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Redditi dei parlamentari: Renzi tra i più ricchi con oltre 3 mln, Conte il più povero con 24mila euro annui

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Ultimi giorni dell’anno e si allunga l’elenco dei parlamentari che hanno pubblicato – sui siti di Camera e Senato – la dichiarazione dei redditi riferita all’anno 2022. Online i dati di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha dichiarato un reddito complessivo di 24.359 euro (34.095 euro l’anno precedente), tra i piu’ bassi degli eletti a Montecitorio. Per il deputato Aboubakar Soumahoro il reddito dichiarato e’ di 22.115 euro. Nei documenti figura poi l’acquisto di un’auto modello Nissan X-Trail (l’anno di immatricolazione e’ il 2023). Pubblicata anche la dichiarazione dei redditi dell’avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, che si conferma tra i ‘paperoni’ del Parlamento con 2,7 milioni di euro (2,9 milioni nel 2021). Non tanto ricca pero’ da scalzare la prima posizione di Matteo Renzi. Il leader di Italia viva raggiunge un reddito complessivo di 3,2 milioni, con una crescita di 630mila euro rispetto all’anno precedente. Renzo Piano, senatore a vita, ha dichiarato complessivamente 2,9 milioni di euro (2,5 milioni tassati in Francia e 389mila euro in Italia).

Tra i ‘mister milione’ anche il deputato di Fratelli d’Italia, Giulio Tremonti, gia’ ministro dell’Economia, passato da 1 milione e 588mila euro nel 2021 a 2 milioni e 594 mila dell’anno scorso. Sopra al milione anche Cristina Rossello il cui reddito complessivo risulta pari a 2.054.000 euro (contro i 2,1 milioni del 2021) e Claudio Lotito, senatore ‘azzurro’ e presidente della Lazio, con un reddito complessivo di 1 milione e 112mila euro. Per quanto riguarda gli esponenti del governo, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato per il 2022 un redditocomplessivo di 293.531 euro (nel 2021 era di 160.706 euro). Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, guida la classifica dei piu’ ricchi a Palazzo Chigi con 900.645 euro dichiarati, seguito dai ministri Santanche’, (298.638 euro), Valditara (289.020), Calderone (232.003) e Schillaci (227.345). Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha dichiarato 99.699 euro mentre i redditi di Antonio Tajani sono tra quelli non ancora pubblicati. Per quanto riguarda gli altri leader di partito la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha un reddito complessivo di 94.725 euro (erano 88.000 nel 2021), Carlo Calenda ha dichiarato 85.292 euro (65.291 nel 2021), Nicola Fratoianni 104.212 euro (contro i 105.660 dell’anno precedente) e Maurizio Lupi 86.913 euro.

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Rai: giornalisti precari, siamo maggioranza informazione reti

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”L’Assemblea dei giornalisti precari e programmisti multimediali delle Reti Rai all’indomani dello sciopero del 6 maggio indetto da Usigrai dichiara – in una nota – quanto segue:

1) Lo sciopero è una delle prerogative più importanti in mano ai lavoratori in un sistema democratico. Nelle reti Rai esistono circa 250 giornalisti a cui questo strumento è negato: siamo infatti giornalisti partite Iva, dunque senza diritto di sciopero, o giornalisti inquadrati come “programmisti multimediali” dunque non rappresentati dalle sigle sindacali dei giornalisti

2) La giornata di sciopero proclamata da Usigrai ha aiutato a evidenziare che nei programmi di informazione delle Reti Rai una buona parte dei giornalisti non ha un contratto giornalistico. Anzi, nella maggior parte dei programmi, soprattutto quelli quotidiani, noi siamo la maggioranza. Non si può andare avanti così, è necessario trovare una soluzione

3) Abbiamo apprezzato che durante la conferenza stampa indetta in occasione dello sciopero il segretario della Fnsi, Vittorio Di Trapani e il segretario di Usigrai, Daniele Macheda, abbiano dichiarato con nettezza che si tratta di una situazione da sanare al più presto. Abbiamo altresì apprezzato che il segretario di Unirai, Francesco Palese abbia dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di avere un punto in comune con la piattaforma di Usigrai: il giusto contratto per chi lavora nei programmi come giornalista. È lo spirito giusto: nessuno che abbia legittimità sindacale all’interno dell’azienda può esimersi dal farsi carico della nostra condizione. Lavoriamo da anni nel servizio pubblico contribuendo a realizzare con il nostro lavoro e le nostre competenze l’informazione delle tre Reti Rai, chiediamo di avere un contratto giornalistico che ci tuteli dal punto di vista previdenziale, salariale e sindacale

4) In conclusione: non ci interessa essere “tirati per la giacchetta”. Se ne avessimo avuto la possibilità qualcuno di noi avrebbe aderito allo sciopero, altri no, altri hanno comunque voluto partecipare prendendo giorni liberi e permessi che, però, non hanno nulla della dignità dell’astensione dal lavoro organizzata. Quindi chiediamo: quanto dobbiamo aspettare ancora? Ci saranno nuove priorità? Davvero il più grande editore italiano non può applicare il contratto previsto per legge a chi informa il pubblico per “questioni economiche”? Attendiamo da cinque anni un tavolo sindacale che affronti seriamente la questione. Ci aspettiamo che, subito dopo l’insediamento del nuovo cda, tutti lavorino per giungere a un accordo e che questo sia uno dei primi punti posti all’attenzione della nuova governance”.

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Tajani, su Toti si poteva intervenire in un altro momento

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“Il ministro Nordio ha un ruolo e può dire ciò che pensa. Fa bene e condivido le sue parole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea nazionale di Confcooperative, a Roma. Per Tajani si tratta di una “vicenda giudiziaria che risale a vicende di parecchi anni fa, forse si poteva intervenire due mesi fa, il giorno dopo le elezioni… Però questo non ci turba, non ci preoccupa nulla”. Alla domanda sulle dimissioni per Michele Emiliano chieste dal centrodestra, Tajani ha affermato che “le vicende giudiziarie sono diverse. Emiliano ha detto due volte di essere andato dalla sorella del boss”.

“Io sono garantista – ha ribadito Tajani – anche per le vicende di Bari, per quella di Genova e anche per persone che non sono di Forza Italia”. In merito all’opportunità della richiesta di dimissioni, Tajani ha chiesto di “non strumentalizzare le vicende giudiziarie” .

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Politica

Meloni a Stoltenberg: la Nato affronti le sfide sul fianco Sud

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“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al centro del colloquio i temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice NATO di Washington in luglio”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che la premier “in particolare ha ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”.

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