Collegati con noi

In Evidenza

“Alopecia Areata Day”: una luce di speranza per i pazienti

Pubblicato

del

“Ti passi le dita della mano tra i capelli e li senti venire via dalla testa. Uno ad uno, poi a ciocche, vengono via velocemente ed in poche decine di minuti non ne hai più. Al loro posto la paura. Senti un dolore. E’ come un lutto, ti senti morire lentamente”: le parole di una giovane donna che soffre di alopecia areata spiegano lo strazio di chi è colpito da questa patologia, che condiziona il paziente in maniera molto dura anche dal punto di vista psicologico. L’ammalato di alopecia, infatti, deve fare i conti con un disagio che lo accompagna in tutte le attività quotidiane, che pregiudica il rapporto con gli altri e la fiducia in se stessi. “Non ti riconosci più”, prosegue la donna, “non sei più tu, sei un mostro. Niente capelli, nessuna ciglia neanche un pelo. Le persone ti guardano con gli occhi colmi di lacrime e pietà, molti non sanno cosa dirti. In fondo sono solo capelli… eppure lo shock di perderli va oltre. È il tuo corpo che si sgretola e tu non ci puoi fare niente”.

Un incubo che la ricerca medica sta cercando di combattere: notevoli sono i progressi in questo settore, e vede Napoli all’avanguardia: l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, infatti, è uno dei 26 ospedali italiani che, sotto il patrocinio della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia e Malattie a trasmissione sessuale) e della Aipaf (Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends ODV), ospiterà la quinta edizione di “Alopecia Areata Day”, la giornata dedicata ai pazienti affetti da Alopecia Areata per affrontare le difficoltà e colmare qualsiasi dubbio su questa difficile patologia.

L’appuntamento è venerdì 27 Ottobre 2023, dalle 9:00 alle 12:30, presso la Clinica Dermatologica dell’Aou Federico II, diretta dal Prof. Massimiliano Scalvenzi che, insieme alla equipe dell’ambulatorio di Tricologia composto dalle dottoresse Paola Nappa, Mariateresa Cantelli e Maria Vastarella, accoglierà tutti i partecipanti all’iniziativa. L’evento è reso possibile grazie all’interessamento del Dott. Giuseppe Longo, Direttore Generale dell’Azienda.

La Clinica Dermatologica dell’Università Federico II si conferma Centro di Eccellenza nello studio della malattia e nella gestione dei pazienti, anche grazie all’impegno profuso in tanti anni di lavoro dalla Professoressa Gabriella Fabbrocini, prematuramente scomparsa alcuni mesi fa. Non a caso, l’Ambulatorio è tra i pochi centri autorizzati in Italia per la prescrizione di un innovativo farmaco ospedaliero, cui afferiscono pazienti dall’intero territorio nazionale.

Va specificato che l’Alopecia areata, in particolare, è una patologia che colpisce circa il 2% della popolazione ovvero 147 milioni di persone nel mondo. Può presentarsi in varie forme e a diversi livelli di gravità, da una a più chiazze completamente prive di capelli fino alla caduta di tutti i capelli e dei peli del corpo: “L’alopecia areata”, spiega la dottoressa Paola Nappa, responsabile ambulatorio di Tricologia “è una malattia autoimmune che può interessare potenzialmente tutti i follicoli piliferi presenti sul tegumento cutaneo, esitando così in alopecia totale ed universale. Tale patologia nella sua forma più severa si traduce in un grave disagio psicologico con delle ripercussioni notevoli sulla qualità della vita dei pazienti, e con influenze negative e talora drammatiche anche sulle scelte personali e lavorative”.

La patogenesi dell’alopecia areata non è stata ancora del tutto chiarita: “Una parte delle vie patogenetiche coinvolte”, sottolinea la dottoressa Mariateresa Cantelli, “sembrerebbero essere le vie di trasduzione JAK/STAT, in particolare JAK 1 e JAK 2. Ad oggi l’introduzione del Baricitinib, inibitore orale di Janus Chinasi (JAK) approvato dall’Ema per l’alopecia areata nel luglio del 2022 ed ora rimborsato in fascia H anche in Italia, apre nuovi orizzonti terapeutici per tanti pazienti che per anni hanno atteso una svolta nel trattamento di questa patologia”.

“Questa nuova conquista terapeutica metterà il clinico nella condizione di poter trattare un maggior numero di pazienti e soprattutto disporre di un farmaco finalmente prescrivibile per tale malattia” aggiunge infine la dottoressa Maria Vastarella.

Advertisement

Cronache

Rischio Fentanyl in Italia, ai poliziotti l’antidoto

Pubblicato

del

E’ stato trovato in una dose di eroina a Perugia. In una farmacia abusiva a Gioia Tauro. Nella disponibilità di un trafficante arrestato a Piacenza. Nel 2023 in quattro corpi sottoposti ad autopsia: solo in uno come causa principale del decesso. Tracce limitate per ora. Di rilevanza apparentemente modesta se si confronta la situazione dell’Italia con quella degli Stati Uniti, dove il Fentanyl è una vera e propria piaga sociale che lo scorso anno ha fatto più di 100mila morti. Ma il governo intende prestare la massima attenzione ai rischi di diffusione dell’oppiaceo sintetico 80 volte più potente della morfina. Con un impegno sinergico di intelligence, forze di polizia, magistratura e diversi ministeri, come ha spiegato oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme al vicepremier Antonio Tajani. Ed ai poliziotti che intervengono su questo fronte si stanno assegnando spray al Naloxone, farmaco che blocca gli effetti del Fentanyl.

La presidenza italiana del G7 ha promosso una dichiarazione congiunta sul contrasto al potente analgesico. Un focus è stato dedicato nella riunione del 7 ministri degli Esteri ed in quella della Giustizia. “Abbiamo stabilito – ha informato Tajani – una collaborazione operativa contro la produzione e la diffusione. Stiamo lavorando anche con gli Usa ci sono state più di una riunione con Blinken che ringrazia l’Italia per il suo impegno. E il tema sarà al centro dei miei incontri con i Paesi asiatici”. Sul fronte interno è attivo un Piano nazionale di prevenzione che coinvolge tutte le amministrazioni interessate. E’ il dark web, in particolare, la porta d’ingresso del Fentanyl in Italia. Il traffico, ha spiegato Mantovano, passa “su siti cinesi soprattutto, con pagamenti in criptovalute che significa non tracciabilità e ciò rende le indagini difficili e complesse”.

La Procura nazionale antimafia, ha proseguito il sottosegretario, “ha costituito un gruppo di lavoro composto da alcuni procuratori distrettuali per elaborare protocolli d’intervento. Sono state sensibilizzate tutte le procure, anche quelle ordinarie”. E visto che la sostanza comincia a circolare, ha fatto sapere, “il ministero dell’Interno e della Salute stanno lavorando per dotare il personale delle forze di polizia che opera in questo ambito di flaconi di Naloxone, uno spray nasale che fa da antidoto, per far sì che quando un agente effettua un intervento che fa emergere il Fentanyl non siano colpiti”. Ma l’attenzione del governo non è dedicata solo al Fentanyl.

A giugno, ha informato Mantovano, il Dipartimento per le politiche antidroga “produrrà spot che descriveranno gli effetti reali di cannabis, eroina, cocaina. Nel 2025, poi, “organizzeremo la Conferenza nazionale sulle dipendenze. La precedente è stata nel 2021, ma in modalità Covid. Sarà l’occasione di un aggiornamento dello stato delle dipendenze in Italia, non soltanto da stupefacenti, ma anche da alcol, fumo, gioco d’azzardo, prodotti web. Vogliamo un confronto libero che permetta di conseguire i risultati che ci siamo posti in termini di prevenzione e recupero”.

Continua a leggere

In Evidenza

Simulatore quantistico per capire i segreti di vortici e nuvole

Pubblicato

del

Un simulatore quantistico permette di studiare il comportamento caotico dei fluidi, come quello tipico di vortici e nuvole. Il risultato, ottenuto in Italia, promette di avere applicazioni in molti campi, dalla meteorologia alla geofisica e alla biologia. Pubblicato sulla rivista Nature Physics, l’esperimento è stato condotto dall’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ino) a Sesto Fiorentino, con il Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze, in collaborazione con Università di Trieste, Istituto nazionale di scienza e tecnologia Ulsan in Corea del Sud e dipartimento di Fisica dell’Università dei Paesi Baschi.

E’ un lavoro che “potrebbe portare a nuove scoperte e applicazioni in campi come la fisica dei fluidi, la meteorologia, la geofisica e la biologia”, osserva il coordinatore della ricerca, Giacomo Roati del Cnr-Ino. Il fenomeno simulato si chiama ‘instabilità di Kelvin-Helmholtz’ ed è fondamentale per ricostruire l’origine della turbolenza. In particolare è stata riprodotta l’interazione tra due superfluidi raffreddati a temperature vicine allo zero assoluto. E’ stata aperta così la strada per studiare il comportamento dei fluidi in condizioni estreme.

Ad assicurare la precisione dei risultati è il simulatore quantistico atomico, progettato per studiare e simulare fenomeni quantistici della materia in maniera estremamente controllata. Grazie a questo dispositivo, per la prima volta diventa possibile studiare la dinamica dei fluidi in condizioni estreme; con gli strumenti tradizionali infatti, era impossibile raggiungere il livello di precisione necessario per osservare fenomeni così complessi e caotici. L’instabilità di Kelvin-Helmholtz deve il suo nome ai fisici lord William Kelvin e Hermann von Helmholtz, che alla fine del XIX secolo osservarono che, mettendo a contratto fluidi di diversa densità si generavano movimenti simili a quelli delle onde che si evolvono in vortici. Si tratta di un fenomeno ampiamente diffuso, dall’atmosfera all’oceano alle nuvole e persino in contesti astrofisici, come nelle atmosfere stellari o nelle nebulose.

Continua a leggere

Ambiente

Thailandia chiude accesso a isola dopo sbiancamento dei coralli

Pubblicato

del

L’accesso all’isola di Pling e alle barriere coralline attorno al Parco nazionale Sirinart a Phuket, nel sud della Thailandia, è stato temporaneamente chiuso a causa del significativo sbiancamento dei coralli causato dall’aumento della temperatura dell’acqua osservato sul posto, ha affermato il Dipartimento dei parchi nazionali e della conservazione della fauna selvatica (Dnp) thailandese.

La chiusura dell’accesso ai due siti è dovuta allo stress termico subito dalle barriere coralline a seguito dell’eccezionale ondata di caldo che ha colpito nelle ultime settimane la Thailandia e tutto il Sud-Est asiatico. La DPA sta inoltre monitorando la situazione nei parchi nazionali di Koh Chang, Koh Samet, Chumphon, Koh Surin, Phang Nga Bay, Phi Phi Islands e Lanta. Ad aprile, la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha avvertito che il mondo stava vivendo, per la seconda volta in dieci anni, un massiccio episodio di sbiancamento dei coralli a causa delle temperature record degli oceani. Le colonie di coralli stanno soffrendo in tutto il mondo, dall’Australia alla Florida, a causa dell’innalzamento della temperatura dell’oceano.

In Thailandia, che nel 2023 ha accolto 28 milioni di turisti, molti dei quali vengono a godersi le sue spiagge paradisiache, un sovraffollamento che minaccia un ecosistema fragile, vengono decise periodicamente le chiusure degli accessi ai parchi nazionali. Nel 2018 Maya Bay, baia dell’arcipelago di Koh Phi Phi diventata famosa grazie al film hollywoodiano “The Beach”, è stata chiusa per più di quattro mesi per consentire il ripristino delle barriere coralline e della natura danneggiata dall’afflusso di orde di turisti .

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto