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Politica

Rocca: De Angelis parla a titolo personale, valuterò

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Resta per il momento al suo posto, Marcello De Angelis, l’ex estremista di destra e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, finito nella bufera dopo il post su Fb con cui ha sconfessato la matrice neofascista della strage di Bologna, sostenendo l’innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciarvardini. Il presidente della Regione, Francesco Rocca – sollecitato da tutta l’opposizione a far dimettere De Angelis – prende invece tempo, annunciando che “valuterà” nei prossimi giorni dopo averlo incontrato: “ha parlato a titolo personale”. Né, tantomeno, un passo indietro arriva dal diretto interessato, che con un nuovo post sempre su Facebook ha ribadito la sua posizione. “Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso”, ha affermato De Angelis. Parole che hanno spinto molti nell’opposizione ma anche nelle associazioni e tra le sigle sindacali a chiedere un intervento della premier Meloni. L’intervento di Rocca è arrivato al termine di una giornata ad altissima tensione.

“De Angelis ha parlato a titolo personale mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti” dice il presidente della Regione Lazio sottolineando che “si è espresso sulla sua pagina Fb da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale”. Dunque, “essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo aver incontrato De Angelis”. Ma Rocca non si è limitato a stoppare le richieste di dimissioni di De Angelis, dicendo la sua sulle stragi. Quello di Bologna, sottolinea, è “l’episodio più straziante” con cui si voleva “sovvertire l’ordine democratico e i valori costituzionali” in una stagione che rappresenta “una ferita ancora aperta”. E poi aggiunge: “le sentenze si rispettano”, ma “il rispetto per le sentenze non esime dalla capacità e volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati”.

Rocca si è detto, comunque, “convinto” che chi “rappresenta le Istituzioni abbia il dovere di denunciare, in prima battuta, l’orrore per il gesto e rispettare il dolore per le vittime, esprimendo solidarietà ai familiari e condannando la violenza”. Una presa di posizione che era stata sollecitata da più parti, a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein che però chiedeva tutt’altro. Le parole di De Angelis sono “ignobili”. “Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio – ha detto la leader del Pd – sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia”. Per il Pd, comunque, “la verità sulla strage di Bologna non si cancella e chi non riconosce la matrice fascista non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di alcun tipo. Vale per tutte e per tutti, anche per il Presidente della Regione Lazio.

Rocca allontani De Angelis o faccia un passo indietro”. Il M5S, in una nota del Gruppo alla Regione Lazio, afferma che “negare la matrice neofascista della strage e una verità giudiziaria che diverse sentenze hanno appurato è già di per sé grave, diventa gravissimo quando a scrivere tali affermazioni è il portavoce del presidente della Regione Lazio”. Dal canto loro gli organizzatori del “Panta Festival 2023”, festival in corso a Montauro (Catanzaro), hanno annullato, dopo una sollecitazione arrivata del Comitato provinciale dell’Anpi, un evento previsto per domenica sera e a cui doveva prendere parte De Angelis. “Al fine di evitare ogni polemica e strumentalizzazione di alcun genere, l’evento previsto è annullato. Continuiamo a credere nel valore del pluralismo e rifiutiamo ogni accostamento ad ogni estremismo di qualsiasi estrazione o colore”, spiegano gli organizzatori. A sostegno dell’ex terrorista nero è, invece, intervenuto Gianni Alemanno su Fb condividendo il post e aggiungendo: “il coraggio di Marcello De Angelis sulla Strage di Bologna”.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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