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Schlein contrattacca, mettevi comodi è solo l’inizio

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Avanti tutta “è solo l’inizio”. Elly Schlein sceglie una diretta Instagram per mettere un freno alle polemiche – interne ed esterne al Pd – che stanno creando il caos tra i Dem dopo la brutta sconfitta alle elezioni amministrative. La segretaria del Pd è secca nei termini ed efficace nella comunicazione: c’è bisogno di chiudere subito una scia di veleni che potrebbero affievolire la potenza di guida del partito a soli tre mesi dalle primarie. “Il cambiamento non è un pranzo di gala. Mettetevi comodi, abbiamo un lavoro lungo da fare. Noi non ci fermiamo. Abbiamo da ricostruire una prospettiva dando speranza al Paese. Facciamolo tenendo botta”, assicura in una breve diretta sul social nella quale garantisce che c’è tanto da fare per l’Italia e per quanti non si riconoscono nelle posizioni della maggioranza. Il contrattacco della segretaria era necessario perchè il fuoco di fila delle critiche non si ferma e in molti continuano a spingere sul “massimalismo” di Schlein che non porterebbe un ritorno in termini di consensi. Da fuori oggi è stato un ex del partito, Matteo Renzi, a sparare a raffica: “sulle amministrative c’è ben poco da dire.

La linea massimalista di Elly Schlein fa vincere le primarie, ma fa perdere le elezioni. I riformisti battano un colpo, se sono capaci di farlo. Perché l’alternativa a Giorgia Meloni o sarà riformista o non sarà. E credo che ormai questo sia chiaro a tutti”, ha scritto pungente nella sua e-news. Che tra i dem ci sia preoccupazione non è un segreto come è chiaro che la corposa area moderata stia vivendo questi mesi con fastidio. Anche se c’è chi la difende, come Enrico Franceschini (“lasciamola lavorare libera, non bisogna ingabbiarla”), la segretaria entra da oggi in una lunga corsa che sembra chiara avere una data precisa per l’esame da dentro o fuori: le elezioni europee del giugno 2024. Un anno per vincere e convincere. E per ricostruire uno straccio di unità a sinistra della maggioranza. Anche se i risultati del Movimento cinque stelle alle elezioni amministrative sono stati disastrosi, Giuseppe Conte sembra voler allontanare ancora di più la strada dell’alleanza con il Pd.

Lo spiega oggi Stefano Patuanelli ribadendo che “alla caduta del governo Draghi è seguito un tentativo del Pd di distruggerci. Ora è difficile ricostruire un rapporto di fiducia che agisca sui progetti. Lo ripeto, serve tempo”. Ma di tempo non ce n’è tantissimo e anche oggi un voto sulla depenalizzazione della maternità surrogata in commissione Giustizia alla Camera – proposto in due emendamenti da +Europa – ha confermato due cose: la prima che il Pd ha votato “No” con la maggioranza mentre l’M5s ha votato a favore della depenalizzazione; la seconda dimostra invece come all’interno del Pd le posizioni di molti (in questo caso su un tema etico di forte impatto) siano distanti da quelle della segretaria. Elly Schlein, solo poche settimane fa aveva spiegato sia la sua posizione sia i “sentiment” della maggioranza del partito sul tema: “ho sempre espresso di essere favorevole alla gestazione per altri, ma non abbiamo inserito questo tema nel programma della mozione in cui ci sono diverse sensibilità”. Ci pensa infine un padre nobile come Romano Prodi a misurare la temperatura interna del partito: “il risultato di Elly Schlein “in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltretutto spingerà la destra ad aumentare la ‘presa’ sul Paese”. Basterà, come ha fatto oggi Schlein, attaccare il governo sul caro-affitti, sulle munizioni pagate con il Pnrr e sul Commissario per le zone alluvionate?

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De Luca, in questi anni lavoro immane come nessuno in Italia

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“In questi anni abbiamo fatto un lavoro immane. In alcuni settori, siamo partiti da zero. Nel settore dell’ambiente, ci siamo liberati dell’onta dell’emergenza rifiuti. Abbiamo bonificato le discariche. Stiamo smaltendo le ecoballe che erano lì da decenni grazie ai nuovi impianti di Giugliano e Caivano. Entro l’anno sarà eliminata la sanzione europea che abbiamo dovuto pagare per l’emergenza rifiuti”. Lo scrive sui social il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, a due giorni dai duri attacchi rivolti al Pd nell’ultima giornata della Festa dell’Unità di Napoli.

“E poi la cultura. Le politiche sociali. Abbiamo aiutato la povera gente. Finanziamo l’apertura pomeridiana e serale di oltre 450 istituti scolastici. Col piano per il lavoro abbiamo dato un posto a tempo indeterminato a 3mila giovani. Si può fare sempre meglio, sempre di più, ma bisogna essere veramente dei farabutti per non avere rispetto per questo lavoro che non ha fatto nessuno in Italia”, conclude De Luca.

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Ustica: Amato ascoltato in audizione dal Copasir

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L’ex premier Giuliano è stato ascoltato oggi dal Copasir. L’audizione è durata due ore. Al centro della convocazione il caso Ustica, dopo l’intervista di un mese fa in cui Amato aveva accreditato la pista francese per l’abbattimento del Dc9.

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Meloni “basita” da Catania, scontro con la magistratura

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E’ di nuovo scontro aperto fra Palazzo Chigi e i magistrati. Questa volta Giorgia Meloni affida ai social, anziché alle “fonti” anonime che tante critiche hanno sollevato a inizio estate, la sua irritazione davanti alla sentenza di Catania con cui la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini ritenendo le nuove regole, appena varate dal governo, in contrasto con la normativa europea. Ma di fronte alle parole della premier, “basita” per la sentenza dalle motivazioni “incredibili”, prima l’Anm e poi 10 togati del Csm si schierano a difesa della collega, finita nel mirino anche di tutto il centrodestra che vuole portare il caso in Parlamento.

Mentre le opposizioni condannano l’ennesimo “scontro istituzionale”, oramai, secondo i Dem, “anticamera dell’eversione”. Accanto alla giudice si schiera fin da subito l’Associazione nazionale magistrati di Catania (cui si affianca anche l’Anm di Milano), che definisce Apostolico “persona perbene” e osserva che “il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”. Mentre la stessa giudice si chiama fuori dalle “polemiche” perché la questione è giuridica, e “impugnabile” e non deve essere trasformata in una “questione personale”. Si tratta di una “grave delegittimazione professionale” fanno intanto quadrato i consiglieri del Csm che hanno avviato una raccolta di firme a tutela della giudice di Catania, che secondo la premier si è “scagliata” contro un provvedimento del governo “democraticamente eletto”. Non si ferma lì, Meloni, che torna a puntare il dito contro quel “pezzo di Italia”, non meglio identificato, che “fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.

Senza contare gli “altri Stati” che “lavorano nella direzione diametralmente opposta” a quella del governo italiano, impegnato a fronteggiare gli sbarchi illegali. La premier, che finora non si era espressa sulla vicenda, scrive su tutti i suoi social di primo mattino. Mentre a Pozzallo il Cpr si sta svuotando proprio in conseguenza di quella sentenza. E ad alimentare la reazione muscolare di governo e maggioranza – mentre al ministero dell’Interno stanno studiando gli estremi per il ricorso in Cassazione – contribuisce anche la ricostruzione del Giornale di alcuni post contro Matteo Salvinicondivisi sulla bacheca Fb della giudice che avrebbe poi cancellato il suo profilo. Una chiusura “a orologeria”, attacca la responsabile migranti di Fdi Sara Kelany, preannunciando una iniziativa (ancora si sta valutando tra gli strumenti a disposizione dei parlamentari se procedere con una interrogazione, una interpellanza urgente o altro) per capire “se siano stati travalicati i limiti” fissati dalla Costituzione che “impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale”.

La Lega annuncia intanto una “interrogazione al ministro della Giustizia” Carlo Nordio, “alla luce di quanto letto sui giornali”. “Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese”, risponde a caldo Elly Schlein, additando il governo di cercare “un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità”. E le sue parole, le fa eco il capogruppo al Senato Francesco Boccia, “fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che dice interverremo sulla magistratura. Questo è l’anticamera dell’eversione”. E’ “così, scagliandosi contro migranti e giudici, che Polonia e Ungheria si sono poste fuori dallo Stato di diritto”, incalzano anche da +Europa, mentre Giuseppe Conte sottolinea i “bluff” della premier che di fatto ha “fallito” sulle politiche migratorie.

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