Collegati con noi

Politica

M5s apre a Schlein, Terzo Polo corteggia i riformisti

Pubblicato

del

Terreno fertile per “battaglie comuni” da un lato. “Praterie sconfinate” per conquistare gli elettori moderati dall’altro. Così Movimento 5 Stelle e Terzo Polo vedono l’arrivo di Elly Schlein al Nazareno. Uno scossone il cui riverbero arriva in tutto il campo delle opposizioni accendendo interesse sia a sinistra che a destra del Partito Democratico. Giuseppe Conte riscontra il desiderio di cambiamento che viene dai gazebo, ma avverte: su lavoro, ambiente e povertà i pentastellati hanno “già da tempo progetti chiari”. Carlo Calenda, dalla prospettiva del Terzo Polo, parla invece di un campo ormai “ben definito”, con M5s e Dem appaiati “su posizioni populiste radicali”. E coglie l’occasione per spalancare le porte del futuro “partito unico” ai Dem delusi dalla nuova segretaria.

Anche se, a parole, non esclude del tutto possibili alleanze col Pd. Una posizione complessiva che fa pensare alla vecchia politica dei “due forni” di andreottiana memoria. Intanto, il giorno dopo l’esito del voto delle primarie, commenti e dichiarazioni rimbalzano da una parte all’altra degli schieramenti. Tra i parlamentari pentastellati prevalgono i plausi alla vittoria di Schlein, a partire dai capigruppo di Senato e Camera. Barbara Floridia, agli auguri accompagna un’esclamazione: “finalmente ho ascoltato parole simili alle nostre”.

E invita “a passare ai fatti”. Ancora più esplicito Francesco Silvestri, secondo cui il trionfo di Schlein “può rappresentare un grande aiuto per le battaglie che il Movimento 5 Stelle ha posto dentro e fuori il Parlamento”. La speranza, da queste parti, è quella di creare “sinergie costruttive” con la nuova segreteria Dem. Sui segnali di cambiamento ai vertici del Nazareno è intervenuto anche il presidente del M5s Conte, che si è già complimentato direttamente con Schlein tramite un messaggio. Nel suo entourage si parla di virata dall’agenda Draghi e lo spostamento a sinistra del Pd sembra non preoccupare.

Da Campo Marzio traspare che sarebbe miope guardare alla nuova segreteria in termini di competizione. Semmai la si vede come un’occasione per battaglie comuni, finora difficili da combattere al fianco della dirigenza uscente. Tutt’altra aria si respira nel Terzo Polo, che comincerà a discutere a breve la costruzione del partito unico. L’analisi del voto, su questo fronte, è condivisa: si apre uno spazio politico. Comincia Italia Viva, con Ivan Scalfarotto che paragona Schlein a Corbin, e con Maria Elena Boschi che insiste: “nel Pd ha vinto la sinistra radicale”. Insomma, il trionfo di Elly Schlein viene visto come uno slancio in più per delineare “una casa accogliente per i riformisti”. Prospettiva confermata anche da Azione per voce del suo leader, che commenta: con “l’Opa di Art.1”, il Pd “non c’è più”. Ora è il Terzo Polo a rappresentare “riformisti, liberal democratici e popolari”.

Qui è ai moderati scontenti che si guarda e in ambienti di Azione qualcuno parla già di pezzi del Pd di un certo rilievo che stanno valutando cosa fare. L’interlocuzione con quei Dem che guardano con interesse al progetto di Calenda e Renzi è già cominciata, anche se il leader di Azione smentisce. E qualcuno ha già cominciato ad abbandonare il partito: l’ex ministro Giuseppe Fioroni ha appena lanciato la sua piattaforma di cattolici e democratici, ormai “marginalizzati e allontanati”. Il Terzo Polo, però, non ha ancora chiuso le porte in faccia al Pd. Per le europee ciascuno inseguirà lo score più alto, però, in vista delle amministrative, di alleanze non si può fare a meno di parlare. Calenda tiene a ribadire le posizioni distanti da Schlein, ma ricorda: “nella vita non si esclude niente”, alleanza col Pd compresa.

Advertisement

In Evidenza

Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

Pubblicato

del

“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

Continua a leggere

In Evidenza

Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

Pubblicato

del

Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

Continua a leggere

In Evidenza

Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

Pubblicato

del

Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto