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Economia

Il nuovo Pnrr, i sindaci chiedono subito 10 miliardi

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Ora che il Pnrr rivisto e corretto è stato approvato dalla Commissione europea, imprese ed enti territoriali chiedono certezze per i progetti previsti dal “vecchio” piano che vanno rifinanziati. “Ci assicurano che ci saranno le risorse e noi vogliamo sapere da dove arrivano quelle risorse”, ha incalzato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. I sindaci chiedono al governo di stanziare i 10 miliardi per i progetti che sono stati rimossi dal recovery plan – a partire dai lavori per la riqualificazione urbana e le periferie – e di farlo il momento stesso del nuovo decreto sull’attuazione del piano, previsto per i prossimi giorni. “Fate presto”, è l’appello che arriva anche dall’Ance, l’associazione dei costruttori, che segnala la fuoriuscita dal Pnrr di quasi un miliardo dei fondi per le alluvioni e il dissesto idrogeologico e poche risorse soprattutto per la prevenzione.

I fondi previsti dal piano – secondo il rapporto sullo stato di rischio del territorio italiano Ance-Cresme – sono passati dai 2,5 miliardi della versione iniziale a 1,53 miliardi e, di questi, 1,2 sono destinati ai territori colpiti di recente in Emilia Romagna, Toscana e Marche. Vanno così a sanare le ferite più recenti di un’emergenza in aumento: i danni delle alluvioni in Italia sono triplicati dal 2010 fino a 3,3 miliardi di euro l’anno a cui si aggiungono 3 miliardi di costi degli eventi sismici. Oltre il 15% del territorio è esposte a un rischio medio alto di alluvioni e oltre 8 milioni di persone vivono in quelle aree.

“L’importante è non dare il segnale che il dissesto idrogeologico non sia più un tema centrale per il Paese e non fermare i lavori”, ha detto la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio. Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, le ha garantito “la ferma volontà” del governo di intervenire con un piano di prevenzione e ha anche annunciato che presenterà al prossimo consiglio dei ministri un disegno di legge per la ricostruzione con un modello unico per avviare i processi ricostruttivi dopo le diverse calamità. Il ministro a capo del piano di ripresa e resilienza, Raffaele Fitto, nel corso del question time alla Camera è tornato quindi a ribadire che “nel Pnrr noi non abbiamo tagliato nulla”, spiegando che il decreto di finanziamento non è stato modificato e che per tutti i progetti saranno assicurate le risorse. Su alcuni nodi come quello degli oltre 100 mila posti negli asili nido tolti dal recovery, il governo dice di aver trovato le risorse (500 milioni nel decreto Caivano più altri 900 milioni) per salvare tutti quelli messi a gara e mantenere il target.

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Le scorte di gas in Italia sopra al 71%, nell’Ue al 67%

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Le scorte di gas hanno superato il 71% in Italia a 142,16 TWh. Il dato supera in percentuale la media dell’Unione Europea (67,15% a 760,85 TWh) e piazza l’Italia in seconda posizione per scorte di gas. Prima è la Germania (71,10% a 174,954 TWh), mentre la percentuali di riempimento più alte sono di Austria (77,20% a 76,4 TWh) e Ungheria (73,8% a 49,96 TWh). Terza in stoccaggi è l’Olanda (60,53% a 87,18 TWh), mentre la Francia (56% a 72,15 TWh) è quinta dopo l’Austria.

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Saipem si aggiudica tre contratti per 3,7 miliardi dollari

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Saipem

Saipem si è aggiudicata tre nuovi contratti da TotalEnergies Ep Angola Block 20, società controllata da TotalEnergies, per il progetto Kaminho relativo allo sviluppo dei giacimenti petroliferi di Cameia e Golfinho, situati a circa 100 chilometri a largo delle coste dell’Angola. L’ammontare totale dei contratti è di 3,7 miliardi di dollari.

Il primo contratto che si è aggiudicato Saipem riguarda l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione, il trasporto e il commissioning del mezzo navale Fpso Kaminho (Floating Production Storage e Offloading). Il secondo contratto comprende l’operation & maintenance dello stesso mezzo Fpso per un periodo di 12 anni con una potenziale estensione di 8 anni. Il terzo contratto prevede l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fornitura, la costruzione, l’installazione, il pre commissioning e l’assistenza per il commissioning e la fase di start-up di un pacchetto subsea umbilicals, risers & flowlines, che include circa 30 chilometri di condotte. Le strutture associate saranno fabbricate nello stabilimento locale di Saipem ad Ambriz.

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Multa da 2,5 milioni Antitrust a Intesa Sanpaolo Rbm Salute

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato per 2,5 milioni di euro Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A., compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria, e per 1 milione di euro Previmedical Servizi per la Sanità Integrativa S.p.A., provider di servizi cui è stata affidata la gestione e la liquidazione delle pratiche di sinistro. Le indagini – spiega una nota – sono state avviate a seguito delle segnalazioni da parte di numerosi consumatori e dei risultati dell’attività di vigilanza svolta dall’Ivass.

Nel corso del procedimento si sono poi aggiunte ulteriori richieste di intervento da parte di consumatori che lamentavano le stesse criticità. Molti reclami sono arrivati da aderenti al fondo sanitario MetaSalute, che da solo raccoglie oltre un terzo del numero di assicurati ISP Rbm. Il comportamento di Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. e di Previmedical Servizi per la Sanità Integrativa S.p.A. integra una pratica commerciale scorretta in violazione degli articoli 20, 24, 25, comma 1, lett. d), del Codice del Consumo, perché è stato accertato che hanno ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori, rendendo onerosa la fruizione delle prestazioni assicurative.

In particolare, – spiega Antitrust – sono emersi problemi presso la centrale operativa di Previmedical (verificatisi alla fine del 2022) che hanno determinato – a partire dai primi mesi del 2023 – l’accumularsi di un numero molto alto di pratiche in attesa di evasione, in notevole ritardo rispetto ai tempi di liquidazione previsti dalle rispettive polizze sanitarie. Il ritardo accumulato ha provocato difficoltà anche nella gestione corrente delle richieste di prestazione successive con rallentamenti significativi rispetto alle previsioni contrattuali.

Inoltre, i problemi presso la centrale operativa hanno reso difficile per i consumatori entrare in contatto con il servizio di assistenza clienti. Si sono rilevate, inoltre, numerose incongruenze nell’applicazione concreta delle condizioni di polizza da parte di Previmedical, anche per la difficoltà di interpretare le prassi liquidative stabilite da Intesa Sanpaolo RBM Salute, che hanno avuto come conseguenza numerosi casi di errato rifiuto di autorizzazioni o di rimborsi a soggetti che ne avevano diritto, oppure la richiesta non necessaria di ulteriore documentazione. Gli elementi emersi nel corso dell’istruttoria hanno evidenziato infine la responsabilità di Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. nella mancata implementazione di un efficace sistema di controllo sull’attività di gestione dei sinistri da parte del proprio provider, in modo da prevenire e gestire eventuali criticità nella gestione delle polizze sanitarie e garantire ai propri assicurati un adeguato livello di servizio.

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