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I Sentieri del Bello

“Il mio amico Massimo” parla il regista Alessandro Bencivenga

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Alessandro Bencivenga, nato a Formia nel 1974, ha trascorso l’infanzia a Sessa Aurunca. Autore, regista e sceneggiatore dal cuore campano, troisiano, si è trasferito in Trentino nel 1999. Una vita passata all’insegna dello spettacolo che lo ha condotto, dopo diversi altri lavori, ad esordire al cinema nel 2019 con il lungometraggio “Exitus – Il passaggio” che ha partecipato al Capri Hollywood Film Festival (2020), al Los Angeles Italia Film Festival (2021) e all’Ischia Global Film & Music Festival (2021). Lo scorso 15 dicembre il cinema ha visto uscire il suo ultimo lavoro, il docufilm “Il mio amico Massimo” Vita straordinaria di Massimo Troisi. A pochi giorni dalla ricorrenza del compleanno del geniale attore, lo abbiamo intervistato.

Come è nato il progetto?

Il progetto è nato da un libro che si chiama “Piripì zozò” scritto da Alfredo Cozzolino, amico di sempre di Massimo Troisi. Il libro ricostruisce  i giochi l’infanzia di un piccolissimo Troisi. Leggendo il libro, ho capito che poteva essere un modo diverso di raccontare un documentario su Troisi in modo diverso dai precedenti. 

Quali sono i personaggi che hanno offerto il loro contributo?

Sono stati, davvero tanti. Ho interpellato vari artisti e amici di Massimo. Ho avuto un immediato “si!”: da Carlo Verdone a Ficarra e Picone, ai suoi amici di sempre, Alfredo Cozzolino, Massimo Bonetti, Giovanni Benincasa, ma lo stesso Nino Frassica, Marigrazia Cucinotta, Clrois Brosca e tanti altri. Mi sono subito resoconto che non potevo metterli tutti, ho dovuto fare una scelta dolorosa, mettendone solo una piccola parte. Quando parli di Massimo, a tutti brillano gli occhi.

Come è strutturato l’intero documentario?

L’intera struttura è semplice ma allo stesso tempo complessa nella sua fattispecie.  Partiamo da una Sapri del 1979 in cui un giovane Gerardo Ferrara, sedicenne, sta correndo per andare a vedere lo spettacolo del Trio “La Smorfia”. Questo sarà il primo contatto che Gerardo avrà con Massimo Troisi. Gerardo che in un bravo futuro, avrà la fortuna di lavorare sul set de “Il Postino”. alleviando le fatiche di Massimo facendogli la controfigura. 

Un salto temporale ti trascina in una Sapri di oggi, con un Gerardo adulto, maturo che ricorda l’amico Massimo e la gentilezza di quest’ultimo dimostrata durante tutti i tre mesi delle riprese. Umanità che il grande Troisi dimostrava verso tutto lo staff tecnico ed artistico dispensando gentilezza e bontà sempre. Gerardo, ogni volta che ne parla, si commuove.

Dopo ancora, si racconta la storia vera e propria di Troisi con l’intenzione di evidenziare un Massimo “umano” più che “artistico”. Vi è stata la scelta infatti di non mettere alcun spezzone del film (per i quali invitiamo, sin dall’inizio, di vederli in altra sede qualora uno se li aspetti). Abbiamo puntato tutto proprio sulla gentilezza che Massimo ci ha regalato. In sostanza dunque si passa da un Massimo bambino ad uno Massimo raccontato dagli occhi innamorati degli amici. Raccontato dalla VFC di Lello Arena e Cloris Brosca. E’ stata un grande onore aver potuto lavorare a stretto contatto con Lello Arena.

E’ quindi un monumento all’uomo più che all’attore

Si! Come detto prima, ho lavorato sull’aspetto umano poiché su quello artistico si è visto tanto anche se non abbastanza. Ci ha lasciati troppo presto. Chissà quante perle ancora ci avrebbe regalato: basta pensare alle sole interviste che faceva con Pippo Baudo, con Minà ecc. e ci si rende conto che erano tutti sketch singolari ed esilaranti.

Sono un troisiano da sempre, ho sempre visto in Massimo un lato sensibile, poetico. Il docufilm l’ho voluto impostare proprio scorrendo in questa vena sentimentale e poetica. Sono entrato nella sfera Troisi in punta di piedi con molta delicatezza cercando, in ogni modo, di non essere  invadente. Massimo mi ha dato l’imput per sognare. Lucio Anneo Seneca diceva: “hai più voglia di volare o paura di cadere?”.IO, ho più voglia di volare. A me Massimo ha insegnato a volare nel sogno.

Quale è il messaggio finale, la morale che si intende lasciare allo spettatore?

Ho voluto creare l’attesa di vedere un Troisi già visto e, metaforicamente, ho voluto far salire ogni spettatore su una barca con delle onde altissime senza aver paura di cadere. 

Nel film Il Postino, Massimo disse: “mi sento come una barca sbattuta in mezzo al mare”. Ecco!!! Io ho voluto ricreare questa tempesta di immagini e di emozioni in cui la barca, e su di essa lo spettatore, si è imbattuta senza mai naufragare. Intendevo far navigare lo spettatore fra i sentimenti germogliati dal vedere un Troisi inedito a quelli di una sana rabbia per non poter più gioire delle sue perle salendo fin sulla cresta del divertimento. Un viaggio su una sinusoide che ti conduce a dei picchi positivi di risate alternati a rabbia. Il tutto profuso di sentimenti e di poesia. Sembra d’aver centrato l’obiettivo.

So dell’idea di voler proiettare, qui sull’isola d’Ischia, il docufilm e devolvere parte del ricavato alle persone in difficoltà per la frana dello scorso 26 novembre.

Sarebbe un onore venire ad Ischia per la proiezione. Tutto ciò che è campano è un po’ l’estensione di Napoli e Troisi a Napoli è come San Gennaro insieme a Maradona, a Pino Daniele, a Totò, ai fratelli De Filippo. Sono idoli ormai indiscussi sono nell’olimpo degli artisti. 

Oltre a questo, Ischia mi piace tantissimo ed è anche molto onorevole la proposta fatta dagli organizzatori che sono alla base di questa proposta di “vicinanza” alla popolazione colpita da questa sciagura. Se anche noi, nel nostro piccolo, possiamo offrire un contributo, ne saremo fieri. Da parte mia c’è tutta la solidarietà e mi stringo alle famiglie di tutti i coinvolti.

Riguardo quest’ultima, hai avuto modo di vedere il video “Dint’ ‘a Nuttata”? Cosa ne pensi?

L’ho visto. Ti dirò di più: l’ho anche condiviso sui social. Quando mi è arrivato, l’ho rivisto due o tre volte e mi è arrivata una bella vibrazione. Sai, quando ti fanno sobbalzare per l’emozione. 

D’impulso ho chiamato subito Leonardo (Bilardi) che conosco e gli ho fatto i complimenti per la recitazione. Ha usato dei tempi da grande attore teatrale: il movimento lento degli occhi, il guardare lontano ma, allo stesso tempo, penetrare lo spettatore è stato suggello di una gran bella interpretazione.  Il testo poi è scritto con minuziosità e delicatezza senza entrare nella retorica o il banalismo, passami il termine, di chi vuole cavalcare un po’ le tragedie. Qui, non è successo! C’è stata una profonda eleganza nello scrivere questo testo. Nella sua metafora, ci induce a pensare quanto l’uomo sia piccolo rispetto alla natura e quanto quest’ultima sia capace di metterci in ginocchio.

Mi è piaciuta anche la composizione del video. Insomma, complimenti a tutti quelli che hanno realizzato questa piccola perla in onore ed in amore della bellissima isola d’Ischia.

Il 19 febbraio sarà il compleanno di Troisi. Il comune di San Giorgio a Cremano sta organizzando una celebrazione. Ti occuperai della regia, ti va di dirci qualcosa in merito?

Si. Il 19 febbraio Massimo compirà 70 anni. Il Comune di San Giorgio sta organizzando quest’evento straordinario. Io ho avuto la fortuna, dapprima, di essere stato invitato dal Sindaco e dal Vice-sindaco a presenziare insieme ad altri ospiti, amici e attori che hanno avuto la gioia di conoscerlo. Poi, da semplice ospite, ho avuto la telefonata proprio dal Vice-sindaco che mi chiedeva se avessi avuto intenzione di curarne la regia. Con orgoglio ho accettato.

 

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