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Cronache

Separazione e divorzio nello stesso procedimento: sentenza storica della Cassazione

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È la sentenza n. 28.727 che segna una decisione storica presa dalla Corte di Cassazione: le coppie che  intendono separarsi e divorziare possono farlo nel corso dello stesso procedimento, risparmiando tempo e soldi. La sentenza ha infatti come oggetto la “domanda congiunta e cumulata di separazione e scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio”. In questo modo i giudici hanno applicato la riforma Cartabia, già in vigore dallo scorso febbraio, che serve a semplificare l’iter di separazione e garantire piena tutela agli eventuali figli dell’ormai ex coppia.

In pratica la Suprema Corte con la sentenza 28.727 ha affermato il principio per cui “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili” In latre parole le coppie sposate e entrate in crisi, come prevede la riforma Cartabia, possono presentare al giudice domanda congiunta e cumulativa per la separazione e il divorzio, in questo modo si avvia lo scioglimento del matrimonio con uno scenario di maggiore stabilità degli accordi in modo da evitare capovolgimenti futuri e incertezze della situazione economica.

 

 

 

 

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Cronache

Uomo ferito a colpi di pistola in centro a Milano

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Un uomo è rimasto gravemente ferito stanotte a Milano, dopo essere stato colpito di striscio al volto e al capo da colpi d’arma da fuoco. La vittima dell’aggressione, un 42enne orientale, è stata portata in codice rosso dal 118 all’ospedale di Niguarda. Al momento l’accaduto è in corso di ricostruzione da parte della Polizia di Stato.

Secondo le prime informazioni, il ferito è stato aggredito a mezzanotte dentro o appena fuori un locale di corso Garibaldi 104, nella cosiddetta ‘movida’ serale della zona più volte al centro di aggressioni. A ferirlo, con due colpi d’arma da fuoco, sarebbero state altre due persone, forse suoi connazionali. L’uomo, ricoverato in codice rosso, non sarebbe in pericolo di vita. Le indagini sono in corso da parte della Questura.

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Cronache

Paola Severino: recuperare i ragazzi a rischio e riportare i cervelli al Sud. Napoli può farcela

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È una delle donne più influenti d’Italia. Prima ministra della Giustizia, prima vicepresidente della Magistratura militare, prima rettrice della Luiss, oggi presidente della Luiss School of Law e alla guida della Fondazione che porta il suo nome. Paola Severino (Foto in evidenza e dentro l’articolo sono di Imagoeconomica), in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, parla della sua Napoli, dei giovani detenuti, dei progetti di reinserimento sociale e della fuga dei cervelli.

Nisida, il carcere sul mare e il progetto vela

Durante una recente visita al carcere minorile di Nisida, Severino ha illustrato un progetto educativo innovativo: una regata internazionale nel golfo di Napoli che coinvolgerà i ragazzi detenuti in attività concrete. «Li formeremo come ormeggiatori, nella manutenzione, nel lavoro di cantiere navale. Impareranno un mestiere vero. È la via per una nuova vita». La vela come metafora e strumento di riscatto: «La recidiva, quando un detenuto apprende un lavoro, crolla dal 75% al 2%», spiega Severino.

Mare fuori e la percezione del carcere

«Mare Fuori è importante perché spinge a riflettere. Il carcere non deve essere un luogo di punizione, ma di rieducazione», sottolinea Severino. «I minori, soprattutto se provengono da famiglie criminali o marginali, sono spesso etichettati come irrecuperabili. Ma il carcere minorile può essere un ponte verso una vita diversa. Lo dimostra anche il progetto “Scugnizzi a vela”, ispirato forse proprio dalla serie».

PAOLA SEVERINO, LUISS GUIDO CARLI

Istruzione e lavoro per salvare i ragazzi

L’emergenza legata a baby gang e bullismo si combatte anche con l’istruzione: «L’evitare la dispersione scolastica è solo il primo passo. Serve un progetto formativo completo, coinvolgente, capace di accendere un interesse vero nei ragazzi». Severino cita il caso del Rione Sanità: «Don Antonio Loffredo ha trasformato giovani a rischio in guide turistiche d’eccellenza. Questo è il modello da seguire».

La fuga dei cervelli e il riscatto del Sud

Ogni anno oltre 100 mila giovani lasciano l’Italia, soprattutto dal Sud. «Un paradosso», osserva Severino, «perché a Napoli ci sono università come la Federico II che eccellono in campi strategici come l’intelligenza artificiale. Sono poli d’attrazione anche per Apple e altri colossi». Lei stessa ha aperto uno studio legale a Napoli per trattenere i talenti. «I ragazzi vanno valorizzati a casa loro. Non devono sentirsi costretti ad andare a Londra o a Milano per avere un futuro».

Parità di genere e forza degli affetti

Nel suo studio legale non applica quote, ma il merito: «Scelgo i migliori, e spesso sono donne». E poi c’è la musica, un’altra grande passione: «Napoli ha la musica nel DNA. Da Muti alla Scarlatti, da De Simone a Pino Daniele: è una città che respira arte». E nel cuore, sempre, c’è spazio per i suoi tre nipoti: «Vivono al piano di sopra e ogni mattina vengono a darmi un bacio. Il tempo è poco, ma la qualità degli affetti è tutto».

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Cronache

Caso autovelox in Italia: cosa succede e perché le multe sono a rischio

In Italia il caso autovelox esplode per la mancanza di omologazione ufficiale dal 1992, mettendo a rischio migliaia di multe elevate. Una recente ordinanza della Cassazione rende nulli i verbali senza certificazione. In attesa di chiarezza normativa, nuovi obblighi entreranno in vigore entro giugno 2024.

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In Italia esplode il caso degli autovelox per una questione normativa mai risolta dal 1992. Secondo l’articolo 142 del Codice della Strada, infatti, i dispositivi di rilevamento della velocità devono essere approvati e “debitamente omologati” dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Tuttavia, in oltre trent’anni, non è mai stato emanato il decreto attuativo che definisce chiaramente le procedure di omologazione.

Qual è il problema?

Nonostante l’obbligo di legge, fino a oggi nessun autovelox, tutor o telelaser è stato ufficialmente omologato. Recentemente, il Mit ha inviato a Bruxelles un decreto che avrebbe automaticamente “sanato” dodici modelli approvati dal 2017 in poi, ma avrebbe imposto la disattivazione immediata di tutti gli altri. La notizia ha suscitato immediate polemiche, costringendo il Mit a sospendere il decreto per chiarimenti.

Differenza tra approvazione e omologazione

L’approvazione è una semplice autorizzazione amministrativa senza verifica tecnica approfondita, mentre l’omologazione certifica che il dispositivo soddisfa precisi requisiti tecnici e normativi. La mancanza di tale certificazione ha posto seri dubbi sulla validità delle multe elevate con dispositivi non omologati.

L’intervento della Cassazione e le conseguenze

La situazione è cambiata radicalmente nel 2024 con l’ordinanza n. 10505 della Cassazione, che ha stabilito che senza omologazione le multe elevate sono nulle, anche se il dispositivo era stato approvato. A seguito di questa decisione, centinaia di automobilisti hanno iniziato a presentare ricorsi, spingendo alcuni Comuni a spegnere temporaneamente gli autovelox.

Cosa succederà ora?

Il decreto è sospeso e il governo potrebbe modificarlo, riproporlo o accantonarlo definitivamente. Nel frattempo, chi ha ricevuto multe potrà continuare a fare ricorso evidenziando la mancanza di omologazione.

Novità attese entro giugno 2024

Entro il 12 giugno 2024, sarà obbligatorio installare segnali di avviso degli autovelox ad una distanza compresa tra 1 e 4 chilometri a seconda delle strade. Sarà necessaria inoltre una taratura annuale certificata, e non potranno essere attivati autovelox in zone con limiti inferiori a 50 km/h nei centri abitati.

Procedura di installazione per i Comuni

Nonostante l’importanza della sicurezza, i Comuni non possono installare liberamente autovelox fissi. È infatti necessario un iter autorizzativo che parte dalla richiesta al prefetto, motivata da documentazioni specifiche, e che passa per l’approvazione della Polizia Stradale.

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