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Scontro Musk-Berlino sui migranti portati in Italia

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Nella disputa tra Italia e Germania sulle ong nel Mediterraneo entra in modo inaspettato Elon Musk, con la sua consueta vis provocatoria. Sul suo social X il controverso miliardario se l’è presa con il governo tedesco, reo di finanziare navi civili che poi “scaricano” i migranti in Italia. Un attacco su cui Berlino non è voluta passare sopra, rispondendo a tono: le ong “salvano vite”. Il caso è nato dopo che Musk ha ritwittato un video di un profilo che si localizza a Genova, ‘RadioGenoa’, in cui si mostra un’operazione di salvataggio in mare. Nel testo si afferma che “attualmente nel Mediterraneo ci sono 8 navi di Ong tedesche che raccolgono immigrati clandestini da scaricare in Italia”.

Organismi “sovvenzionati dal governo tedesco”, aggiunge l’account, concludendo il post con un inequivocabile segnale di vicinanza all’estrema destra: “Speriamo che Afd vinca le elezioni per fermare questo suicidio europeo”. L’accusa lanciata a Berlino di mettere in difficoltà l’Italia con un piano prestabilito, anche a fini elettorali, per Musk viene ritenuta più che plausibile, tanto da commentare il video del salvataggio dei migranti con un interrogativo polemico: “L’opinione pubblica tedesca è al corrente di tutto ciò?”. Un retweet con milioni di visualizzazioni. A quel punto, il governo tedesco ha deciso di replicare.

La risposta alla domanda di Musk è stata “sì, e si chiama salvare vite”, come si legge sull’account in inglese del ministero degli Esteri tedesco. Proprio nel giorno dello scontro con la Germania il patron di Tesla ha fatto irruzione nel dibattito sull’emergenza immigrazione anche negli Stati Uniti, volando al confine con il Messico e incontrando le autorità locali per avere un quadro della situazione. La sua ricetta, “consentire l’ingresso a chi lavora duro, con onestà e può contribuire agli Stati Uniti”. Salvo poi precisare che se il governo non agirà presto sui flussi senza controllo si rischia il “collasso dei servizi sociali”. Un tema, quello dell’immigrazione, che Musk (a cui vengono attribuite simpatie politiche di destra) potrebbe aver deciso di cavalcare con un sguardo al voto per la Casa Bianca del 2024. In chiave pro-repubblicani, che sui profughi sono alfieri della linea dura.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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