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Le quattro giornate di Salvini, da ministro primatista a fedifrago che chiede perdono

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La frittata è fatta. L’espressione non proprio da masterchef di Luigi Di Maio riassume gli ultimi quattro giorni di follia patiti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, uno che all’Interno del Viminale in 15 mesi di governo c’è stato più o meno quanto il radiologo dell’ospedale Loreto Mare di Napoli arrestato per assenteismo.  In Italia, a parte le tifoserie che ripetono come un mantra parole e  gesta dei loro leader, nessuno ha capito il senso politico profondo dello strappo del capo della Lega.

Giancarlo Giorgetti, numero due della nomenclatura leghista, ma certamente quello più capace di tutti, non ci ha capito una mazza. E infatti da giorni si è defilato. Ha detto solo “è lui il capo, certo se proprio si doveva fare questa crisi era meglio farla prima”. Come dire, se la sbrigasse lui ora.

Gianmarco Centinaio, ministro dell’Agricoltura, della caccia, della Pesca, delle Mele del Trentino e delle Mozzarelle Dop di Caserta, al quale  diedero anche la delega al turismo perchè sosteneva di capirne più di tutti avendo fatto il direttore di un’agenzia turistica, ripete in maniera ossessiva che “non potevamo più andare avanti con i No”. Centinaio non sapeva che il M5S era contro il Tav. Il centurione abusivo del Colosseo che sbarca il lunario facendo foto con i turisti sapeva del No al Tav dei grillini, Centinaio non ne era stato informato.  Comunque anche lui non ci ha capito nulla di questa crisi e spera che accada qualcosa, qualunque cosa, basta che lui resti ministro. Anche lui tiene il telefono acceso e aspetta una chiamata per chiarire quanto accaduto. Non sa che cosa è accaduto però. Sa che Conte deve dimettersi, ma giusto perché gli hanno spiegato che al Senato quelli del suo partito hanno presentato una mozione di sfiducia.

Allora, perchè Salvini ha aperto la crisi? Forse perchè non può stare al Governo con chi non vuole costruire il Tav? No, perchè pure Sestino Giacomoni, il Luca Laurenti di Forza Italia che ultimamente va in tv a portare la voce di Berlusconi, sembra abbia capito che il M5S è da sempre contrario a quell’opera.

Allora Salvini ha rotto perchè non vuole tagliare i 345 parlamentari che questi pazzi del M5S vorrebbero mandare a casa per ridurre i costi della politica e velocizzare i tempi di decisione del Parlamento? Pure qui lo escluderei. I leghisti hanno votato la riforma costituzionale per 3 volte (manca solo l’ultima votazione alla Camera), e in queste ore Salvini va dicendo (l’ha già fatto con un colpo di teatro al Senato) che loro votano subito questa riforma, anzi prima di subito. Il presidente della Camera Roberto Fico, che notoriamente è un grande estimatore di Salvini, ha riunito i capigruppo e ha anticipato al 20 agosto, anzichè il 9 settembre come era stato già deciso, la quarta lettura ed ultima approvazione della riforma costituzionale del taglio dei parlamentari. Ma Salvini sembra ci abbia ripensato.

No Tav. Il M5S è da sempre contro questa opera faraonica considerata inutile

E allora perchè ha rotto Salvini? Perchè il M5S non vuole abbassare le tasse, non vuole fare la flat tax? Manco questo pare vero. Di Maio sta pregando Salvini da mesi di reperire fondi tra le pieghe del Bilancio per cominciare a ridurre le tasse per scaglioni. Anzi, nel M5S pare ci siano un sacco di idee carine per usare i patrimoni pubblici delle fondazioni bancarie (al Nord nelle mani dei notabilati locali leghisti) usate in maniera privata per ridurre il deficit, sterilizzare l’Iva e altre riforme che hanno costi sopportabili per un grande Paese e per fare gli interessi della povera gente non di chi ha già la panza piena. A tal uopo vi invito a leggere questa intervista ad una delle menti intellettualmente più vivaci del Paese,  un eccellente giurista ed economista italiano.

E allora che cosa è successo a Salvini? Avrà forse avuto problemi con Conte sulla questione dei rubli russi? Avrà avuto qualche problema sulla gestione della questione migranti? Non pare sia così. Sui rubli il premier Conte è andato in Parlamento ed ha messo la sua faccia su questioni che i leghisti finora non hanno manco voluto commentare. Sui migranti, a parte qualche strumentalizzazione recente, il premier ha lasciato fare Salvini imponendogli degli stop solo quando era troppo disumano il comportamento in presenza di bambini, neonati e donne incinte.

Il premier Conte. Ha sempre concesso ampia libertà di movimento a Salvini, sempre in camera caritatis e mai sui social l’ha richiamato solo quando i suoi comportamenti erano eccessivamente duri sulla questione migranti

E allora che cosa vuole Salvini da questa crisi? Forse vuole capitalizzare il consenso di pancia che gli italiani gli assicurano su tutte le sue esternazioni populiste tipo “prima gli italiani, fuori gli stranieri, basta tasse, più lavoro, tutti in pensione, evviva la Russia, che grande l’America” etc etc etc etc? Può darsi, anche se lui lo nega. Sicuramente non è lui che decide se e quando si va al voto. E come è legittima la maggioranza M5S Lega (anche se non è nata da una alleanza politica ma da una convenienza reciproca), non è un ribaltone o un ribaltino o un patto della mangiatoia un eventuale altro governo tra M5S e Pd. Comunque sia quando la crisi sarà parlamentarizzata, l’unica cosa seria è che Matteo Salvini e tutti gli altri non potranno più fare i ministri. Il pallino passerà nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

La regia del Quirinale. Per ora il Presidente Mattarella guarda, osserva, ascolta perchè tra poco dovrà entrare in campo per dipanare questa crisi

Sarà il Quirinale il luogo in cui verrà gestita la crisi di Governo e Mattarella il regista che risolverà tutti i problemi. Anche quelli di Salvini. Per ora accontentiamoci di non averci capito nulla di questa crisi di governo, come quelle del passato e probabilmente quelle del futuro. Per fortuna non siamo gli unici. Se e quando qualcuno ci capirà qualcosa, farà sicuramente una telefonata a Salvini (che ha il suo smartphone sempre acceso) e gli spiegherà perchè ha aperto una crisi di governo a ferragosto.

Giornalista. Ho lavorato in Rai (Rai 1 e Rai 2) a "Cronache in Diretta", “Frontiere", "Uno Mattina" e "Più o Meno". Ho scritto per Panorama ed Economy, magazines del gruppo Mondadori. Sono stato caporedattore e tra i fondatori assieme al direttore Emilio Carelli e altri di Sky tg24. Ho scritto libri: "Monnezza di Stato", "Monnezzopoli", "i sogni dei bimbi di Scampia" e "La mafia è buona". Ho vinto il premio Siani, il premio cronista dell'anno e il premio Caponnetto.

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Esteri

Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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Cronache

Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Cronache

Napoli, sequestrata nave turca con grano ucraino: conteneva sigarette di contrabbando

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Nave carica di mais e grano ucraino e sigarette di contrabbando. Carabinieri arrestano 4 persone, anche il comandante del cargo

Si tratta di una nave turca, battente bandiera panamense, dove i carabinieri della sezione operativa e radiomobile di Castellammare di Stabia hanno trovato migliaia di pacchetti di sigarette di contrabbando. Proveniente dall’Ucraina con un carico di mais e grano e attraccata nel porto di Torre Annunziata, l’imbarcazione nascondeva nella stiva circa 7000 pacchetti di sigarette di origini serbe ma destinate verosimilmente al mercato nero napoletano.

In manette il comandante della nave, un 39enne siriano di Tartus e 3 oplontini di 68, 57 e 58 anni. Questi ultimi avevano appena prelevato 500 stecche del carico (5000 pacchetti) e li avevano stipati in un’auto. Sono stati arrestati per contrabbando di tabacchi esteri.

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