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Salute

Tumori, al Monaldi parte la campagna “Perché VaccinarSI!” per proteggere i pazienti oncologici

Dal Monaldi di Napoli parte la campagna “Perché VaccinarSI!” per sensibilizzare i pazienti oncologici sull’importanza delle vaccinazioni. Il direttore Vincenzo Montesarchio: “Le cure salvano la vita, ma senza vaccini i rischi restano altissimi”.

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Una campagna per salvare vite e garantire continuità alle cure.
Dall’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli parte “Perché VaccinarSI!”, iniziativa promossa dall’associazione pazienti La Lampada di Aladino ETS con la sponsorizzazione incondizionata di GSK Vaccini e Pfizer, e che vede Campania e Lombardia come regioni pilota.

L’obiettivo è convincere i pazienti oncologici e i loro caregiver a vaccinarsi contro le infezioni più comuni, spesso sottovalutate ma potenzialmente gravi per chi affronta una malattia tumorale.


Montesarchio: “Le cure oggi sono efficaci, ma il rischio resta senza vaccini”

“I pazienti oncologici oggi possono contare su terapie che fino a pochi anni fa erano impensabili — spiega Vincenzo Montesarchio, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia del Monaldi — ma il paradosso è che rischiano la vita per infezioni comuni, a causa della scarsa adesione alle vaccinazioni”.

Per il professore, che è anche membro del team scientifico de La Lampada di Aladino ETS, la chiave è l’informazione: “Il personale medico del nostro Day Service Oncologico è il primo riferimento per spiegare ai pazienti l’importanza del vaccino. È cruciale che tutte le figure sanitarie coinvolte contribuiscano a questa consapevolezza”.


Video, informazione e sensibilizzazione

La campagna prevede la realizzazione di video informativi in collaborazione con i medici oncologi, che saranno proiettati nelle sale d’attesa e nei circuiti interni delle strutture sanitarie coinvolte, insieme a materiale informativo dedicato.

“Fare informazione è essenziale — aggiunge Montesarchio — perché la vaccinazione è un atto di prevenzione che protegge non solo il paziente ma anche la comunità che lo circonda”.


L’allarme dei numeri: quasi 400mila nuove diagnosi l’anno

Secondo il rapporto “I numeri del cancro 2024”, in Italia si stimano 390.100 nuove diagnosi di tumore nel 2024, di cui 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne.
Sono circa 3,7 milioni le persone che vivono dopo la diagnosi di tumore, e la mortalità tra i giovani adulti (20-49 anni) è calata di oltre il 20% in 15 anni.

Numeri incoraggianti, ma che impongono prudenza. “Vaccinarsi significa anche evitare complicazioni che possono interrompere le terapie oncologiche”, sottolinea Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.


Fusco: “Vaccini essenziali contro infezioni che possono compromettere le cure”

“Vaccinazioni come antinfluenzale, antipneumococcica, anti-SARS-CoV-2, anti-Herpes zoster e anti-RSV — spiega Francesco Maria Fusco, infettivologo del Cotugno — restano ancora in un’area di esitazione. Eppure, per i malati oncologici e per chi vive con loro, possono fare la differenza nel ridurre le complicanze e migliorare la qualità di vita”.

Il momento migliore per vaccinarsi, chiariscono i medici, è subito dopo la diagnosi, prima di iniziare le terapie. Se non è possibile, sarà il team oncologico a definire il momento più opportuno in base alle condizioni cliniche del paziente.


Petruzzelli: “Abbattere paure e falsi miti”

“Molti pazienti temono che le vaccinazioni possano interferire con la malattia o con i trattamenti — osserva Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino ETS — ma è il contrario: il vaccino protegge da infezioni prevenibili e aiuta a proseguire le terapie senza interruzioni.
Vaccinarsi è un gesto di responsabilità verso sé stessi e verso chi si ama.”


Una cultura della prevenzione per i pazienti più fragili

“Perché VaccinarSI!” nasce così come un progetto di educazione sanitaria e fiducia, volto a trasformare la vaccinazione da semplice raccomandazione a parte integrante del percorso di cura oncologica.

Dal Monaldi parte un messaggio chiaro: proteggersi dalle infezioni è parte della terapia contro il cancro.

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Salute

A Modena bonus fino a 1.800 euro ai medici di base che prescrivono meno esami nel 2025: scoppia la polemica politica

A Modena l’Ausl introduce un incentivo fino a 1.800 euro ai medici che riducono gli esami specialistici rispetto al 2024. L’obiettivo è promuovere l’appropriatezza, ma Fratelli d’Italia e Forza Italia attaccano: “Si rischia di minare la fiducia dei pazienti”.

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Un incentivo economico fino a 1.800 euro l’anno per i medici di base che nel 2025 ridurranno il numero di esami specialistici prescritti rispetto al 2024. È quanto previsto da un accordo siglato a Modena tra l’Ausl e i medici di medicina generale, rappresentati dalla Fimmg, con l’obiettivo dichiarato di promuovere l’appropriatezza prescrittivae un uso più efficiente delle risorse sanitarie.

Il meccanismo prevede che i medici che mantengono le prescrizioni entro una certa soglia ricevano 1,2 euro per ogni assistito all’anno. Con una media di 1.500 pazienti per medico, l’incentivo può dunque raggiungere i 1.800 euro.


Le prestazioni coinvolte e la logica dell’accordo

L’accordo, approvato il 28 ottobre, riguarda 12 tipologie di prestazioni specialistiche, tra cui chirurgia vascolare, dermatologia, fisiatria, gastroenterologia, oculistica, otorinolaringoiatria, pneumologia, urologia, Tac, risonanze magnetiche, gastroscopie e colonscopie.

L’obiettivo non è spingere i medici a prescrivere meno, ma aiutarli a prescrivere meglio”, ha spiegato il direttore generale dell’Ausl di Modena, Mattia Altini. “Vogliamo fornire strumenti e dati per valutare come e dove è possibile intervenire con maggiore appropriatezza, anche quando ciò comporta spiegare a un paziente che l’esame richiesto non è necessario. È la parte più difficile della relazione medico-paziente”.


Le critiche politiche: “Si rischia di minare la fiducia dei cittadini”

L’iniziativa, tuttavia, ha suscitato forti reazioni politiche. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno espresso perplessitàchiedendo alla Regione Emilia-Romagna di chiarire la propria posizione e valutare se estendere o meno il modello ad altre Aziende sanitarie.

Per la consigliera Annalisa Arletti (FdI), “il provvedimento rischia di minare la fiducia del cittadino nei confronti del medico, che potrebbe apparire come spinto da un interesse economico nel ridurre le prescrizioni”.

Dello stesso avviso Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia, che parla di “problema enorme” e chiede “una presa di posizione chiara e forte da parte della Regione”.


Il nodo tra risparmio e fiducia

Il progetto modenese riapre così il dibattito su efficienza della spesa sanitaria e autonomia professionale dei medici. Da un lato, la necessità di evitare esami superflui e ridurre i tempi d’attesa; dall’altro, il rischio che i pazienti percepiscano il medico come vincolato da logiche economiche più che da valutazioni cliniche.

Un equilibrio delicato, che la Regione sarà ora chiamata a gestire con chiarezza e trasparenza per evitare che l’iniziativa di Modena, nata per promuovere la buona sanità, diventi un caso politico nazionale.

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Trachea stampata in 3D: primo prototipo al mondo che replica il tessuto umano

Realizzato per la prima volta al mondo un modello di trachea stampato in 3D che riproduce la complessità del tessuto umano. La biostampante Electrospider apre nuove frontiere nella medicina rigenerativa.

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Un traguardo storico per la medicina rigenerativa: per la prima volta è stato realizzato, attraverso la stampa in 3D, il prototipo di una parte di trachea capace di riprodurre fedelmente la complessità del tessuto umano.
Il risultato apre nuove prospettive nella ricerca per la rigenerazione e la sostituzione degli organi danneggiati.


Un modello che imita l’organo naturale

Il prototipo ricrea la struttura e il comportamento meccanico della trachea, simulando con grande precisione le caratteristiche dell’organo naturale.
L’innovazione è frutto del lavoro di Solidworld, azienda che ha sviluppato Electrospider, la biostampante avanzata costruita da Bio3DPrinting, capace di combinare diverse tecniche di biofabbricazione in un’unica sessione di stampa.


Superati i limiti della medicina tradizionale

Finora, la riparazione o sostituzione dei tratti tracheali era ostacolata da tre criticità principali:

  • rischio di rigetto dei tessuti trapiantati,

  • difficoltà di vascolarizzazione, cioè di creare una rete di vasi sanguigni che nutra il tessuto,

  • complessità anatomica della trachea, diversa per ogni paziente.

Electrospider è riuscita a superare questi limiti riproducendo la disposizione naturale dei tessuti e integrando materiali biocompatibili che ne imitano la resistenza e la flessibilità.


Una svolta per la bioingegneria e la ricerca clinica

Questo nuovo passo nella stampa 3D dei tessuti umani potrebbe rivoluzionare le applicazioni cliniche, aprendo la strada a trapianti personalizzati e a modelli organici realistici per la sperimentazione medica.
La trachea biostampata rappresenta non solo un prototipo tecnologico, ma anche un simbolo di ciò che la biostampa può offrire per il futuro della medicina: organi su misura, meno invasivi e più compatibili con il corpo umano.

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Salute

Scontro in diretta all’Aifa: il direttore amministrativo Pavesi critica l’Agenzia, replica piccata di Russo

Tensione all’Aifa durante la presentazione del rapporto Osmed: il direttore amministrativo Giovanni Pavesi critica l’Agenzia e parla di mancanza di controllo e trasparenza. Replica dura del direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo.

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Momenti di tensione questa mattina a Roma, durante la presentazione del rapporto Osmed dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Il direttore amministrativo Giovanni Pavesi ha criticato apertamente l’operato dell’Agenzia, parlando di criticità nella gestione interna e nei controlli, suscitando la reazione immediata del direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo, che lo ha definito “inopportuno” davanti ai presenti.


Pavesi: “L’Aifa deve migliorare il controllo e la trasparenza”

Nel suo intervento, Pavesi ha dichiarato di essere “in distonia con la visione ottimistica” presentata nel rapporto, sostenendo che “se parliamo con le Regioni non c’è la convinzione che tutto vada così bene”.
Il direttore amministrativo ha sottolineato la necessità di “affinare gli strumenti di controllo” e ha espresso preoccupazione per la spesa farmaceutica, avvertendo che, “se non vengono rivisti i tetti, anche quello della convenzionata rischia di essere superato nel 2026”.

Pavesi ha inoltre richiamato l’attenzione sul tema della trasparenza, affermando che “il ruolo del regolatore è molto difficile, ma è fondamentale dare il senso di essere un regolatore trasparente e al di sopra degli interessi particolari”.


Russo: “Le critiche del collega non sono vere”

Le parole di Pavesi hanno provocato la replica immediata di Russo, che ha commentato con tono ironico:
Mi aspettavo le domande dai giornalisti più cattivi, ma le sta facendo il direttore amministrativo”.
Il direttore tecnico-scientifico ha poi aggiunto che Pavesi avrebbe detto “anche delle cose non vere”, respingendo al mittente le accuse di mancanza di controllo e trasparenza.


Un confronto che scuote i vertici dell’Aifa

Lo scontro pubblico tra i due dirigenti getta un’ombra di tensione interna sui vertici dell’Aifa, in un momento particolarmente delicato per la gestione della spesa farmaceutica e per il rapporto con le Regioni.
Le parole di Pavesi aprono un fronte critico sulla governance dell’Agenzia, mentre la replica di Russo difende l’immagine di un’istituzione che rivendica la propria autonomia e correttezza operativa.

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