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Politica

Elezioni Regionali, Bonaccini galvanizza il Pd ma Salvini non molla

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La riconquista di piazza Maggiore, prima occupata dalle Sardine, poi da Stefano Bonaccini che ieri l’ha riempita per lanciare la campagna elettorale in vista delle regionali del 26 gennaio, ha riportato entusiasmo nel Pd e nel centrosinistra emiliano-romagnolo. D’altronde uno degli obiettivi che Bonaccini si era posto era esattamente quello: galvanizzare i suoi per evitare una campagna elettorale con il muso lungo, come spesso si e’ visto nelle ultime occasioni, a cominciare dalle Europee. Bonaccini si gioca molto anche sul piano personale: il giorno dopo le elezioni potrebbe essere visto come il salvatore della baracca, in caso di successo, oppure come l’uomo che ha legato il proprio nome alla piu’ clamorosa sconfitta della sinistra in Italia. E visto che ha capito che il suo nome e la sua faccia, in questo momento, tirano piu’ dei simboli dei partiti, ha scelto di giocarsela il piu’ possibile in prima persona: arrivando perfino, come ha fatto in piazza Maggiore, a chiedere ai leghisti di votarlo, visto che il sistema elettorale lo consente, anche facendo la croce sul simbolo della Lega. Se Bonaccini tiene alla larga i leader nazionali, convinto che siano di piu’ i voti che gli tolgono che quelli che gli portano, nel centrodestra la situazione e’ ribaltata: Lucia Borgonzoni va in tv, mentre Matteo Salvini batte palmo a palmo il territorio. Ultima tappa in ordine di tempo i due Comuni piu’ alti della montagna modenese: Pievepelago e Fiumalbo. Alti come quota, ma anche come voti alla Lega. Alle Europee erano entrambi sopra il 50%, a Fiumalbo addirittura vicino al 65%: tradizionale bagno di folla e il messaggio che il 26 gennaio, se il Pd perde la sua regione-bandiera, da una parte si fa la storia, dall’altra si invia un messaggio al governo che difficilmente potrebbe non essere letto come un messaggio di sfratto. Nel fine settimana la Lega ha allestito 119 gazebo nelle piazze della regione dove, hanno raccolto decine di migliaia di firme per dire ‘Stop al Mes’. E per i prossimi giorni, per Salvini, un calendario fittissimo che sembra un giro pastorale: Pavullo nel Frignano, Viano, Rio Saliceto, Ferrara. Ma le prossime due settimane saranno anche decisive per un altro aspetto molto importante in vista del 26 gennaio, ovvero la definizione delle liste dei candidati al consiglio regionale. Se la corsa fosse veramente sul filo come dicono i sondaggi, candidature forti possono fare la differenza. Domani si chiude il termine per le candidature del Movimento 5 Stelle, ma il mal di pancia e’ in aumento: sulle bacheche degli attivisti e’ tutto un discutere dell’annuncio della consigliera regionale uscente Raffaella Sensoli, che ha detto che non si ricandida e che votera’ disgiunto, dando la sua preferenza a Stefano Bonaccini. Estremo, ma molto complicato, tentativo di convincere i suoi a raccogliere l’appello del Pd per un’alleanza organica a sostegno del presidente uscente in chiave anti-leghista.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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