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Papa Bergoglio ai vescovi: su pedofilia misure concrete, non più scontate condanne

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“Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza”. Papa Francesco, intervenendo a inizio dei lavori, da’ subito il tono che deve caratterizzare l’Incontro convocato in Vaticano sulla protezione dei minori nella Chiesa. “Concretezza” dev’essere la parola-chiave “dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori”, su cui chiede ai capi degli episcopati e degli ordini religiosi riuniti nell’Aula del Sinodo di ascoltare “il grido dei piccoli che chiedono giustizia”, oltre a “trasformare questo male in un’opportunita’ di consapevolezza e di purificazione” e “cercare di curare le gravi ferite che lo scandalo dellapedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti”. Ed e’ il primo lui a dare l’esempio, distribuendo come linee-guida per il lavoro di questi quattro giorni un elenco di 21 proposte giunte dalle diverse Commissioni e Conferenze episcopali. Si va dall’elaborazione di un “vademecum pratico sui passi da compiere” da parte dell’autorita’, alle “strutture di ascolto” per le vittime con personale esperto; dai criteri per il coinvolgimento del vescovo o del superiore religioso, all’informazione delle autorita’ civili ed ecclesiastiche; dallo “stabilire protocolli specifici per la gestione delle accuse contro i vescovi”, all'”accompagnare, proteggere e curare le vittime, offrendo loro tutto il necessario sostegno per una completa guarigione”; dall'”effettuare per i candidati al sacerdozio e alla vita consacrata una valutazione psicologica da parte di esperti qualificati e accreditati”, all'”elevare l’eta’ minima per il matrimonio a 16 anni” (riformando il diritto canonico che prevede 14 anni per le donne, importante in certi Paesi per qualificare l’abuso sessuale come tale). Si arriva al “formulare codici di condotta obbligatori per tutti i chierici, i religiosi, il personale di servizio e i volontari” e istituire “laddove non si e’ ancora fatto, un organismo di facile accesso per le vittime che vogliono denunciare eventuali delitti”. “Sono punti importanti, molto pratici – commenta in un briefing l’arcivescovo di Malta Charles J. Scicluna, segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede -. Il Papa ci ha dato una ‘road map’ che indica il cammino anche per il futuro. Non tutto puo’ essere esaminato in soli tre giorni e questi punti faranno parte anche del seguito di quest’incontro”. L’inizio di questo primo giorno, sul tema “responsabilita’” – le prossime due saranno su “rendere conto” (accountability) e “trasparenza” -, e’ segnato dall’ascolto commosso di cinque drammatiche testimonianze di vittime dai diversi continenti, mentre altre parteciperanno ai lavori a fine giornata. Dopo il Papa interviene per primo il cardinale di Manila Luis Antonio Tagle: “La mancanza di risposte da parte nostra alla sofferenza delle vittime, fino al punto di respingerle e di coprire lo scandalo al fine di proteggere gli abusatori e l’istituzione ha lacerato la nostra gente, lasciando una profonda ferita nel nostro rapporto con coloro ai quali siamo inviati per servirli”, dice nella sua relazione sul tema “L’odore delle pecore: conoscere il loro dolore e guarire le loro ferite e’ il cuore del compito del pastore”, paragonando, con emozione, il dolore delle vittime alle “ferite di Cristo”. Mons. Scicluna relaziona invece su “Assunzione di responsabilita’ per il trattamento dei casi di crisi di abuso sessuale e per la prevenzione degli abusi”: “La comunita’ di fede affidata alla nostra tutela deve sapere che facciamo sul serio. Devono conoscerci come paladini della loro sicurezza e di quella dei loro figli e dei loro giovani. Li coinvolgeremo con franchezza e umilta’. Li proteggeremo a ogni costo. Daremo la nostra vita per i greggi che ci sono stati affidati”, afferma, oltre a chiedere un coinvolgimento piu’ ampio per le vittime nei processi canonici. Terzo e ultimo della giornata, a parte i lavori nei gruppi, il cardinale di Bogota’ Ruben Salazar Gomez, su “La Chiesa trafitta. Affrontare i conflitti e agire con decisione”: “Il fatto che avvengano abusi in altre istituzioni e gruppi non giustifica mai la presenza di abusi nella Chiesa perche’ contraddice l’essenza stessa della comunita’ ecclesiale e costituisce un mostruoso travisamento del ministero sacerdotale che, per sua propria natura, deve cercare il bene delle anime come suo fine supremo – dichiara -. Non vi e’ alcuna giustificazione possibile per non denunciare, per non smascherare, per non affrontare con coraggio e fermezza qualsiasi abuso si presenti all’interno della nostra Chiesa”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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