I sediari arrivano a Santa Maria Maggiore e inclinano la bara di Francesco, quasi come un saluto, davanti alla Salus Populi Romani. Ogni volta, prima di partire per un viaggio, il Papa si affidava alla Madonna cara ai romani e così anche il viaggio di oggi in qualche modo finisce con questo affidamento. E’ l’ultima immagine di una giornata commovente che ha visto 400mila persone, 200mila a Piazza San Pietro e dintorni e 150mila lungo il percorso fino a Santa Maria Maggiore, dare l’ultimo saluto al Papa. Ci sono i grandi della terra e gli ultimi, ci sono gli anziani e gli scanzonati ragazzi del Giubileo. C’è suor Ana Rosa Sivori, la cugina arrivata dalla Thailandia, e gli amici di Buenos Aires; e ancora re e regine del mondo.
SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Attorno a quella semplice bara di legno, con una croce bianca e lo stemma episcopale, ci sono proprio “todos, todos, todos”, “tutti, tutti, tutti”, come ripeteva Francesco sognando fino all’ultimo giorno una Chiesa con le braccia sempre aperte. Tanta gente poi lo piange perché sa di avere perso una voce instancabile per la pace. Per questo i fedeli applaudono a lungo quando il cardinale Giovanni Battista Re lo ricorda nell’omelia: “Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace” perché la guerra, proprio come ripeteva Bergoglio, “è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”. E ai funerali del Papa della pace il mondo assiste ad un faccia a faccia, in basilica, una specie di ultimo miracolo del Papa, tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky; “un incontro produttivo”, fanno sapere i protagonisti.
JAVIER MILEI PRESIDENTE ARGENTINA, GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Dopo l’argentino Javier Milei, il posto d’onore è per la delegazione italiana, guidata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, e dalla premier Giorgia Meloni. Ma, tra gli italiani, ci sono anche Mario Draghi, alcuni leader dell’opposizione, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil a rendere l’ultimo omaggio al Papa argentino. Il funerale dura un paio d’ore: il rito era stato snellito dallo stesso Francesco in previsione dell’arrivo di questo giorno. Ma è stata in ogni caso una celebrazione solenne e commovente, con la processione della bara portata dai sediari, le litanie dei santi, il canto in greco delle Chiese orientali, letture e preghiere lette in tante lingue.
FUNERALE PAPA FRANCESCO
A rompere il ritmo millenario della liturgia sono solo gli applausi, lunghi e sentiti. Un modo semplice di salutare quel Papa che ha aperto i cuori anche di molti non credenti. Alla fine del funerale il feretro di Francesco viene portato in basilica e poi fuori dalla Porta della Preghiera, quella che ha utilizzato fino a domenica per entrare e uscire dalla basilica, la più vicina a Casa Santa Marta dove ha abitato per dodici anni. La bara è sistemata sulla papamobile perché Francesco oggi si è congedato definitivamente dal Vaticano per essere sepolto fuori, come non accadeva da oltre un secolo (l’ultimo era stato Leone XIII) e comunque poche volte nella storia. Il suo feretro è stato trasportato proprio con una di quelle auto dalla quale ha salutato le folle, bevuto mate, baciato bambini, a Roma ma anche in tante città del mondo visitate nei suoi 47 viaggi apostolici.
FUNERALE PAPA FRANCESCO
EMMANUEL MACRON PRESIDENTE FRANCIA E LA MOGLIE BRIGITTE
KEIR STARMER PRIMO MINISTRO INGLESE E LA MOGLIE VICTORIA
WILLIAM, PRINCIPE DEL GALLES
JAVIER MILEI PRESIDENTE ARGENTINA, GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA E LA SIG.RA LAURA
GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
URSULA VON DER LEYEN PRESIDENTE COMMISSIONE EUROPEA
JOE BIDEN EX PRESIDENTE USA CON LA MOGLIE JILL
FUNERALE PAPA FRANCESCO
Ad attenderlo sulla porta di Santa Maria Maggiore c’è un gruppo di suoi amici, una quarantina di persone, tra senzacasa, migranti, disoccupati, che lo aveva incontrato più volte, aveva ricevuto un aiuto materiale ed una parola di speranza. Ora hanno tutti una rosa bianca in mano per l’ultimo saluto. Da domani Santa Maria Maggiore aprirà a tutti i fedeli per coloro che vorranno dire una preghiera sulla tomba di Francesco. Da lunedì invece riprendono le riunioni pre-conclave per disegnare il futuro della Chiesa e cominciare ad individuare il suo possibile successore.
Spara alla compagna e poi si toglie la vita: dramma a Volla, gravissima una 31enne
Ilaria Capezzuto, 34 anni, ha sparato a Daniela Strazzullo e poi si è suicidata con la stessa pistola. Indagini in corso su un contesto segnato da precedenti penali e legami familiari con ambienti criminali.
Un tentato omicidio seguito da suicidio è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì tra il quartiere Ponticelli di Napoli e il vicino comune di Volla. A sparare, con l’intento di uccidere la compagna, è stata Ilaria Capezzuto, 34 anni, che si è poi tolta la vita con la stessa arma, una pistola calibro 9 illegalmente detenuta.
La vittima del tentato omicidio è Daniela Strazzullo, 31 anni, attualmente ricoverata in condizioni critiche all’Ospedale del Mare. La donna è stata trovata dai carabinieri seduta alla guida di una Renault Captur, ferma sul ciglio della strada, gravemente ferita alla testa ma ancora viva.
L’allarme, i rilievi, le indagini
I militari della Compagnia di Torre del Greco e del Nucleo investigativo di Torre Annunziata sono intervenuti sul posto dopo una telefonata al 112. A poca distanza dall’auto, già nel territorio del comune di Napoli, giaceva Ilaria Capezzuto, morta, con accanto la pistola.
Dopo un primo esame investigativo, è stato escluso il coinvolgimento di terzi: gli elementi raccolti indicano con chiarezza una tragedia a sfondo passionale, culminata in un gesto estremo.
Il contesto: precedenti, tensioni e legami familiari
Secondo quanto emerge dalle prime informazioni, Ilaria Capezzuto, già nota alle forze dell’ordine per piccoli precedenti, avrebbe agito per motivi sentimentali. Daniela Strazzullo, la donna ferita, è legata da vincoli familiari a un presunto appartenente alla malavita della zona della Torretta. In passato, alcuni familiari avrebbero gestito un lido abusivo sul lungomare di Napoli.
Nel 2022, la stessa Strazzullo fu protagonista di un’aggressione contro le forze dell’ordine che tentavano di impedirle la vendita illegale di bevande in spiaggia.
Le indagini e i prossimi accertamenti
L’inchiesta è ora nelle mani di due procure: quella di Nola per il tentato omicidio e quella di Napoli per il suicidio. Sono stati disposti:
il sequestro della salma di Ilaria Capezzuto per l’autopsia;
il sequestro dell’auto a bordo della quale è avvenuto il ferimento;
accertamenti balistici sull’arma da fuoco calibro 9.
Una coppia omogenitoriale di Pesaro potrà adottare un secondo figlio nato tramite gestazione per altri (Gpa) all’estero, nonostante l’approvazione della legge che ha reso la Gpa un reato universale, perseguibile anche se compiuta fuori dai confini italiani. Lo ha stabilito con una sentenza storica il Tribunale per i minorenni di Ancona, che ha accolto l’istanza presentata dalla coppia, composta da due liberi professionisti di 30 e 40 anni.
Il caso e il contesto giuridico
La coppia aveva già ottenuto l’adozione del primo figlio nel 2023, nato con la stessa procedura negli Stati Uniti. Il nuovo procedimento si è svolto in un contesto giuridico più delicato, poiché la nuova legge – approvata il 16 ottobre 2023 – considera la Gpa reato anche se realizzata all’estero. Tuttavia, i giudici hanno ribadito un principio chiaro:
«Il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo».
L’adozione e la tutela del minore
La sentenza sottolinea che una discriminazione del bambino in ragione delle scelte degli adulti si tradurrebbe in una violazione del principio di uguaglianza. La motivazione richiama una recente pronuncia della Corte di Cassazione:
«Il minore, parte debole e priva di responsabilità, deve essere tutelato… e l’interpretazione deve essere improntata a un senso di umanità».
Il secondo figlio della coppia è nato negli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore della legge, quindi – come spiegato dalla legale Claudia Fabiani, che ha assistito la coppia – i genitori non sono penalmente perseguibili. L’adozione è stata avviata a dicembre 2023 ed è ora pienamente riconosciuta.
Una decisione che guarda al futuro
«Il tribunale ha scelto di riconoscere, da un punto di vista civile, il diritto del minore alla bigenitorialità, anche se i genitori sono due papà», spiega l’avvocatessa Fabiani.
La sentenza è definita «acuta» e fondata su «una mentalità aperta» che mette al centro il superiore interesse del bambino:
«Un neonato non può mai essere considerato un disvalore… il diritto del minore ad avere una famiglia e due genitori che lo riconoscano sotto ogni punto di vista è fondamentale».
(Le persone presenti nell’immagine in evidenza sono generate artificialmente e non esistono nella realtà. Si tratta di volti sintetici creati dall’intelligenza artificiale esclusivamente per illustrare l’articolo. Non raffigurano individui reali o identificabili).
Scioglimento dei Comuni per mafia: 401 casi dal 1991, la Campania tra le regioni più colpite
Il rapporto di Avviso Pubblico presentato a Napoli: il 96% dei provvedimenti concentrato in Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Elezioni e lavoro le leve del potere criminale.
In Italia, dal 1991 al 19 aprile 2025, sono stati 401 i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. In media, uno al mese per oltre trent’anni. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Avviso Pubblico, presentato oggi a Napoli, che traccia un quadro preciso e allarmante della penetrazione delle organizzazioni criminali nelle amministrazioni locali.
Quattro regioni nel mirino: il 96% degli scioglimenti
Il fenomeno si concentra quasi interamente in quattro regioni: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, dove si registra il 96% degli scioglimenti totali. La maggior parte dei Comuni colpiti ha meno di 20.000 abitanti: il 72% dei casi, a dimostrazione di come le mafie puntino alle realtà più piccole e vulnerabili per costruire consenso e controllo del territorio.
Campagne elettorali sotto scacco
In quasi tutte le relazioni analizzate, si evidenzia il coinvolgimento diretto dei clan nelle campagne elettorali. Le modalità sono molteplici:
Intimidazioni contro altri candidati
Liste sottoscritte da soggetti contigui alle mafie
Richieste di appoggio ai clan da parte di candidati stessi
Scambi di favori legati ad assunzioni e occasioni lavorative
L’obiettivo delle organizzazioni è chiaro: assicurarsi rapporti privilegiati con chi andrà ad amministrare, per ottenere vantaggi economici e controllo sociale.
La Campania: 124 scioglimenti, 6 solo negli ultimi due anni
La Campania è la seconda regione per numero di scioglimenti, con 124 Comuni commissariati dal 1991 a oggi. Solo nel 2025 sono già due i casi registrati: Poggiomarino e Caserta. Nel 2024 furono quattro:
Quindici e Monteforte Irpino (provincia di Avellino)
Calvi Risorta (Caserta)
Melito (Napoli)
Particolarmente significativo è il caso del Comune di Quindici, sciolto quattro volte per infiltrazioni camorristiche dal 1983 a oggi: un record che evidenzia la fragilità istituzionale e il radicamento del potere criminale.