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Cronache

Presi i torturatori e gli assassini di Gelsomina Verde, in cella Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi alias “ò Vichingo”

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Quello che segue è un comunicato stampa diffuso dalla Polizia di Stato che pubblichiamo.

Per delega del Procuratore della Repubblica f.f., si comunica che, nella mattinata odierna, la Polizia di Stato, su delega della locale D.D.A., ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli a carico di DE LUCIA Luigi e RINALDI Pasquale, alias “ò Vichingo”, gravemente indiziati dell’omicidio di VERDE Gelsomina, con l’aggravante della premeditazione e del metodo mafioso in quanto commesso allo scopo di avvantaggiare l’organizzazione camorristica DI LAURO.
L’omicidio di VERDE Gelsomina, avvenuto il 21 novembre 2004 è stato compiuto nel corso della nota faida del 2004-2005 tra il clan DI LAURO e gli scissionisti AMATO/PAGANO, che ha interessato i quartieri cittadini di Secondigliano e Scampia ed i comuni di Melito, Mugnano, Casavatore e Arzano. L’omicidio colpì notevolmente l’opinione pubblica sia per le efferate modalità di esecuzione, in quanto la vittima fu attinta mortalmente da colpi d’arma da fuoco alla testa e poi bruciata all’interno di un’auto, sia per l’estraneità di Gelsomina VERDE agli ambienti criminali. La ragazza fu uccisa perché legata sentimentalmente a Gennaro NOTTURNO alias “o Saracino”, esponente di spicco degli “scissionisti”.
Per il medesimo episodio sono stati già condannati ESPOSITO Pietro, che aveva condotto la giovane all’appuntamento con i suoi assassini, e DE LUCIA Ugo, ideatore e partecipe alla esecuzione materiale dell’agguato in qualità di responsabile di uno dei gruppi di fuoco attivi durante la faida per conto dei DI LAURO.
Le indagini della Squadra Mobile di Napoli, riavviate da quest’Ufficio nel 2020, grazie alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di acquisire elementi di reità nei confronti di DE LUCIA Luigi e RINALDI Pasquale come coloro che hanno sequestrato e assassinato la vittima.
Alla luce degli elementi investigativi raccolti che hanno riscontrato le condotte criminali degli indagati, il G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha emesso il provvedimento restrittivo eseguito in data odierna.
RINALDI Pasquale è stato rintracciato presso il suo domicilio sito a Castelvolturno (CE); mentre DE LUCIA è stato tratto in arresto a Massa Carrara, ove era già ristretto agli arresti domiciliari per altro.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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Al via da martedì per 71mila i nuovi test di accesso a Medicina

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Sono 71.508 i candidati che da martedì 28 maggio tenteranno il test di accesso a Medicina e Odontoiatria e il giorno seguente quello di Veterinaria. I posti sono oltre 20 mila. La seconda sessione si svolgerà martedì 30 luglio e per Medicina veterinaria, mercoledì 31 luglio. I candidati potranno partecipare ad entrambe le date per ciascuna sessione. Dopo le polemiche create dai Tolc Med, questa nuova prova prevede lo svolgimento in presenza, a partire dalle ore 13, con l’erogazione della prova in formato cartaceo, composta da sessanta domande, estratte da un’apposita banca dati pubblica composta da almeno 7.000 quesiti, 3500 ora 3500 a luglio. Gli studenti possono eseguire simulazioni dei test in forma anonima; l’esito è valutato da un applicativo di intelligenza artificiale. Le prove di ammissione, per il cui svolgimento sarà assegnato un tempo di 100 minuti, consisteranno nella soluzione di 60 quesiti che presenteranno 5 opzioni di risposta, tra cui il candidato deve individuarne una soltanto, su argomenti riguardanti le competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi, ragionamento logico e problemi, biologia, chimica, fisica e matematica. (

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Ucciso a Palermo il marito dell’eurodeputata Donato

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Un architetto, Angelo Onorato, titolare di un negozio di arredamenti, marito dell’eurodeputata della Democrazia Cristiana Francesca Donato, è stato ucciso a Palermo con colpi di pistola. La vittima è stata trovata morta nella propria auto nella zona di via Ugo La Malfa

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Cronache

Una bimba di 11 anni molestata all’uscita di scuola

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“Un bacio al nonno”. Così, l’uomo di 72 anni della provincia Barletta-Andria-Trani arrestato in flagranza dalla polizia con l’accusa di violenza sessuale ai danni di minore, sarebbe stato solito dire alla bambina di 11 anni che ogni mattina gli passava accanto.

Lei, zaino in spalla e grembiule, è solita comprare qualcosa per la merenda scolastica prima di entrare in classe. E per farlo, raggiunge un panificio, passando proprio davanti a quel signore seduto alla panchina che non è lontana dalla scuola elementare frequentata dalla piccola. E così, quella richiesta apparentemente innocente non le è sembrata qualcosa di scabroso. Qualcosa poi, è cambiato: il 72enne l’avrebbe molestata. E lei, spaventata, è corsa via per rifugiarsi nel negozio dove compra panini, focacce e dolcetti. Sono stati i titolari dell’attività a comporre il 113 e ad allertare i poliziotti. Che ci hanno messo un attimo a raggiungerli.

E lì, nel profumo del pane appena sfornato, hanno trovato la bimba ancora in lacrime ed hanno arrestato l’anziano. I poliziotti hanno tranquillizzato l’undicenne e hanno subito avviato gli accertamenti coordinati dalla Procura di Trani. Hanno raccolto quanto era possibile cercare lì dove la piccola ha riferito di essere stata molestata. Gli agenti hanno guardato i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza della zona e ascoltato chi aveva accolto la paura e le lacrime della bimba.

Nei racconti di chi era in quel negozio, si parla di una bambina impaurita, inquieta e agitata da quel “nonno” che avrebbe chiesto un bacino per poi allungare le mani. Chi per primo ha provato a calmarla, ha vissuto l’impotenza di riuscire a tranquillizzarla. Dopo poco, anche il papà della bambina ha raggiunto il panificio e ha stretto a sé la sua piccolina. Che nelle ore successive, è stata ascoltata in commissariato.

Agenti specializzati nell’affrontare reati a sfondo sessuale, le hanno posto domande discrete e gentili, e lei ha dettagliato quanto le era successo descrivendo chi era il presunto responsabile. L’uomo è comparso dinanzi al gip del tribunale di Trani, Domenico Zeno, che dopo l’interrogatorio di garanzia ha convalidato l’arresto (rigettando la richiesta dei domiciliari avanzata dal pm) ed ha disposto per l’indagato l’obbligo di dimora con il divieto di uscire da casa prima delle 14.30.

“La misura cautelare decisa dal giudice conferma che la versione fornita dalla presunta vittima e da chi era con lei non è esattamente corrispondente alla realtà”, commenta il legale del pensionato che parla di “un uomo che forse, ha potuto dare uno scappellotto alla bambina perché era in ritardo rispetto all’avvio delle lezioni. Nessuna molestia”. “Non ci sono altre presunte vittime del mio assistito che è una persona perbene”, conclude l’avvocato.

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