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Cronache

I cuccioli di cane ‘programmati’ per comunicare con l’uomo

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‘Nati’ per comunicare con l’uomo: se il cane e’ riuscito a conquistarsi il ruolo di migliore amico dell’essere umano e’ anche grazie alle abilita’ sociali che si hanno gia’ da cuccioli, che sembrano essere gia’ presenti subito dopo la nascita, e non apprese nel tempo. Lo spiegano sulla rivista Current Biology i ricercatori dell’universita’ dell’Arizona. Sarebbe proprio la genetica, secondo gli studiosi, a spiegare perche’ alcuni cani sono piu’ bravi di altri a livello sociale. “Questo tipo di competenze sociali sono presenti nell’eta’ adulta. Ma qui abbiamo scoperto che anche i cuccioli, un po’ come l’essere umano, sono biologicamente preparati per interagire in modo sociale”, spiega Emily Bray, coordinatrice dello studio. Per capire meglio il ruolo della biologia nelle competenze sociali dei cani, i ricercatori hanno analizzato 375 esemplari di un’organizzazione che fornisce questi animali a persone con disabilita’ fisiche, per 8 settimane. Di ogni cane conoscevano il pedigree, e quindi i rapporti di parentela tra loro, e potevano vedere se i geni ereditati potevano spiegare le differenze nelle abilita’ sociali. Hanno cosi’ scoperto che la genetica spiega oltre il 40% delle differenze nelle capacita’ dei cuccioli di seguire ad empio l’umano che indica qualcosa con una mano, o la durata del contatto visivo con la persona. Mentre molti cuccioli rispondevano ai segnali fisici e verbali dell’uomo, pochi lo guardavano per farsi aiutare per compiti irrisolvibili. Il che suggerisce che mentre i cuccioli nascono sapendo come rispondere ad una comunicazione avviata dall’essere umano, imparano invece col tempo ad avviarla di loro iniziativa. “E’ un po’ come nei bambini, in cui il comportamento di cercare aiuto non e’ molto sviluppato ancora – aggiunge Bray – I bambini capiscono cosa gli viene detto ancora prima di imparare a parlare”. Il prossimo passo, conclude lo studio, sara identificare i geni coinvolti nella capacita’ canina di comunicare con gli esseri umani.

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Far West Napoli, due sparatorie e quattro feriti

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Una violenta sparatoria ha scosso il tardo pomeriggio di Napoli, lasciando tre persone ferite da colpi di arma da fuoco. I feriti, che hanno riportato lesioni alle gambe e ai glutei, sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Vecchio Pellegrini, mentre la Squadra mobile di Napoli ha avviato le indagini per fare luce sull’accaduto.

Secondo una prima ricostruzione, la sparatoria è avvenuta su corso Amedeo di Savoia, una strada che collega il centro cittadino alla zona di Capodimonte. Si sta cercando di capire se vi sia un collegamento con un altro episodio avvenuto poco prima: il ferimento di un 24enne, trasportato all’ospedale Cto per ferite alle gambe da colpo di arma da fuoco. Anche su questo caso stanno indagando i Carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli e della stazione di Secondigliano.

Il giovane ferito nella sparatoria è stato identificato come Mariano Errichelli, 24 anni, già noto alle forze dell’ordine e figlio di Antonio Errichelli, noto come “o cinese”, esponente di spicco del clan camorristico Licciardi, ucciso nel 2014 in un agguato a Secondigliano. Anche l’agguato di oggi sembra essere avvenuto nella stessa zona.

I tre uomini coinvolti nella sparatoria hanno precedenti per reati contro il patrimonio. La situazione clinica dei feriti, rispetto alle prime informazioni, sembra essere peggiorata, con uno di loro in prognosi riservata all’ospedale Vecchio Pellegrini.

L’episodio criminale ha scosso la tranquillità di una strada normalmente molto trafficata, mettendo in allarme gli abitanti dei quartieri circostanti. Gli investigatori sono al lavoro per chiarire l’esatta dinamica degli eventi e individuare i responsabili di questo violento episodio, che ha seminato il terrore nella città partenopea.

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Morta 27enne investita a Napoli: ok genitori a trapianto organi

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Sì al trapianto di organi della 27enne investita a Napoli nella notte fra sabato e domenica scorsi e morta nella giornata di ieri. I genitori della giovane hanno infatti dato il consenso ai medici dell’ospedale di Nocera Inferiore alla donazione. Acquisito il consenso dei familiari, è immediatamente iniziato l’accertamento di morte cerebrale da parte della apposita commissione, presieduta dal dr. Massimo Petrosino e composta dal direttore sanitario del Dea Nocera-Pagani-Scafati dottoressa Rosa Santarpia, e dai medici Ranieri (neurologo) e Scarpato (anestesista rianimatore).

Terminato il periodo di osservazione previsto dalla legge, sono iniziate le attività chirurgiche che hanno consentito di prelevare gli organi: il fegato, cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas e cornee, che, affidati alle diverse equipe coinvolte, sono partiti alla volta dei vari centri di trapianto dislocati presso altrettanti ospedali italiani. Ai genitori ed alla famiglia è andata anche la gratitudine dell’azienda ospedaliera per la forza dimostrata in una circostanza così tragica, nel quale, tuttavia, sono riusciti a trovare la forza per un gesto di amore e solidarietà di altissimo valore etico e morale, che regala una speranza di vita a tante altre persone in attesa di trapianto in tante parti d’Italia.

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Bimba di 10 mesi morta per avere ingerito candeggina

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Appena dieci mesi, morta per avere ingerito candeggina. Una tragedia che gli investigatori stanno cercando di inquadrare. Il dramma ha sconvolto Noto, cittadina barocca a mezz’ora di strada da Siracusa.

La Procura ha aperto un’inchiesta per capire cosa sia successo nell’abitazione della famiglia, che si trova alla periferia di Noto. Le indagini sono state affidate ai carabinieri che stanno raccogliendo gli elementi per ricostruire quanto accaduto. Secondo quanto accertato finora nell’appartamento c’erano la madre, due fratellini e la bimba di 10 mesi.

La piccola sarebbe entrata in contatto con un secchio al cui interno si trovava uno straccio immerso nell’acqua e nella candeggina. Cosa sia effettivamente accaduto, se abbia messo la testa dentro o il secchio le sia finito addosso mentre gattonava è il rebus che i carabinieri stanno cercando di risolvere. È certo comunque che la bimba ha ingerito dell’acqua con la candeggina.

La madre appena se ne è accorta ha urlato disperata richiamando l’attenzione dei vicini di casa che subito sono accorsi in suo aiuto. Per velocizzare i soccorsi hanno deciso di non attendere l’arrivo dell’ambulanza e di portare a bimba all’ospedale Trigona che si trova non lontano dall’abitazione della famiglia. Immediatamente la piccola è stata trasportata al pronto soccorso del nosocomio dove è stata pressa in cura dei medici. È probabile che sia arrivata già incosciente e subito dopo il suo cuoricino avrebbe smesso di battere.

I militari dell’Arma hanno interrogato i familiari che sono sotto shock per la tragedia. Hanno effettuato i rilievi all’interno dell’appartamento per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica di quella che appare come un fatale incidente domestico. “Un lutto per tutta la città. Siamo in attesa dell’evoluzione delle indagini degli inquirenti: è un grande dolore per tutti noi e da padre piango questa perdita che crea un grande vuoto”, dice il sindaco di Noto, Corrado Figura.

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