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Etichette vino come le sigarette. Italia all’attacco

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Con il silenzio-assenso dell’Unione europea al progetto di legge irlandese sugli “alert sanitari” in etichetta sul vino, di fatto un via libera, l’Italia lancia la sua controffensiva in difesa del patrimonio eno-gastronomico nazionale, annunciando il ricorso al Wto. E i ministri degli Esteri e dell’Agricoltura, Tajani e Lollobrigida, hanno anche indirizzato una lettera al Commissario Ue per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton. Nella lettera si definiscono “arbitrarie” le misure nazionali prese dall’Irlanda e si invoca “un intervento” della Ue “a tutela del corretto funzionamento del mercato interno, in linea con la giurisprudenza Ue che vieta restrizioni quantitative”.

“La scelta di Dublino incide negativamente sulla libertà degli scambi e sulla libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione”, si legge nel testo. “L’Italia sostiene un approccio informativo volto a educare i consumatori a comportamenti responsabili e a scelte consapevoli, senza però l’adozione di misure nazionali di carattere arbitrario. Chiediamo pertanto un suo intervento a tutela del corretto funzionamento del mercato interno, in linea con la giurisprudenza Ue che vieta restrizioni quantitative”. E di “scelta gravissima”, aveva parlato il ministro Lollobrigida, tanto più che “viene da nazioni che non producono vino e dove si abusa di superalcolici. Si vuole equiparare il vino ai superalcolici” ma il vino “utilizzato in modo moderato è alimento sano”.

Perché “crediamo che dietro questa scelta un’altra volta si miri non a garantire la salute ma a condizionare i mercati”, tuona Lollobrigida. Tutto questo accade proprio quando l’Italia del vino segna un record storico nell’export, per un valore vicino agli 8 miliardi di euro nel 2022, secondo un bilancio della Coldiretti sulla base dei dati Istat. Per l’Italia, sottolinea la Coldiretti, “si tratta di difendere un settore del Made in Italy che fattura complessivamente 14 miliardi di euro e offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni nei più diversi ambiti, grazie ad una produzione destinata per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola”. Con questa azione, spiega il coordinatore vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Luca Rigotti, “l’Irlanda è andata a ledere e a mettere in discussione i principi del mercato unico, nel cui perimetro è disciplinato il settore vitivinicolo e che dovrebbe garantire, tramite l’Organizzazione Comune di Mercato, un’applicazione per l’appunto ‘comune’, dei principi e delle regole europee in tutti gli Stati membri”.

Più cauto l’Istituto Superiore di Sanità che, per bocca del direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol, Emanuele Scafato, puntualizza: “l’etichetta garantisce al consumatore una scelta informata, perché le evidenze scientifiche indicano che non è possibile definire una quantità ‘sicura’ di alcol rispetto ad eventuali danni alla salute”. Con l’autorizzazione di Bruxelles, l’Irlanda potrebbe diventare il primo Paese Ue ad apporre sulle bottiglie delle bevande alcoliche ‘alert’ come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. La norma è stata notificata a giugno da Dublino a Bruxelles, che ha confermato – con il periodo di moratoria scaduto a fine dicembre 2022 – che le autorità nazionali possono adottare la legge. E Roma, Parigi e Madrid, insieme ad altre sei capitali, hanno provato ad opporsi mettendo nero su bianco la protesta con un parere inviato a Bruxelles che evidenziava come l’eccezione irlandese discrimini i produttori degli altri Paesi Ue, costretti alla doppia etichetta. Il via libera non è definitivo, perché l’Irlanda dovrà essere autorizzata anche dall’Organizzazione mondiale del commercio, “in quanto questa normativa – ha puntualizzato Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo – rappresenta una barriera anche a livello internazionale. Un processo che prevede una durata di circa 60 giorni”.

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Mozzarella Dop, per la prima volta il Consorzio utilizza l’intelligenza artificiale vigilare sul prodotto

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Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop utilizzerà l’intelligenza artificiale per l’attività di vigilanza contro le fake-mozzarelle e per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Si tratta del primo progetto in Italia realizzato da un Consorzio, che punta sull’IA come strumento innovativo per la tutela di un prodotto Dop.
L’iniziativa è stata presentata nella sala Cavour del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.
All’incontro con i giornalisti sono intervenuti Matteo Lorito, rettore dell’università FedericoII di Napoli e presidente del Comitato scientifico del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop; Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela; Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio; Angela Nobile, responsabile settore Vigilanza del Consorzio; Giorgio Ciardella, Cto Farzati Spa.
Ha moderato Mauro Rosati, direttore di Origin Italia. Il progetto, ideato dal Consorzio, è stato commissionato alla società Farzati spa, che ha messo a punto un sistema di intelligenza artificiale, una “guardia del corpo” virtuale della mozzarella di bufala campana Dop chiamata Nina (dal nome di una delle bufale più longeve e produttive nella storia del comparto), in grado di apprendere e riconoscere i pattern di autenticità degli incarti.
Questa innovazione rappresenta un salto di qualità nell’attività di vigilanza sulla mozzarella di bufala campana Dop e testimonia che, se ben utilizzata, larivoluzione dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto alla tutela del Made in Italy”, ha commentato il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani ed ha aggiunto: “L’applicazione dell’IA renderà possibile per il Consorzio implementare in maniera esponenziale la propria attività di vigilanza sul mercato ma anche di fornire un servizio di monitoraggio a favore dei soci. Così per la prima volta l’agrifood di eccellenza si allea con l’innovazione tecnologica, restando al passo con le sfide del mondo globale”.
Solo nel 2023 il Consorzio ha effettuato 5mila verifiche, che si aggiungono a quelle degli altri enti deputati( Asl, carabinieri, Icqrf) per un totale di circa 15mila controlli l’anno, che fanno della Bufala Dop uno dei prodotti più tutelati in Europa.
L’obiettivo del nostro Consorzio è di potenziare sempre più la trasparenza del comparto, puntando sull’innovazione digitale. Questo progetto si aggiunge alla totale tracciabilità della filiera, che oggi, partendo da una singola mozzarella di bufala Dop consente di risalire fino alla partita di latte con cui è stata prodotta.
L’ulteriore step realizzato eleva gli standard di efficienza della filiera e consente di differenziare ancor di più la Bufala campana Dop dalle altre mozzarelle in commercio”, ha sottolineato il presidente Domenico Raimondo.
C’è tanta attività scientifica intorno al latte di bufala e alle sue caratteristiche nutraceutiche e dunque la difesadella qualità assume un valore aggiunto ancora più importante. L’intelligenza artificiale può fare molto per contrastare le frodi. Non si tratta solo di tutelare la mozzarella di bufala campana, ma la nostra cultura alimentare”, ha dichiarato il rettore Lorito, che ha anche annunciato il prossimo
grande evento: “Il 24 e 25 settembre prossimi Napoli ospiterà il primo congresso internazionale sulla mozzarella di bufala, organizzato dal Consorzio di Tutela e dalla Federico II, segnale ulteriore dell’importanza di questa filiera”.
COME FUNZIONA L’IA
Il nuovo sistema si basa su una piattaforma che sfrutta l’Intelligenza Artificiale in un processo di miglioramento continuo. L’IA cerca e verifica sul web, con tecniche di “scraping”,tutti i riferimenti che incontra sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop, analizza in base a delle regole di apprendimento la presenza di imitazioni, contraffazioni, evocazioni e abusi. Il sistema verifica gli incarti di mozzarella Dop, imparando a distinguere quelli autentici da eventuali imitazioni, migliorando con l’esperienza e diventando sempre più preciso nel riconoscere i fake. Attraverso questo modello di apprendimento continuo, l’IA perfeziona la sua capacità di identificare i criteri di autenticità e conformità degli incarti, offrendo un livello aggiuntivo di protezione.
Il progetto è un modello di innovazione nel settore caseario, perché riesce ad offrire una soluzione concreta per garantire la trasparenza e la tracciabilità degli incarti e combattere la contraffazione. Attraverso l’impiego di tecnologie avanzate, questa
iniziativa non solo tutela uno dei prodotti più rappresentativi dell’eccellenza italiana,
ma stabilisce anche nuovi standard per l’intero settore agroalimentare”, ha spiegato  Giorgio Ciardella, Cto di Farzati.

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La mozzarella di bufala campana si affida all’IA contro i prodotti fake

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Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop punta sull’Intelligenza Artificiale come strumento innovativo per la tutela di un prodotto Dop e ha realizzato il primo progetto in Italia per l’utilizzo dell’IA con l’obiettivo di contrastare i prodotti fake e il fenomeno dell’Italian sounding.

L’iniziativa sarà presentata in conferenza stampa il prossimo 9 aprile alle ore 11 nella sala Cavour del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste in via XX Settembre a Roma.

All’incontro con i giornalisti interverranno Matteo Lorito, rettore dell’università Federico II di Napoli e presidente del Comitato scientifico del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop; Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela; Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio; Angela Nobile, responsabile settore Vigilanza del Consorzio; Giorgio Ciardella, Cto Farzati Spa. Modera Mauro Rosati, direttore di Origin Italia.

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I formaggi più conosciuti nel mondo: al primo posto c’è la mozzarella

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I Formaggi più Conosciuti nel Mondo: Un Viaggio nel Mondo dei Sapori

Il mondo dei formaggi è un universo vasto e affascinante, dove la tradizione, la cultura e l’arte si fondono per creare gusti unici e indimenticabili. Tra le molte varietà di formaggi che popolano i mercati e le tavole di tutto il mondo, alcuni si sono distinti per la loro fama e il loro riconoscimento universale. Scopriamo insieme la classifica dei formaggi più conosciuti al mondo e deliziamoci con i loro sapori caratteristici.

1. Mozzarella

La mozzarella, il formaggio italiano per eccellenza, occupa il primo posto in questa classifica. Con la sua texture morbida e il gusto delicato, la mozzarella è un ingrediente fondamentale in molte ricette italiane, come la classica pizza Margherita e la caprese.

2. Cheddar

Originario dell’Inghilterra, il Cheddar è un formaggio dal sapore intenso e versatile. Utilizzato in una varietà di piatti, dal cheeseburger al mac and cheese, il Cheddar ha conquistato il palato di milioni di persone in tutto il mondo.

3. Feta

Proveniente dalla Grecia, la Feta è un formaggio fresco e salato, amato per la sua consistenza cremosa e il suo gusto deciso. È l’ingrediente perfetto per insalate greche, piatti a base di verdure e antipasti mediterranei.

4. Ricotta

Con la sua consistenza soffice e il suo sapore leggermente dolce, la ricotta è un formaggio italiano amato sia per dolci che per piatti salati. È l’ingrediente principale di lasagne, cannoli e molte altre prelibatezze della cucina italiana.

5. Parmigiano Reggiano

Conosciuto come il “Re dei Formaggi”, il Parmigiano Reggiano è un tesoro culinario dell’Italia. Con il suo sapore ricco e complesso, il Parmigiano Reggiano è perfetto da grattugiare su pasta, zuppe e insalate.

6. Gouda

Originario dell’Olanda, il Gouda è un formaggio semiduro con una consistenza burrosa e un sapore leggermente dolce. È delizioso da gustare da solo o accompagnato da frutta secca e marmellate.

7. Brie de Meaux

Il Brie de Meaux è un formaggio francese a pasta molle dal gusto cremoso e delicato. Con la sua crosta bianca floccata, il Brie de Meaux è un’eccellente scelta per antipasti eleganti e piatti da dessert.

8. Paneer

Originario dell’India, il Paneer è un formaggio fresco non stagionato utilizzato in molte ricette della cucina indiana. Con la sua consistenza soda e il suo sapore neutro, il Paneer si presta bene a essere marinate e grigliate.

9. Gorgonzola

Con il suo sapore pungente e la sua texture cremosa, il Gorgonzola è un formaggio italiano amato dagli amanti del gusto forte. È delizioso da gustare da solo o abbinato a frutta, miele e noci.

10. Camembert

Il Camembert è un altro formaggio francese a pasta molle, simile al Brie ma con un sapore più pronunciato. Perfetto da spalmare su pane croccante o da gustare con frutta fresca e vino bianco.

11. Mascarpone

Il Mascarpone è un formaggio italiano cremoso e delicato, noto per essere l’ingrediente principale del famoso dessert tiramisù. Con il suo sapore dolce e vellutato, il Mascarpone aggiunge ricchezza e cremosità a molte ricette dolci.

12. Burrata

La Burrata è un formaggio italiano fresco, composto da una sottile membrana di mozzarella riempita con stracciatella e panna. Con la sua consistenza cremosa e il suo gusto delicato, la Burrata è un’esplosione di sapori in ogni morso.

Questi sono solo alcuni dei formaggi più conosciuti e amati nel mondo, ognuno con le sue caratteristiche uniche e il suo posto speciale nella gastronomia globale. Che tu sia un appassionato di formaggi o un semplice amante del buon cibo, non c’è dubbio che esplorare il mondo dei formaggi sia un’esperienza gustosa e appagante.

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