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L’Atalanta si ferma: Milinkovic para un rigore, 1-1 del Toro a Bergamo

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Il Torino coglie il quinto pareggio in una serie positiva di sei partite dopo la vittoria col Cagliari e frena la marcia ai piani alti dell’Atalanta dopo una sfida rocambolesca. A Bergamo Maripan risponde a Djimsiti, sempre di testa e sempre da palla inattiva, per aprire prima dell’intervallo una partita tatticamente chiusa, ma nell’episodio decisivo al 74′ Retegui sbaglia il rigore del possibile nuovo vantaggio, fischiato per la trattenuta dell’ex Tameze. Sfida noiosa e bloccata fino al 21′, quando il check dell’arbitro Piccinini col Var rileva un tocco di mano prima del destro in rete dell’ex Bellanova nel rimpallo con Sosa dopo l’azione di De Ketelaere con scarico per il cross dall’area di Brescianini verso il secondo palo.

L’emergenza della difesa di casa, già priva per mesi di Kossounou e Scalvini, si aggrava quando Kolasinac deve cedere il posto a Toloi alla mezzora per guai al flessore destro. Bellanova mette sempre in difficoltà Sosa e al secondo corner guadagnato e battuto in proprio, dalla destra, trova lo stacco vincente di Djimsiti da centro aerea. E’ il 35′ e cinque minuti più tardi Maripan salta tra Retegui e Ruggeri schiacciando in gol alle spalle di Rui Patricio, sostituto all’ultimo dell’acciaccato Carnesecchi, lo schema su punizione di Lazaro, conquistato da Vlasic, spinto da tergo da Brescianini. Proprio quest’ultimo, schierato dietro le due punte, ne viene servito alla fine dei 3′ di recupero rispettivamente da De Ketelaere e Retegui, entrambi da destra, ma viene fermato dall’uscita di Milinkovic-Savc e dalla copertura di Lazaro.

La partita stenta a decollare anche in avvio di ripresa, al netto di una verticale pericolosa in contropiede tra Tameze e Adams su cui recupera Hien. Al 12′, dopo il check negativo su un possibile mani di Coco su una palla rimessa in area da Djimsiti, Gasperini inserisce Cuadrado, Samardzic e Pasalic per Ruggeri, Brescianini e De Ketelaere. Cuadrado si accentra sul terzo corner senza angolare dalla distanza al quarto d’ora per poi riprovarci sempre dalla distanza al 24′ e sempre centralmente. Tre minuti e Tameze trattiene Retegui sul cross dalla sinistra di Pasalic a rientrare e l’arbitro Piccinini indica il dischetto, ma un saltello di troppo dell’attaccante consente a Milinkovic-Savic di intuirne la battuta debole e poco angolata alla sua sinistra. A 11 minuti dal 90′ Pasalic ha comunque la possibilità di riportare avanti i suoi, ma il suo sinistro al volo sulla sponda di Retegui è alto. Al 36′ il croato è imbeccato stavolta sulla fronte da Samardzic, senza problemi per il portiere granata; entra Scamacca dopo il crociato sinistro rotto in agosto e colpisce centralmente di testa sulla palla di Cuadrado al 41′. Njie risponde debolmente da oltre venti metri, al novantesimo ancora Cuadrado calcia senza angolare dal vertice sinistro su apertura di Pasalic.

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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