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Solo 20 milioni di italiani immunizzati, Speranza: la sfida non è vinta

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Si apprestano a tagliare il traguardo dei 20 milioni – oltre un terzo della popolazione complessiva – gli italiani immunizzati contro il Covid. L’ultimo numero della struttura del commissario Francesco Figliuolo indica a meta’ pomeriggio 19.960.078 persone con entrambe le dosi fatte (o la dose unica). Da Palazzo Chigi fanno sapere che la campagna “procede regolarmente secondo programma”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, invita tuttavia alla prudenza: “non dobbiamo – avverte – assolutamente considerare vinta questa sfida, la partita e’ ancora tutta da giocare e l’epidemia non e’ chiusa”. Il bollettino quotidiano segnala 12 vittime e 808 positivi nelle ultime 24 ore, numeri in calo rispetto ai 22 morti ed ai 932 contagiati del giorno precedente. Continua inoltre la flessione dei ricoveri in terapia intensiva che scendono sotto quota 200 (sono 197). E sono cinque – piu’ la Provincia di Bolzano – le regioni senza alcun paziente in rianimazione per il Covid (Umbria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia). Il tasso di positivita’ e’ allo 0,57%, in leggera crescita rispetto allo 0,4% di ieri. Dati che continuano a rimanere incoraggianti, dunque. Lo stesso giorno del 2021 si erano registrati 21 vittime e 235 contagiati. “Il nostro Paese – osserva Speranza – attraversa una fase diversa, la campagna di vaccinazione prosegue in modo positivo” e questo dato “ha avuto una conseguenza molto forte. La situazione e’ cambiata positivamente”; ma, sottolinea, serve la “massima attenzione anche alla luce della presenza di nuove varianti che non ci fanno stare tranquilli”. A preoccupare e’, in particolare, la Delta, piu’ infettiva della variante inglese, al momento prevalente. “Se l’estate sara’ un tana libera tutti come l’anno scorso, accoppiata al rallentamento della campagna vaccinale e a un’espansione della Delta – e’ il monito del virologo Carlo Federico Perno, direttore dell’Unita’ di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesu’ di Roma – mi aspetto che in autunno avremo una recrudescenza di infezione”. Riguardo ai vaccini, il ministro sottolinea che “si continuano a somministrare oltre 500mila dosi al giorno”. Complessivamente sono 53.385.493 le somministrazioni, a fronte di 59.622.714 dosi consegnate (l’89,5%). Tra le fasce dei vulnerabili, restano ancora senza senza alcuna iniezione il 2,87% degli over 90, il 6,7% della fascia 80-89 anni, il 12% di quella 70-79, il 17,79% di quella tra i 60 ed i 69 anni. Si tratta di circa 2 milioni e mezzo di persone. Nella fascia dei giovanissimi, tra i 12 e i 16 anni, gli immunizzati sono 136mila (il 2,94%), mentre quelli che hanno fatto la prima dose sono 746.702 (il 16,14%). Proprio a queste due categorie (under 18 ed over 60) si punta per arrivare alla riapertura delle scuole ed all’autunno in sicurezza. Diverse Regioni sono alle prese con lo slittamento delle prenotazioni, tenendo conto dello stop di Astrazeneca e Johnson&Johnson per gli under 60 e di un calo delle forniture del 5% per il mese di luglio dei vaccini a Rna messaggero (Pfizer e Moderna). In Puglia a rimandare l’appuntamento con l’iniezione saranno solamente gli under 30 e non gli oltre 50 come in un primo momento comunicato, dopo aver appreso che Moderna consegnera’ alla Regione, fino al 15 agosto, poco piu’ di 50mila dosi in piu’ rispetto al piano iniziale. Nel Lazio la mancanza di circa 100mila dosi di Pfizer ha determinato lo stop delle prenotazioni per gli over 17 ed il posticipo della campagna per i ragazzi tra i 12 e 16 anni. Non e’ comunque in discussione, come ha ribadito piu’ volte il generale Figliuolo, la conclusione della campagna entro settembre ed il raggiungimento dell’immunita’ di gregge, con la copertura dell’80% della popolazione vaccinabile.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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