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Cronache

Assolto dopo 15 anni: l’odissea giudiziaria dello psichiatra Adolfo Ferraro

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La quinta sezione della Corte di Appello di Napoli ha assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, Adolfo Ferraro, psichiatra ed ex direttore dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, ponendo fine a un incubo giudiziario durato 15 anni. Ferraro era accusato di favoreggiamento personale nei confronti di un presunto affiliato a un clan di Torre Annunziata, ma questa lunga battaglia legale non solo ha distrutto la sua reputazione, ma ha messo in luce le criticità di un sistema giudiziario incapace di garantire tempi ragionevoli e la presunzione di innocenza.

Il percorso giudiziario: una vicenda interminabile

La vicenda giudiziaria di Ferraro era iniziata con pesanti accuse, successivamente ridimensionate nel corso del tempo. In primo grado, il Tribunale di Torre Annunziata aveva dichiarato il reato prescritto, ma senza riconoscere l’estraneità dello psichiatra. Non accettando una soluzione che lasciava ombre sulla sua reputazione, Ferraro ha deciso di rinunciare alla prescrizione, chiedendo che fosse accertata la verità nel merito.

L’assoluzione, arrivata pochi giorni fa, mette finalmente la parola “fine” a una vera e propria odissea giudiziaria, come sottolineano i suoi legali Domenico Ciruzzi e Valerio Esposito: «Un tempo infinito, aggravato dal fatto che già il Tribunale del Riesame, la Corte di Cassazione e lo stesso pubblico ministero di primo grado avevano riconosciuto l’estraneità di Ferraro ai fatti contestati».

L’inciviltà di un processo durato 15 anni

La durata di 15 anni per un processo che si conclude con un’assoluzione piena non può passare inosservata. È una ferita al sistema giudiziario italiano, che sottolinea l’urgenza di riforme strutturali. Il caso Ferraro evidenzia come la lentezza della giustizia non solo comprometta la vita personale e professionale degli imputati, ma favorisca anche una condanna mediatica anticipata, basata su illazioni e congetture.

Il penalista Ciruzzi ha sottolineato: «Sono state cancellate illazioni e congetture che avevano segnato la prima fase delle indagini preliminari». Ma la cancellazione di queste ombre giunge troppo tardi per riparare i danni all’immagine di un professionista che ha visto la sua reputazione compromessa per oltre un decennio.

L’impatto sulla reputazione: una condanna sociale senza sentenza

Prima ancora che la giustizia facesse il suo corso, Ferraro ha vissuto una condanna sociale: il semplice sospetto di essere coinvolto in un reato così grave ha avuto conseguenze devastanti per la sua carriera e la sua vita privata. Questa vicenda solleva interrogativi sull’equilibrio tra diritto all’informazione e tutela della presunzione di innocenza, principi che troppo spesso vengono disattesi durante i lunghi iter processuali.

Una riflessione sul sistema giudiziario

Il caso Ferraro è emblematico delle disfunzioni del sistema giudiziario italiano, dove i tempi biblici dei processi si traducono in danni irreparabili per gli imputati, anche quando alla fine viene accertata la loro innocenza. Un sistema giusto deve non solo garantire la verità, ma farlo entro tempi che rispettino la dignità delle persone coinvolte.

Come evidenziano i difensori di Ferraro, questa assoluzione è un traguardo importante, ma non può cancellare 15 anni di sofferenze e accuse infondate, che hanno segnato indelebilmente la vita dello psichiatra.

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Cronache

Daspo a raffica a Napoli: colpiti cinque ultras azzurri e tifosi delle serie minori per scontri e aggressioni

Il questore di Napoli emette 11 Daspo: cinque contro ultras azzurri per scontri a Manchester e altri contro tifosi coinvolti in episodi di violenza in Campania. Divieti fino a 5 anni.

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Pioggia di provvedimenti Daspo emessi dal questore di Napoli Maurizio Agricola (nella foto) contro undici tifosi, coinvolti in episodi di violenza dentro e fuori gli stadi, sia in campo internazionale che nelle categorie minori del calcio campano.


Cinque Daspo per gli scontri di Manchester

Il provvedimento più severo riguarda cinque ultras del Napoli, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, protagonisti di disordini all’Etihad Stadium di Manchester lo scorso settembre, in occasione della gara di Champions League contro il Manchester City.

I tifosi avevano tentato di entrare in un settore diverso da quello riservato, venendo poi a contatto con steward e forze di polizia. Tutti furono arrestati nel Regno Unito e ora per loro è scattato il divieto di accesso agli stadi italianiper un periodo compreso tra i tre e i cinque anni, in base alla gravità dei singoli comportamenti.


Daspo per episodi avvenuti al Maradona

Altri tre provvedimenti sono stati emessi nei confronti di tifosi del Napoli di 18, 26 e 48 anni.
I primi due sono stati denunciati per accensione di fumogeni e resistenza a pubblico ufficiale durante Napoli–Genova, mentre il terzo, 48enne, è stato identificato per lo stesso reato in occasione di Napoli–Cagliari.

Per tutti e tre è stato disposto un Daspo della durata di un anno.
Inoltre, un altro tifoso partenopeo è stato colpito da un divieto di accesso di due anni per aver scavalcato le barriere di sicurezza durante Napoli–Pisa.


Daspo anche nei campionati minori

Le misure del questore non hanno riguardato solo il tifo organizzato della Serie A.
Sono stati colpiti anche tifosi di squadre dilettantistiche: un 35enne e un 57enne hanno ricevuto un Daspo di 4 anni per aver minacciato e aggredito gli arbitri durante Puteolana–Asd Pianura e Montecalcio–Pol. Sibilla.

Infine, un 73enne è stato raggiunto da un Daspo di tre anni dopo aver aggredito due giocatori avversari durante l’incontro Polisportiva Casoria–Boca Academy.


Tolleranza zero contro la violenza negli stadi

Con questi nuovi provvedimenti, la Questura di Napoli ribadisce la linea della tolleranza zero contro ogni forma di violenza sportiva, sottolineando che i Daspo restano uno strumento essenziale per la sicurezza negli stadi e per garantire che il calcio resti un momento di sport e aggregazione, non di scontri e tensioni.

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Rapine di orologi di lusso tra Italia e Spagna: sei misure cautelari a Napoli, uno degli indagati legato al clan Mallardo

Sei persone indagate per una serie di rapine e furti di orologi di lusso tra Italia e Spagna. La DDA di Napoli dispone misure cautelari: un arresto e cinque divieti di dimora in Campania. Uno degli indagati è ritenuto vicino al clan Mallardo.

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Un’organizzazione criminale specializzata in furti e rapine di orologi di lusso tra Italia e Spagna è stata smantellata dalla Polizia di Stato su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il gip del tribunale partenopeo ha emesso sei misure cautelari, eseguite nelle ultime ore.


L’inchiesta della DDA di Napoli

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i membri dell’associazione avrebbero agito tra il 2019 e il 2022, colpendo in diverse città italiane e spagnole.
In particolare, le rapine e i furti sarebbero avvenuti a Torino, Lucca, nelle località turistiche della riviera romagnola e in alcune città spagnole, dove il gruppo era riuscito a costruire una fitta rete di appoggi logistici e contatti.


Un arresto e cinque divieti di dimora

Ad uno degli indagati è stata notificata la custodia cautelare in carcere, mentre per altri cinque soggetti è scattato il divieto di dimora in Campania.
Gli investigatori hanno accertato che l’uomo finito in carcere sarebbe anche autore di un’estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore locale.


Legami con il clan Mallardo

Secondo la DDA di Napoli, l’indagato arrestato avrebbe legami diretti con il clan Mallardo, gruppo criminale radicato nell’area a nord del capoluogo campano, storicamente attivo tra Giugliano, Qualiano e Villaricca.
Proprio questa connessione ha spinto gli inquirenti a contestare l’aggravante mafiosa, ritenendo che l’estorsione fosse finalizzata a rafforzare il prestigio e il potere del clan sul territorio.


Le indagini e la rete internazionale

Le indagini, condotte in collaborazione con le autorità spagnole, hanno permesso di ricostruire i movimenti transnazionali della banda, che pianificava i colpi nei luoghi a maggior presenza di turisti e utilizzava canali esteri per piazzare i preziosi orologi rubati.
Il gruppo operava con tecniche sofisticate, utilizzando scooter rubati, targhe false e pedinamenti mirati delle vittime.

L’inchiesta prosegue per individuare eventuali complici e per ricostruire la filiera di ricettazione dei beni di lusso rubati.

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Cronache

Campi Flegrei, allerta gialla per rischio eruzione: nuove esercitazioni di Protezione Civile

La Protezione Civile conferma l’allerta gialla ai Campi Flegrei e la fase 2 di attenzione. Rafforzati monitoraggi e piani di sicurezza, con nuove esercitazioni nazionali previste il 5 e 6 novembre.

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Il Dipartimento della Protezione Civile ha confermato il livello di allerta giallo per rischio vulcanico nell’area flegrea e l’adozione della fase 2 di Attenzione. La decisione è arrivata dopo la riunione della Commissione Grandi Rischi – settore rischio vulcanico, che ha valutato l’andamento delle attività nei Campi Flegrei e aggiornato le strategie operative previste dal decreto del Capo Dipartimento del 30 ottobre.


Un sistema di allerta aggiornato secondo le nuove conoscenze scientifiche

La nuova articolazione dei livelli di allerta riflette i progressi scientifici e i dati di monitoraggio raccolti negli ultimi mesi sul vulcano flegreo.
Si tratta di un lavoro congiunto che ha coinvolto la Protezione Civile nazionale, l’INGV, la Regione Campania e i sindaci dei Comuni interessati, con l’obiettivo di aggiornare le procedure di prevenzione e risposta alle emergenze in una delle aree vulcaniche più complesse e densamente abitate d’Europa.


Cosa prevede la fase 2 di attenzione

L’adozione della fase 2 di Attenzione implica un rafforzamento del monitoraggio e delle attività di prevenzione, oltre alla verifica delle misure operative dei piani di protezione civile comunali.
In particolare, sono previste:

  • un incremento delle attività di controllo e valutazione dello stato del vulcano;

  • la verifica delle pianificazioni di emergenza;

  • campagne di formazione e informazione per i cittadini;

  • esercitazioni periodiche per testare la risposta del sistema territoriale.

Tutte misure che, come sottolinea il Dipartimento, “sono già pienamente in essere” e continueranno con intensità crescente nelle prossime settimane.


Esercitazione nazionale “Campi Flegrei 2025”

Domani, 5 novembre, e giovedì 6 novembre, si svolgerà la nuova esercitazione nazionale sul rischio vulcanico “Campi Flegrei 2025”, organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile insieme alla Regione Campania.
Durante l’evento verranno testati:

  • l’allontanamento assistito da tre aree di attesa del Comune di Napoli;

  • la funzionalità dell’area di incontro del Porto di Napoli – Stazione Marittima.

L’esercitazione rappresenta il completamento della simulazione nazionale “Exe Flegrei 2024”, che si era svolta lo scorso ottobre e aveva già coinvolto numerosi comuni della zona rossa e gialla.


Prevenzione, informazione e collaborazione tra istituzioni

L’obiettivo delle attività è consolidare la cooperazione tra enti locali, istituzioni scientifiche e Protezione Civile, garantendo una risposta coordinata e tempestiva in caso di emergenza.
Il mantenimento dell’allerta gialla conferma che non vi è un pericolo immediato di eruzione, ma la situazione resta sotto costante osservazione.

Un segnale, dunque, di massima vigilanza e responsabilità, in un’area dove la conoscenza e la prevenzione rappresentano le armi più efficaci per la sicurezza dei cittadini.

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