Collegati con noi

Cronache

Asaps, 52 ciclisti morti dall’inizio dell’anno in Italia

Pubblicato

del

Sono 52 dall’inizio dell’anno – 48 uomini e quattro donne, 12 nelle prime tre settimane di aprile – i ciclisti morti sulle strade italiane secondo i dati dell’Osservatorio Asaps-Sapidata, forniti dall’Associazione sostenitori della Polizia stradale, che ha sede a Forlì. In tutto il 2023 erano stati 197. A gennaio i decessi sono stati 18, a febbraio 7, a marzo 15. Ventinove vittime avevano più di 65 anni. Per quanto riguarda le regioni, il Veneto ha registrato 9 decessi, la Lombardia 8, l’Emilia-Romagna 7, la Campania 5.

Advertisement

Cronache

La scomparsa della tennista Camila Giorgi, ora la cerca anche il fisco italiano

Pubblicato

del

La tennista italo-argentina Camila Giorgi, 33 anni, originaria di Macerata, irreperibile da giorni e il cui nome risulta tra le giocatrici ritirate nella lista dell’Itia, sarebbe coi suoi familiari oggetto di accertamenti fiscali da parte della guardia di finanza, che nei giorni scorsi avrebbe tentato di notificarle degli atti senza riuscire a rintracciarla.

Secondo il sito del Corriere della Sera la tennista potrebbe aver lasciato l’Italia ed essersi trasferita all’estero mentre risulterebbero accertamenti tributari disposti dalla procura di Firenze, come spiega il quotidiano.

La famiglia ha una villa a Calenzano, vicino a Firenze, città nella quale nel settembre 2021 lanciarono un brand della moda, Giomila. E’ la stessa dimora dove lo stesso anno, a giugno, fu perpetrato un furto notturno con un bottino di almeno 80.000 euro, mentre dormivano tutti, la campionessa, i suoi genitori, il padre argentino e la madre italiana, il fratello.

Continua a leggere

Cronache

De Luca rincara la dose con Don Patriciello: non ha monopolio lotta alla camorra e stop alla politica politicante

Pubblicato

del

Il vescovo Angelo Spinillo e la Diocesi di Aversa dichiarano piena vicinanza a don Maurizio Patriciello, e, si legge in una nota, “contestano la gravità del giudizio e delle parole espresse nei confronti della sua persona dal presidente della Regione Campania nel corso del settimanale appuntamento tenuto dallo stesso De Luca in streaming”. Le parole ed il giudizio che . De Luca ha voluto esternare nei confronti di Maurizio Patriciello, prosegue la nota, “hanno generato notevole sconcerto. Se da esse, infatti, emerge la determinata volontà di polemizzare con altre presenze istituzionali o con altre formazioni politicamente considerate avversarie, non si comprende il senso del giudizio sulla persona e sull’azione pastorale di un sacerdote nell’ordinario contesto della Parrocchia in cui opera e che, per le gravi minacce di cui è stato oggetto dalla malavita camorristica, è costretto a vivere sotto scorta”. “Pensiamo che in nessun modo si possa accettare il ridurre a mero spettacolo quella che è l’attenzione di un sacerdote alla vita del suo popolo e, di conseguenza, anche il cercare possibili e rispettose forme di dialogo con tutte le Istituzioni preposte, di ogni ordine e grado. Mentre esprimiamo sincera preoccupazione per quanto questo accaduto può significare in ordine al livello del dibattito civile e del confronto politico, auspichiamo che la comune attenzione al bene comune di tutti i cittadini possa prevalere e superando la banalità dei personalismi permetta all’intera società di respirare più ampia speranza di vitalità e di giustizia nella partecipazione al cammino comune”, conclude la nota.

Don Maurizio Patriciello reagisce alle parole di De Luca: una pugnalata al cuore

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non pago della scia di polemiche provocata dalle sue parole, in una nota ha voluto precisare che “quanto a don Patriciello va detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra”.  Per De Luca “ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta. Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

“Siamo impegnati oggi – precisa De Luca . in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro”.

 

Continua a leggere

Cronache

Don Maurizio Patriciello reagisce alle parole di De Luca: una pugnalata al cuore

Pubblicato

del

Don Maurizio Patriciello, noto per il suo impegno contro la camorra e per il suo ruolo di guida spirituale nella comunità di Caivano, ha espresso forte disappunto in seguito alle recenti dichiarazioni del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Durante una diretta social, De Luca aveva fatto riferimento a Patriciello in termini poco lusinghieri, definendolo “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta”. Queste parole hanno colpito duramente il sacerdote, che vive sotto scorta da anni a causa delle minacce ricevute dalla criminalità organizzata.

In un’intervista rilasciata ai microfoni della Tgr Campania e ripresa su Radio24, Patriciello ha descritto il commento di De Luca come “una pugnalata al cuore”, sottolineando come tali osservazioni possano avere ripercussioni gravi, specialmente per qualcuno nella sua situazione. “Se mi avesse insultato un nemico lo capirei,” ha spiegato Patriciello, “ma da una figura politica di tale rilievo, queste parole sono totalmente fuori luogo.”

Il prete ha inoltre manifestato preoccupazione per il possibile impatto di queste affermazioni sulla sua sicurezza, temendo che possano incoraggiare ulteriori azioni da parte della camorra. “Mi preoccupa che queste parole possano dire ai camorristi ‘avete fatto bene'”, ha dichiarato il sacerdote, evidenziando la gravità del rischio che corre quotidianamente.

Nonostante l’amarezza, Patriciello ha trovato conforto nella solidarietà espressa da alcuni leader politici, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e ha espresso il desiderio che anche altre figure politiche, come Elly Schlein e Giuseppe Conte, mostrino il loro sostegno. La solidarietà, ha sottolineato, è essenziale per chi si trova in prima linea nella lotta contro il crimine e l’emarginazione.

Don Patriciello ha ricordato come il suo impegno sia sempre stato apolitico, rivolto al benessere della sua comunità e al sostegno delle autorità statali nel contrasto alla criminalità organizzata. La sua partecipazione a un convegno a Montecitorio, invitato non dalla Meloni ma dal commissario di Caivano, era in questa direzione, mirata a riportare lo stato in un’area dimenticata.

In conclusione, il sacerdote ha esortato il governatore De Luca a riconsiderare il peso delle sue parole e le implicazioni che queste possono avere, non solo per la sua sicurezza personale ma per l’intera comunità che cerca di proteggere. Don Patriciello ha chiuso l’intervista con un appello alla responsabilità e alla maturità politica, sperando in un futuro dove il dialogo possa prevalere su attacchi personali e politici.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto