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Neuromed, asportati 44 chili di tumori da un paziente affetto da neurofibromatosi

All’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli rimosse 44 chili di tumori da un paziente affetto da neurofibromatosi. L’intervento, guidato dal professor Bruno Carlesimo, è stato suddiviso in tre fasi e ha salvato la vita del giovane.

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All’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in Molise, è stato eseguito un intervento chirurgico straordinario su un paziente affetto da una grave forma di neurofibromatosi di tipo 1.
L’equipe dell’Unità di Neuro-Orto-Plastica, diretta dal professor Bruno Carlesimo (nella foto), ha asportato 44 chilogrammi di tumori distribuiti sugli arti inferiori e sul bacino del paziente.

L’operazione, suddivisa in tre sedute chirurgiche nell’arco di tre mesi, ha rappresentato una sfida senza precedenti per complessità, durata e rischi operatori.


“Una malattia rara e devastante”

“Parliamo di un caso grave di neurofibroma plessiforme – ha spiegato il professor Carlesimo – che aveva invaso diversi distretti degli arti inferiori. Il paziente era costretto a letto, i tumori avevano raggiunto dimensioni tali da compromettere completamente la sua vita quotidiana”.

La neurofibromatosi di tipo 1 è una malattia genetica rara caratterizzata dalla comparsa di numerosi noduli benigni del sistema nervoso periferico, le cosiddette macchie caffè-latte e altre manifestazioni cutanee e oculari. Nei casi più gravi, i tumori possono diventare enormi e vascolarizzati, aumentando il rischio di shock emorragico durante l’asportazione.


Un’operazione ad altissimo rischio

L’equipe ha affrontato l’intervento con la massima cautela.

“I neurofibromi erano estremamente vascolarizzati – ha spiegato Carlesimo – e la rimozione del tessuto nervoso avrebbe potuto provocare un’emorragia massiva. Il cuore del paziente era abituato a un flusso di sangue molto più alto, tanto che, nonostante la perdita ematica, alla fine dell’intervento era iperteso e non ipoteso, come normalmente accade”.

Per ridurre i rischi, i chirurghi hanno optato per più sessioni operatorie:

“Si asporta una porzione del tumore e si sutura subito la ferita – precisa il professore – poi si procede gradualmente. È un lavoro di estrema precisione, quasi artigianale”.


Riabilitazione e nuova qualità di vita

Dopo cinque mesi di ricovero e riabilitazione, il paziente è stato dimesso.
Grazie all’intervento, ha riacquistato una condizione di vita dignitosa e la possibilità di tornare a camminare.

“Siamo molto soddisfatti – ha commentato il direttore sanitario del Neuromed, Fulvio Aloj –. Questo intervento rappresenta l’eccellenza della nostra Unità di Neuro Orto Plastica, che unisce chirurgia ricostruttiva, neurochirurgia, ortopedia e riabilitazione in un percorso multidisciplinare unico in Italia”.


Neuromed, centro di riferimento internazionale

L’attività dell’Unità di Neuro-Orto-Plastica del Neuromed rappresenta un unicum nel panorama sanitario italiano.
La struttura è infatti in grado di affrontare casi complessi di chirurgia ricostruttiva post-oncologica e post-traumatica, come rimozioni craniche, infezioni di placche o esposizioni di barre di fissaggio, con un approccio che integra competenze mediche e tecnologiche avanzate.

Un risultato che conferma ancora una volta il ruolo di eccellenza del Neuromed di Pozzilli nella ricerca e cura delle malattie rare e neurochirurgiche.

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Economia

Mutui, tassi ancora in rialzo: Taeg al 3,71% e famiglie sempre più orientate al fisso

Nuovo aumento dei tassi sui mutui: a settembre il Taeg sale al 3,71%. Le famiglie scelgono il tasso fisso nonostante condizioni più alte. Cresce la domanda di finanziamenti per casa e imprese.

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Il costo dei nuovi mutui torna a salire. Secondo i dati della Banca d’Italia, il Taeg sui finanziamenti immobiliari è aumentato al 3,71% a settembre, rispetto al 3,67% di agosto e al 3,61% di luglio.

Il rialzo è legato sia alla crescita dell’Irs, l’indice che regola i mutui a tasso fisso, sia alla scelta delle famiglie italiane di orientarsi in oltre il 90% dei casi verso formule a tasso fisso, nonostante sul mercato i finanziamenti a tasso variabile offrano condizioni più basse, tra il 2,6 e il 2,8%.


Il peso degli Irs e la prudenza della Bce

I tassi fissi restano comunque inferiori ai picchi del 2023, quando si era superata la soglia del 4,5%. Tuttavia, la discesa attesa nei mesi scorsi non si è concretizzata a causa della prudenza della Bce e delle tensioni internazionali, che hanno spinto al rialzo gli indici a lungo termine.

Secondo il Codacons, dall’inizio dell’anno i tassi sui mutui sono aumentati dello 0,21%, pari a un aggravio annuo di circa 216 euro su un mutuo da 150.000 euro a 30 anni.


Domanda di mutui ancora in crescita

Nonostante il contesto sfavorevole, la domanda resta sostenuta. Bankitalia rileva che i finanziamenti alle famiglie per l’acquisto della casa sono cresciuti del 2,2% a settembre, confermando la tenuta del mercato immobiliare.

Dopo mesi in cui i mutui hanno rappresentato il principale motore del credito, durante l’estate è tornata a crescere anche la domanda delle imprese. I finanziamenti aziendali sono saliti dell’1,2%, lo stesso incremento già registrato ad agosto.


Crif: domanda in ripresa e rischiosità stabile

Il Crif conferma che, dopo il rallentamento tra il 2023 e il 2024, la domanda di credito ha ripreso a crescere mentre la rischiosità del sistema produttivo resta stabile: a giugno il tasso medio di default è al 3%, in linea con la fine del 2024.

Allo stesso tempo, l’incertezza continua a spingere verso il risparmio: i depositi del settore privato sono aumentati del 3%, in crescita rispetto al 2,7% di agosto.


La dinamica dei mutui conferma quindi un quadro in cui la domanda resta solida, ma la traiettoria dei tassi continua a essere influenzata dalle tensioni internazionali e dalla cautela della politica monetaria europea.

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Razzismo nel calcio, in Spagna l’allarme torna a crescere: Lamine Yamal il più insultato sui social

Il razzismo torna a scuotere il calcio spagnolo. Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, Lamine Yamal è il giocatore più insultato online. Dati allarmanti che riportano alla memoria i casi Eto’o, Dani Alves e Vinícius.

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In Spagna, il problema del razzismo nel calcio torna prepotentemente d’attualità. Dopo Samuel Eto’o, Dani Alves e Vinícius, ora è il turno di Rodrigo e soprattutto di Lamine Yamal, giovanissimo talento del Barcellona e stella della nazionale spagnola.

Secondo un report dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia, diffuso da El País, Yamal è oggi il giocatore più bersagliato da insulti razzisti sul web, con il 60% dei messaggi d’odio rilevati sui social.


Lamine Yamal, talento precoce e bersaglio dell’odio

Ancora minorenne, Yamal è diventato l’idolo della Spagna dopo l’Europeo vinto a suon di gol e giocate spettacolari. Ma la popolarità lo ha reso anche vittima di odio razziale: sui social abbondano insulti come “puto negro morito” e “moro inmundo”.
Una violenza verbale che supera di gran lunga quella rivolta a colleghi come Rodrigo, Mbappé, Balde, Brahim Díaz o Iñaki Williams.


Una lunga storia di razzismo negli stadi spagnoli

Il razzismo nel calcio spagnolo non è un fenomeno nuovo.
Nel 2006, Samuel Eto’o fu sommerso da versi da scimmia durante un Barcellona–Real Saragozza: il campione camerunense minacciò di abbandonare il campo, ma fu convinto a restare.
Nel 2014, Dani Alves reagì con ironia a un gesto ignobile — un tifoso del Villarreal gli lanciò una banana — mangiandola davanti a tutti, trasformando l’offesa in un simbolo di forza.
Più di recente, Vinícius Jr. è riuscito a far sospendere la gara Valladolid–Real Madrid a causa dei cori razzisti e ha portato in tribunale alcuni tifosi, condannati per reati d’odio: un precedente storico in Spagna.


Anche in Italia episodi ancora frequenti

Il fenomeno non risparmia l’Italia.
Nel 2005, Marc André Zoro del Messina fu tra i primi a ribellarsi agli insulti razzisti del pubblico, minacciando di lasciare il campo durante una partita contro l’Inter.
Negli anni, la lista si è allungata: Romelu Lukaku, bersagliato più volte a Cagliari e Torino; Kalidou Koulibaly, insultato nel 2018; e Mike Maignan, vittima di cori discriminatori.


Un fenomeno che chiede risposte concrete

Dai campi di calcio ai social network, il razzismo nello sport continua a manifestarsi in forme diverse ma sempre più visibili.
Le campagne di sensibilizzazione non bastano: servono regole, controlli e sanzioni efficaci, ma soprattutto un cambiamento culturale che riporti al centro il rispetto e l’educazione, dentro e fuori dagli stadi.

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Ambiente

Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Gli scienziati australiani hanno scoperto una nuova specie di ape con minuscole corna, chiamata “Lucifero”. Si trova solo nell’Australia Occidentale e rappresenta la prima scoperta del genere in 20 anni.

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Scoperta in Australia una nuova specie di ape con le corna: si chiama “Lucifero”

Una nuova specie di ape autoctona è stata scoperta in Australia e, per le sue caratteristiche uniche, gli scienziati le hanno dato un nome singolare: “Lucifero”.
Il nuovo insetto, denominato Megachile Lucifer, è stato individuato durante uno studio su un raro fiore selvatico dei Bremer Ranges, nella regione dei Goldfields, nell’Australia Occidentale, circa 470 chilometri a est di Perth.


L’ape con le corna

La particolarità di questa specie risiede nelle piccole corna prominenti, presenti solo nelle femmine.
Secondo i ricercatori, queste strutture potrebbero servire come meccanismo di difesa o come strumento per raccogliere polline, nettare o resine utilizzate nella costruzione dei nidi.


Il nome ispirato a una serie Netflix

La scienziata responsabile della scoperta ha spiegato che il nome Lucifer è stato scelto in modo ironico e ispirato dalla serie televisiva “Lucifer” di Netflix, che stava guardando durante il periodo della ricerca.
Il nome, però, risulta quanto mai appropriato per un insetto dalle caratteristiche tanto singolari e misteriose.


Una scoperta importante dopo 20 anni

Il Megachile Lucifer rappresenta il primo nuovo membro del suo gruppo tassonomico in 20 anni, un evento che sottolinea la ricchezza e la varietà della fauna australiana.
Gli studiosi sperano che questa scoperta contribuisca a sensibilizzare sulla tutela della biodiversità e sulla necessità di proteggere gli ecosistemi unici dell’Australia Occidentale.

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