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Resta l’ergastolo ostativo, rinviata la riforma Cartabia

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Il governo ‘salva’ l’ergastolo ostativo su cui pendeva la pronuncia di incostituzionalità della Consulta, attesa per l’8 novembre e rinvia al 30 dicembre la riforma Cartabia sulla giustizia penale per affrontare le criticità segnalate dai 26 procuratori generali. Riforma per la quale parte la corsa contro il tempo. Rappresenta infatti una delle milestone del Pnrr e dovrà entrare in vigore entro la fine dell’anno per garantire il rispetto delle scadenze e degli impegni presi con l’Europa. E’ sicuro che si farà in tempo il nuovo ministro della Giustizia Carlo Nordio .”Questo rinvio non ha nessun impatto negativo sul Pnrr, anzi. Avremmo corso il rischio, dando attuazione immediata alla riforma, che per l’incompatibilità con le risorse disponibili, fosse inapplicabile. In questi due mesi avremo la possibilità di capire meglio le problematiche e di intervenire per la loro soluzione”, assicura nella conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Cdm, spiegando che il governo ha “accolto il grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell’applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione”. Senza lo slittamento “ci sarebbe stato un sovraccarico intollerabile per gli uffici giudiziari” e sarebbe stata problematica la gestione della norma della riforma che ha fatto diventare una serie di reati, a partire dal furto e dalla truffa, procedibili solo a querela: con poche risorse disponibili, montagne di fascicoli da esaminare per accertare i reati ancora pendenti e i detenuti che stanno espiando una pena “che non avrebbe più ragion d’essere con il reato diventato improcedibile”. Sarà una task force composta dai vertici di tutti i dipartimenti del ministero della Giustizia coinvolti a occuparsi di perfezionare le misure organizzative già avviate e assicurare adeguati supporti tecnologici, per garantire agli uffici giudiziari le migliori condizioni per una piena, tempestiva ed efficace applicazione della riforma e a valutare l’adozione di ulteriori norme transitorie. E’ una “giornata importante per la giustizia”, dice Nordio, che pone in primo piano l’intervento sull’ergastolo e sui reati ostativi, con il quale il governo ha recepito il testo approvato dalla Camera e che era rimasto fermo in Senato con la fine della legislatura. “Abbiamo accolto l’indicazione della Consulta”, con una norma che “non compromette la sicurezza e la certezza della pena”, garantisce. Per accedere ai benefici penitenziari al condannato per questo tipo di reati non basterà la sola buona condotta carceraria o la partecipazione al trattamento: dovrà anche fornire “elementi specifici” che consentano escludere l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata o il rischio di ripristino di tali contatti. Nessun automatismo, dunque, nel meccanismo di concessione dei benefici penitenziari, e il giudice di sorveglianza , prima di decidere, dovrà acquisire una serie di pareri, compreso quello del Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo. E ancora, il testo introduce modifiche in tema di concessione della liberazione condizionale (la richiesta potrà essere presentata dopo aver scontato 30 anni di pena) e prevede una norma transitoria per detenuti che abbiano commesso reati prima dell’entrata in vigore della riforma. Se l’Anm esulta per il rinvio della riforma Cartabia (“Il Ministro della Giustizia e l’intero Governo hanno fortunatamente dato ascolto alle indicazioni della magistratura associata”), i penalisti sono pronti a dare battaglia. Il dl ha “evidenti e gravi profili di incostituzionalità”, accusano, protestando anche per il fatto che viene rinviata anche la parte della riforma che conteneva le sanzioni sostitutive della detenzione in carcere.

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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