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Politica

M5S e Pd, si pensa ad un accordo alla tedesca: è il Koalitionsvertrag

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L'”accordo alla tedesca” cui ha fatto riferimento il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio a proposito di un’eventuale intesa del Pd con il M5s, è il “Koalitionsvertrag”, il “contratto di coalizione” che viene più o meno rispettato in Germania seguendo una tradizione che risale alla sfortunata Repubblica di Weimar degli anni Venti. L’attuale “contratto”, anche in Germania chiamato così anche se non ha valore giuridico, è stato firmato dalla Grande coalizione formata il 12 marzo dell’anno scorso dai cristiano democratici e sociali della cancelliera Angela Merkel (Cdu-Csu) e i socialdemocratici (Spd) in seguito alle elezioni del 2017. Lo scopo è quello di accordarsi sulle realizzazioni da perseguire, nonostante l’ispirazione ideologica dei due partiti sia molto diversa. Il titolo del documento di 175 pagine e’ “Una nuova partenza per l’Europa. Una nuova dinamica per la Germania. Una nuova intesa per il nostro Paese”. Il primo contratto di coalizione della Germania post-bellica risale al 1961 e fu firmato da Cdu/Csu e liberali della Fdp e rinnovato nel ’62. Dopo una lunga pausa dovuta inizialmente a timori creati dall’innovazione rappresentata da una sorta di ‘cabina di regia’ o “comitato di coalizione”, si ricorda poi un contratto fra Spd-Verdi nel 1998 rinnovato nel 2002. Il primo contratto di “Grosse Koalition” (Cdu/Csu ed Spd) e’ del 2005, poi riproposto nel 2013, dopo l’intervallo con Merkel al governo con i liberali dal 2009.

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In Evidenza

Giovanni Amoroso, 76enne di Mercato San Severino, è il nuovo presidente della Corte costituzionale

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Giovanni Amoroso (foto Imagoeconomica in evidenza), 76 anni, è il nuovo presidente della Corte costituzionale e succede così ad Augusto Barbera che ha terminato il suo incarico al vertice della Consulta lo scorso 21 dicembre. Amoroso – nato a Mercato San Severino (Salerno) il 30 marzo 1949 – è stato eletto nella camera di consiglio che si è tenuta questa mattina a Palazzo della Consulta, il suo mandato terminerà il 13 novembre 2026. Ha svolto il ruolo di presidente facente funzioni dopo l’addio di Barbera. È stato eletto giudice costituzionale dalla Corte di cassazione il 26 ottobre 2017, ha giurato il 13 novembre 2017, è Vice presidente dal 12 dicembre 2023.

Giovanni Amoroso è stato eletto presidente della Consulta all’unanimità, ed ha poi nominato come vice presidenti Francesco Viganò e Luca Antonini. Viganò, professore ordinario di diritto penale, è nato a Milano il 1 marzo 1966. Nominato dal Presidente della Repubblica il 24 febbraio 2018, ha giurato l’8 marzo 2018. Antonini, professore ordinario di diritto costituzionale, nato a Gallarate (Varese) il 27 maggio 1963. Eletto dal Parlamento il 19 luglio 2018, ha giurato il 26 luglio 2018.

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Napoli

Scontro nel Pd: De Luca invita Bersani a farsi un grappino e rilancia sulla difesa del Sud

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Il dibattito sul terzo mandato di Vincenzo De Luca continua a infiammare il Partito Democratico, con un botta e risposta tra il governatore della Campania e l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Lo scontro si consuma tra frecciate e dichiarazioni al vetriolo, mentre il partito si trova spaccato su una questione che ha assunto una dimensione nazionale.

La replica di De Luca a Bersani

Pierluigi Bersani aveva tentato una moral suasion: «Io voglio bene a De Luca, gli direi di prendere atto ragionevolmente della situazione». Un messaggio distensivo, ma il governatore campano non l’ha presa bene. Durante un evento nel Salernitano, De Luca ha replicato duramente: «Gli consiglio di farsi un grappino la sera, di andare a dormire, perché si sta rincoglionendo».

La risposta non si è fatta attendere. Con sportività, Bersani ha dichiarato: «Non mi sembra di essere rincoglionito. Ma vabbè, berrò un grappino alla sua salute».

Le reazioni nel Pd

Il resto del partito non è rimasto a guardare. Francesco Dinacci, presidente del Pd di Napoli, ha espresso solidarietà a Bersani e criticato De Luca: «Ha perso un’altra occasione per ritrovare il garbo e il buon senso». Dinacci ha definito le parole di Bersani «molto responsabili» e ha invitato a un confronto più costruttivo.

De Luca rilancia sul Sud

Nel frattempo, De Luca ha ripreso i suoi attacchi, ribadendo l’importanza del suo operato per il Sud. «Abbiamo combattuto da soli per sbloccare i fondi di coesione, mentre altri erano al bar o alla buvette». Il governatore si è eretto a paladino del Mezzogiorno, sottolineando come «il Sud deve difendersi con le unghie e con i denti per gli investimenti europei e nazionali».

De Luca ha anche lanciato un messaggio chiaro sul terzo mandato: «Nessuna corsa personale. Devono decidere i cittadini, non i burocrati di Roma che non sanno neanche dove sia la Campania».

Un circo equestre

Infine, De Luca ha accusato la politica nazionale di essere distante dai problemi reali: «Rischiamo di perdere miliardi di euro perché aprire un cantiere richiede tempo. Questo è un circo equestre, non una politica seria».

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Politica

M5s, i mandati fatti non bloccano la corsa a governatore: in Campania Fico o Costa sono candidabili

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Per chi intenda candidarsi alla presidenza di una Regione o a sindaco di un Comune non sarà di ostacolo il numero di mandati alle spalle: potrà farlo anche chi ne ha già fatti due a qualsiasi livello istituzionale. E’ una delle proposte che il presidente del M5s, Giuseppe Conte, porterà nei prossimi giorni all’attenzione del Comitato di garanzia 5s. Il tema è stato al centro del consiglio nazionale che, viene spiegato, si è svolto in un “clima proficuo”.

La regola sui governatori permetterebbe un’eventuale candidatura in Campania dell’ex presidente della Camera Roberto Fico o dell’ex ministro e attuale deputato e vice presidente della Camera Sergio Costa (foto Imagoeconomica in evidenza). Un’altra delle regole che Conte metterà sul tavolo mira comunque a impedire il “carrierismo”, cioè che un esponente del M5s possa mettere in fila una lunga scia di mandati consecutivi passando da un livello istituzionale all’altro: per esempio da parlamentare a consigliere regionale.

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