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Conte è “quasi d’accordo” con l’Ue, in Italia però la Lega va all’attacco del Reddito di Cittadinanza

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Non ci sarà alcun “arretramento sul reddito di cittadinanza e sulla riforma della Fornero”, assicura Giuseppe Conte da Bruxelles dove sta provando a chiudere la trattativa con l’Ue per evitare la procedura di infrazione per eccesso di deficit.
“Le misure non cambiano: spenderemo un po’ di meno ma solo perché dalle relazioni tecniche stiamo scoprendo che avevamo previsto più soldi” del necessario, aggiunge dall’Italia Luigi Di Maio. Secondo la narrazione del governo, i risparmi imposti dal tentativo di accordo con l’Europa non avranno conseguenze di rilievo sull’ attuazione dei due provvedimenti bandiera della manovra. Eppure rispetto ai 16 miliardi complessivi preventivati, il taglio sarà di circa 4 miliardi, cioè il 25% del totale. Per le pensioni si passa infatti dai 6,7 miliardi di spesa preventivati sul 2019 a 4,7. Il reddito scende da 9 a 7. Difficile pensare che questo non impatti sui tempi, i criteri e le platee interessate dalle due misure. Che finora, però – nel balletto di ipotesi, promesse e indiscrezioni – non erano mai state esplicitate in maniera così dettagliata da dover essere ora smentite. La manovra si limita infatti a stanziare i fondi, che saranno rivisti alla luce del deficit tagliato dal 2,4 al 2,04%.
Intanto però la trattativa con l’Ue sulle risorse fa perdere la bussola alla Lega. Anche perché Bruxelles ha messo nel mirino soprattutto le modifiche al sistema pensionistico, quelle più care alla Lega.
Ed a difendere la bandiera delle pensioni della Lega scende in  campo il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, che ha difeso quota 100 (“i tagli li vuole la Ue, non agli italiani”) e attaccato il reddito di inclusione, misura che “piace all’Italia che non ci piace” e che rischia di “alimentare il lavoro nero”. Ad ogni modo, ha aggiunto evocando le elezioni, “il nostro impegno dura se sarà possibile realizzare il contratto di governo, altrimenti la parola torni al popolo”. A stretto giro la replica di Luigi Di Maio: “A noi l’Italia piace tutta”, ha detto il vicepremier assicurando che “ispettorato del lavoro e Finanza saranno al lavoro ogni giorno” contro il sommerso.
Per il via libera operativo al reddito e alle nuove pensioni anticipate bisogna attendere i decreti previsti subito dopo il varo della manovra e ora vicini all’ultimazione, secondo Conte. Come è noto, le misure non entreranno in vigore subito. Per l’ assegno di cittadinanza si parla di aprile. Per ‘quota 100’ il meccanismo delle finestre fa slittare le uscite tre mesi dopo la maturazione del diritto per i lavoratori privati e sei mesi dopo per quelli pubblici. I primi pensionamenti partiranno da aprile e da giugno. La novità delle ultime ore è che le finestre potrebbero essere ‘mobili’ cioè allungarsi di altri tre mesi, se la spesa risulterà superiore alle previsioni. Una clausola di salvaguardia per evitare di sfondare il tetto prefissato. Per disincentivare le uscite è previsto anche il divieto di cumulo tra pensioni e reddito da lavoro (oltre i 5mila euro annui) e c’è anche il freno ‘automatico’ dovuto al fatto che chi anticipa, data la minore contribuzione, avrà una pensione più bassa di quella che riceverebbe se posticipa l’ uscita. Paradossalmente gioca invece come incentivo la durata sperimentale di tre anni del provvedimento, introdotta per arginare i timori europei sul debito: l’ incertezza sulla normativa futura potrebbe spingere molti lavoratori ad approfittare dell’occasione. Nel complesso il governo stima un’adesione non superiore all’ 85% degli aventi diritto. Per il reddito di cittadinanza si prevede lo chieda il 90% della platea potenziale di circa 5 milioni, con una previsione di spesa ridotta da 9 a 8 miliardi. Altri risparmi dovrebbero derivare, oltre che dallo slittamento dell’erogazione, dai requisiti richiesti: il reddito non verrebbe concesso a chi possiede più di un immobile, mentre chi ha solo la casa di residenza avrà 280 euro in meno di chi sta in affitto. Oltre a immobili e risparmi peserà anche il possesso di automobili: chi ha più di un’utilitaria verrebbe escluso. Resta poi da vedere quale sarà il contributo previsto per i familiari a carico: cioè quanto sarà dato oltre il tetto massimo di 780 euro previsto per i single, a chi ha coniuge e figli.

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L’assessore al Bilancio del Comue di Napoli, Pier Paolo Baretta: patrimonio è asset strategico, va valorizzato

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“Il patrimonio del Comune di Napoli per la sua dimensione che conta circa 67mila unità, di cui 23mila alloggi popolari, locali commerciali, immobili di pregio e monumentali, per il suo valore simbolico ed economico pari a oltre 6 miliardi di euro è un asset decisivo di una strategia di rilancio”. Lo ha detto l’assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta, nel suo intervento per illustrare la delibera relativa al passaggio a Invimit, società del Mef, di una parte di immobili per migliorarne la gestione. Un’operazione che – ha ricordato l’assessore – rientra tra gli impegni presi dall’amministrazione nell’ambito del Patto per Napoli.

Baretta ha posto l’accento sul fatto che tale operazione è volta “alla valorizzazione” dei beni che si traduce nel mettere in campo “un intervento di responsabilità che abbia cura dei beni pubblici, li tuteli, persegue le finalità loro assegnate e prevede un’adeguata redditività. Lo scopo primario non è fare cassa, ma fare patrimonio”. Tra i beni che compongono un primo lotto di patrimonio che sarà affidato a Invimit per essere valorizzato figurano: alcuni appartamenti di Palazzo Cavalcanti (esclusa la sede dell’ufficio Cultura dell’amministrazione comunale); il Garittone; il deposito Anm di Posillipo; un immobili abbandonato in via Marechiaro; il palazzo di Egiziaca a Pizzofalcone, nei mesi scorsi oggetto di un intervento di sgombero di abusivi, e la Galleria Principe di Napoli.

Per quanto riguarda la Galleria Principe, l’assessore Baretta ha sottolineato che “è evidente l’assoluta inalienabilità di un bene come la Galleria Principe per cui qualsiasi valutazione economica è solo convenzionale, essendo il suo valore civico e artistico inestimabile e perchè in essa sono presenti alcune destinazione di carattere sociale che intendiamo confermare”. Il Fondo che viene costituito vede il Comune con una quota di maggioranza del 70 per cento e un 30 per cento a Invimit.

Il fondo sarà gestito da un comitato costituito da 5 persone di cui 3 nominate dall’amministrazione comunale “con il compito di valorizzare gli immobili consegnati e valutare le destinazioni d’uso che saranno sottoposte ai dettami del Piano regolatore in via di revisione e dunque – ha evidenziato Baretta – è un’operazione che rientra in una nuova visione complessiva della città e non separata dalle scelte del Comune ma è un tassello di una prospettiva più generale che spetta a noi decidere”.

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Lagarde, vigilanza banche step significativo per integrazione Ue

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“Dieci anni fa, il 15 ottobre 2013, il Consiglio Ue approvava il regolamento che istituiva il Meccanismo di vigilanza Unico. È stato il passo più significativo verso l’integrazione Europea dall’introduzione dell’euro”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, aprendo il Forum sulla vigilanza bancaria ‘Europe: banking on resilience’.

Lagarde ha detto che ci sono due motivi per questo: “In primo luogo, avrebbe portato ad una vigilanza più rigorosa e più omogenea: un unico supervisore che avrebbe applicato un unico insieme di regole per un mercato bancario unico. Ciò, a sua volta, avrebbe consentito di istituire una vera unione bancaria, con una rete di sicurezza in comune. E un’unione bancaria avrebbe rafforzato l’unione monetaria garantendo che i depositi bancari fossero considerati ugualmente sicuri ovunque”. E in secondo luogo, “la vigilanza unica avrebbe aiutato a rendere la politica monetaria più efficace, perché un sistema bancario debole può complicare il nostro compito di stabilizzare l’inflazione – in entrambe le direzioni”, ha spiegato ancora la presidente della Bce.

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Domani il tax day per autonomi, conto da 50 miliardi

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Un conto di tutto rispetto quello che imprese e autonomi si vedranno recapitare domani: 50 miliardi tra Irpef, Ires e imposte sostitutive. E’ il “tax day”, ricorda Confesercenti che fornisce i dati dell’esborso. Un esborso che potrebbe però essere anche maggiore se, ad esempio, i contribuenti avessero aderito anche alla nuova rottamazione: per pagare la nuova rata (la seconda) c’è infatti tempo fino a domani. Ma grazie alla “tolleranza” accordata in questi casi l’ultimo pagamento utile potrà essere fatto entro il 5 dicembre ed essere considerato valido. Insomma un bel salasso e per questo l’Anc, l’associazione nazionale commercialisti, torna alla carica chiedendo una proroga per le rate della pace fiscale. Con il pagamento di domani – calcola Confesercenti – si salda circa il 60% del gettito complessivo dell’anno. Più in dettaglio le partite Iva – stima l’Ufficio tributario Confesercenti – andranno a versare, come secondo acconto annuale Irpef, circa 12,5 miliardi di euro.

Un computo che non include le addizionali già versate a saldo lo scorso giugno. Per l’Ires, imposta sui redditi per le società, si verseranno circa 28,32 miliardi. L’Irap, imposta regionale sulle attività produttive, invece, graverà su autonomi e imprese per 10,58 miliardi. Nello stesso giorno anche il versamento di diverse imposte sostitutive che vedrà coinvolti, tra le diverse tipologie di contribuenti interessati, anche gli autonomi e le imprese in regime forfetario: per loro previsto un versamento di circa 1 miliardo. “È giunto il momento – spiega Confesercenti – di rivedere il sistema di liquidazione delle imposte e del versamento degli acconti, in particolare del secondo, al fine di rendere più sostenibile l’impatto finanziario sulle imprese. Lo abbiamo già proposto durante i tavoli di confronto sulla delega fiscale con l’Amministrazione finanziaria e le parti politiche.

L’attuale sistema di possibile rateizzazione del primo acconto, con una maggiorazione a carico dei contribuenti, ed un posticipo con possibile dilazione del secondo, esclusivamente prevista per l’anno in corso, non sono assolutamente sufficienti a dare respiro ed a permettere una corretta pianificazione finanziaria alle imprese dell’esborso fiscale nel corso dell’anno. Basta Tax day – conclude Confesercenti – ma appuntamenti con il Fisco più dilazionati per evitare carichi eccessivi per imprenditori e imprese”. Anche i commercialisti intervengono di nuovo: “ci rendiamo conto che il pagamento delle rottamazioni andrebbe a beneficio delle risorse disponibili per la legge di bilancio, ma occorre tenere presente che non si può pensare di soffocare le aziende per incassare una rata, compromettendo così il futuro di molte realtà produttive. Per questo torniamo a chiedere una necessaria proroga”, dichiara il presidente dell’Anc Marco Cuchel.

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