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Successo al Vinitaly per la Carta dei vini del Parco del CIlento con 60 cantine. E arrivano i “Vitigni del Parco”

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“La nostra Carta dei vini comprende oltre 60 cantine e consentirà a turisti e visitatori di orientarsi nella scelta di vini di qualità e legati al territorio” – commenta Tommaso Pellegrino, il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Una bella affermazione per i vini del Parco al Vinitaly, la più rappresentativa fiera internazionale dedicata ai vini e ai distillati: “Un momento molto positivo per le nostre aziende che ormai , ha detto Pellegrino, riescono ad ottenere importanti riconoscimenti e premi di livello nazionale ed internazionale. La collaborazione con il Parco del Vesuvio ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere al meglio, attraverso eventi ed iniziative diffuse,  i vini dei parchi nazionali campani, puntando essenzialmente sulla loro territorialità”.  Alla conferenza erano presenti, oltre al presidente del Parco nazionale del Vesuvio Agostino Casillo,  il delegato regionale all’agricoltura Franco Alfieri, il direttore del PNCVDA Romano Gregorio, il consigliere del PNCVDA Rosario Carione, il presidente del Consorzio Vesuvio dop Consorzio Tutela vini, Ciro Giordano e  Luigi Scorziello del Consorzio Vita Salernum vites   “Siamo fieri del successo delle cantine del nostro territorio al Vinitaly– commenta il consigliere Carione e sindaco di Trentinara -, per noi è un vanto poter rappresentare le nostre eccellenze con una Carta dei vini del nostro Parco. Buyers provenienti da svariati paesi esteri hanno mostrato in questi giorni grande interesse per il nostro territorio e per le nostre produzioni e questo ci riempie di orgoglio”.

Nell’ambito della manifestazione veronese è stato presentato, inoltre, il progetto “Valorizzazione e salvaguardia della biodiversità viticola del territorio del Parco”, promuovendo la descrizione dei vitigni minori a rischio di scomparsa presenti nel territorio. L’iniziativa, coordinata dall’Ufficio Conservazione Natura del Parco ha permesso di individuare e recuperare ben 49 tipi di vitigni al fine di identificare quali fossero le produzioni vitivinicole locali e renderle conosciute sul mercato, così da offrire ai produttori una maggiore possibilità di commercializzazione ed ai consumatori delle varietà nuove e dallo spiccato sapore territoriale.  Nell’elenco delle varietà esaminate, ve ne sono 17 riconducibili a ben 7 nuovi profili nuovi, cioè assenti da qualsiasi catalogo. Il prossimo obiettivo, dunque, sarà quello di completare la caratterizzazione morfologica di questi tipi, che possono essere già definiti “Vitigni del Parco”, così da mettere i produttori nelle condizioni di avviare le coltivazioni per la commercializzazione. “Un valore aggiunto – dichiara il direttore del Parco del Cilento Romano Gregorio – che sa di storia, di cultura, di tradizione e di territorio. Un legame ulteriore con la nostra meravigliosa terra, che rappresenta sempre una garanzia di attenzione verso i prodotti locali”.

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Procida, la Corricella sulla copertina di Lonely Planet

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Una bellissima foto della Marina Corricella, il suggestivo e policromo borgo dei pescatori dell’isola di Procida, è sulla copertina della guida Lonely Planet nella edizione dedicata al Sud Italia appena pubblicata. L’immagine dall’alto dell’anfiteatro di case dipinte di mille colori che si affaccia sul Tirreno è stata scelta dai curatori della guida tustistica più famosa del mondo per rappresentare esaustivamente “Il sud essenziale e sbiancato dal sole dell’Italia è il paese nella sua forma più antica, piena di sentimento e sensuale. Quaggiù le rovine sono più antiche, i pranzi più lunghi, i paesaggi più selvaggi e intensi”. La copertina di Lonely Planet arriva pochi giorni dopo l’annuncio che, sempre la Corricella, è stata scelta dalla Accademia Europea del Cinema presieduta da Juliette Binoche, tra gli otto nuovi “Tesori della cultura cinematografica europea”, luoghi simbolici per il cinema del nostro continente e da preservare per le generazioni a venire.

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Avvistata in Italia una nuova specie di uccelli

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Piccoli migratori con piumaggio fra il marrone e il grigio, finora mai visti in Italia, sono stati avvistati per la prima volta in Campania. Si allunga così l’elenco delle specie di uccelli presenti nel nostro Paese- Il risultato. annunciato in occasione della Giornata della Terra, è pubblicato sulla rivista Dutch Birding da Marco del Bene, Alessia Addeo e Rosario Balestrieri ,della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. La specie avvistata per la prima volta in Italia si chiama Monachella dal cappuccio (Oenanthe monacha) ed è stata vista durante rilievi ambientali nei pressi di Bacoli (Napoli), il 24 maggio 2023. Per Balestrieri è la “prima testimonianza del passaggio della specie nel Mediterraneo Centrale”. Finora, infatti, la Monachella dal cappuccio era nota in Egitto, Israele, Penisola Arabica e Pakistan.

“L’esemplare osservato a Bacoli – dicono i ricercatori – si trovava su un muro di contenimento degli argini di un canale, vicino al mare. Presentava un piumaggio marrone camoscio/grigio chiaro, con coda marrone, sottocoda camoscio e timoniere scure”. La scoperta, osservano ancora i ricercatori, sottolinea l’importanza di monitorare costantemente la biodiversità e proteggere gli ambienti che l’accolgono, ma anche l’importanza di documentare quel che si vede e di confrontarsi fra specialisti del settore”. Del Bene rileva che si conferma “l’importanza dei monitoraggi ai fini della conservazione e gestione delle specie” e per Addeo questa scoperta permette di “ampliare sempre di più le reti di conoscenze che ci permettono di comprendere al meglio le rotte migratorie”.

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Rifiuti, planet contro plastic: obiettivo è il – 60% entro il 2040

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Ridurre il 60% delle plastiche sul pianeta entro il 2040, sensibilizzando i cittadini del mondo sui danni arrecati dalla plastica alla salute umana, animale e alla biodiversità; eliminare la plastica monouso entro il 2030, investire in tecnologie e materiali innovativi per costruire un mondo senza plastica: questi gli obiettivi della 54esima Giornata mondiale della terra sul tema Planet Vs Plastics. “Una Giornata e insieme una richiesta pressante per agire subito a salvaguardia della salute di ogni essere vivente sul pianeta non solo per limitare il più possibile l’uso della plastica, ma anche per chiedere iniziative e politiche di sensibilizzazione. Prendere consapevolezza è il primo passo”, spiega il direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero.

I dati dell’indagine Waste Watcher, realizzata su monitoraggio Ipsos ed elaborazione dell’Università di Bologna-Distal, segnalano che in Italia oltre otto cittadini su 10, l’85%, sono disposti a ridurre l’acquisto di prodotti con packaging plastico, malgrado il consumatore italiano riconosca al packaging un’importante funzione per la conservazione del cibo e quindi per la prevenzione e riduzione degli sprechi. E quasi un terzo dei consumatori italiani è disposto a rinunciare all’acquisto di un prodotto di cui ha bisogno, qualora fosse contenuto in un packaging non riciclabile. Sempre secondo Waste Watcher, quasi il 75% dei consumatori nella scelta di un prodotto considera la tipologia dell’imballaggio e l’impatto che quest’ultimo ha sull’ambiente grazie alla sua potenziale riciclabilità. “Un piccolo passo avanti nella sensibilità diffusa sul tema delle plastiche, anche se molto resta da fare”, per Segrè.

Planet Vs Plastics ci ricorda che non c’è un’altra Terra: dalla prima edizione della Giornata Mondiale, il 22 aprile 1970, nostro pianeta non ha certo migliorato il suo stato di salute. Fra meno di 30 anni, ai ritmi attuali, negli oceani ci sarà il quadruplo della plastica e uno degli hotspot globali per le microplastiche è il Mediterraneo. Nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino, ben 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, secondo l’ultimo rapporto Wwf. Ogni anno il Mediterraneo ingurgita 229.000 tonnellate di rifiuti di plastica, come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto.

Di queste, ben il 15% arriva dall’Italia. Se i mari del pianeta sono invasi dalle plastiche, non sta meglio la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), quella su cui si producono gli alimenti: la perdita di terreni coltivati determina un deterioramento degli ecosistemi, che porta a dissesti ambientali e sociali. Waste Watcher International ha calcolato quanti terreni coltivabili stanno producendo rifiuti alimentari domestici: in Italia lo spreco medio pro capite pari a 566.3 g secondo le rilevazioni del “Caso Italia” Waste Watcher (febbraio 2024), vanifica e ‘brucia’ il raccolto di una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) pari a 1,643 milioni di ettari e quindi quasi come l’estensione agricola di Belgio + Slovenia (1,833 milioni di ettari).

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