quelle zone che contengono i neuroni coinvolti nel controllo di queste funzioni, ma spesso questi approcci si basano su procedure chirurgiche invasive per l’impianto degli elettrodi nel midollo spinale. Ne è un esempio l’importante risultato pubblicato su Nature Medicine nel 2018, ottenuto su un uomo paralizzato dal 2013 in seguito a un incidente sulle piste da sci che è riuscito a rimettersi in piedi e a camminare grazie ad uno stimolatore elettrico impiantato al di sotto del danno vertebrale.

Per cercare un’alternativa meno invasiva per i pazienti, i ricercatori coordinati da Gregoire Courtine hanno realizzato un dispositivo che invia corrente elettrica al midollo spinale attraverso elettrodi semplicemente posizionati sulla pelle. A testare per la prima volta gli effetti di questo macchinario, chiamato Arcex, sono state 65 persone tetraplegiche reclutate in diversi centri di varie parti del mondo: per tutte era passato almeno un anno dalla lesione responsabile della paralisi. I partecipanti sono stati inizialmente sottoposti per due mesi ad un programma di riabilitazione standard, seguito da altri due mesi di terapia svolta però con l’ausilio del dispositivo.

Non sono stati riscontrati problemi relativi alla sicurezza e, delle 60 persone che hanno portato a termine l’esperimento e, di queste, 43 (il 72%) hanno dimostrato miglioramenti nella forza e nella funzionalità dei movimenti di braccia e mani. Non solo: i risultati indicano anche progressi nella precisione dei movimenti che coinvolgono la punta delle dita, un parziale recupero delle sensazioni associate al tatto e miglioramenti riferiti dai pazienti per quanto riguarda la loro qualità della vita. Gli autori dello studio sottolineano, quindi, l’efficacia della terapia e suggeriscono che potrebbe essere utilizzata insieme a quelle attuali per migliorare il recupero della funzione della mano e del braccio in pazienti tetraplegici.

Continua a leggere

Salute

Nuovo sistema cardiologico robotico all’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola

Pubblicato

del

Attivato il nuovo sistema cardiologico robotico per il trattamento delle aritmie cardiache all’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola. La cerimonia di inaugurazione si è svolta oggi alla presenza tra gli altri del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Proprio il governatore ha commentato l’inaugurazione sulla sua pagina social: “È il sistema più avanzato d’Italia, il primo nel centrosud, per la cura di questa particolare patologia del cuore. Complessivamente abbiamo investito otto milioni di euro per questo intervento”.

E ancora: “Quello di Nola è un ospedale importante perché serve un’area-cerniera molta vasta del nostro territorio. Qui sono in corso ulteriori investimenti per circa 115 milioni di euro per adeguamento sismico della struttura esistente, per la nuova area per la risonanza magnetica e per la realizzazione del nuovo plesso ospedaliero che affiancherà quello attuale. È uno sforzo gigantesco quello che stiamo concretamente realizzando, per Nola, così come per tanti altri territori della Campania: da Giugliano a Sessa Aurunca, dal Ruggi a Salerno al nuovo Santobono e agli Incurabili a Napoli insieme a tanti altri interventi. Investiamo oltre 2,3 miliardi di euro per l’edilizia ospedaliera. Risorse che abbiamo conquistato perché, dopo oltre venti anni, la Regione Campania ha voltato pagina”.

Continua a leggere

In Evidenza

Ok a Neuralink per l’impianto di chip in un secondo paziente

Pubblicato

del

Neuralink di Elon Musk ha ottenuto il via libera delle autorità americane per impiantare i suoi chip in un secondo paziente. Un nuovo test, quindi, in cui la società si impegna a trovare soluzioni per i problemi riportati dal primo paziente. A Nolan Arbaugh il chip è stato impianto nei mesi scorsi. Inizialmente è stato un successo, con il ragazzo paraplegico che per la prima volta in otto anni è riuscito a comunicare con i suoi amici e a giocare ai videogiochi.

Con il passare del tempo, però, le funzionalità del chip sono diminuite costringendo Neuralink a intervenire con un aggiornamento del software che ha fatto recuperare al dispositivo alcune delle sue capacità. Neuralink spera di poter eseguire il secondo impianto in giugno, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal che parla di 1.000 persone che si sono fatte avanti anche se meno di 100 si qualificano per lo studio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto