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Calcio: Casini, offerte dell’Arabia? Pericolo doping finanziario

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“Offerte così importanti mostrano un interesse verso i giocatori della Serie A, però è indubbio che possono portare a fenomeni di doping finanziario. Finché parliamo di mercato europeo, la possibilità di intervenire con delle regole di salary cap sono una via per limitare questo tipo di fenomeno, ma se parliamo di altri continenti solo la Fifa può intervenire con delle regole. Per ora è un mercato che si concentra sui giocatori affermati, anche Ceferin ha fatto notare che si trattano spesso giocatori avanti con la carriera. Ma è un fenomeno che dovrà essere monitorato nel tempo”.

Così Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, sulle mega offerte di mercato in arrivo dall’Arabia Saudita. Cessioni eccellenti, il nostro calcio perde appeal, è preoccupato? “Preoccupato relativamente, anche perché si va a cicli e quest’anno i risultati delle italiane in Europa sono stati molto positivi. Probabilmente è il momento di ragionare su forme di salary cap più sofisticate, simili a quelle adottate negli Stati Uniti per le leghe professionistiche. Però serve l’Uefa per questo, non può farlo una Lega da solo”, conclude.

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Il Napoli in ritiro a Castel di Sangro, attesi in 140mila

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“Il Napoli porta sempre grande movimento e interesse. La delusione sul campo non inciderà sull’indotto turistico ed economico. In Alto Sangro ci aspettiamo le stesse presenze dello scorso anno”. A dirlo è Giovanni Dell’Armi, albergatore che gestisce alcune strutture ricettive a Castel di Sangro (L’Aquila), città in fermento per il ritorno del Napoli Calcio, che sarà in ritiro dal 28 luglio al 2 agosto, quest’anno senza trofei, ma con lo stesso entusiasmo.

In città sono attese 140mila persone, in linea con il dato registrato nell’estate 2023. L’effetto Napoli si vedrà non solo sulle presenze negli alberghi, ma anche sull’occupazione. Gli operatori, infatti, in vista dell’estate, stanno reclutando forza lavoro. “Lo scorso anno abbiamo avuto un dieci per cento in più di assunzioni negli alberghi. Anche quest’anno ci attestiamo su questa soglia” continua Dell’Armi. Si dice fiducioso anche Dario Colecchi di Federturismo, secondo il quale “il Napoli è diventato un culto per l’Alto Sangro e le prenotazioni sono già buone”.

Lo scorso anno con il Napolicampione si erano registrate oltre 100mila presenze e 7500 accessi allo stadio ‘Patini’ solo per gli allenamenti. Diecimila tifosi al giorno si erano riversati nel capoluogo sangrino per strappare un selfie con i partenopei. Il ritiro estivo aveva portato un incremento del 30 per cento sul mercato immobiliare e assunzioni negli alberghi in risalita del 10 per cento rispetto all’anno precedente.

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Roland Garros, Sinner vola a Parigi per conquistare il numero 1 della classifica mondiale

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La sensazione è che Jannik Sinner a Parigi giocherà. Troppo ghiotta per l’italiano l’occasione di poter conquistare il numero 1 della classifica mondiale. E così – dopo la rinuncia forzata agli Internazionali e il riposo a Montecarlo per l’infortunio all’anca e la conseguente terapia riabilitativa – l’italiano ha deciso di raggiungere la capitale francese con l’obiettivo di prender parte al secondo Grande Slam della stagione. L’ultima risonanza alla quale si è sottoposto non rileva problemi ma per la certezza sulla sua partecipazione ci sarà da attendere. Sinner si allenerà sui campi in terra rossa sotto la Tour Eiffel e soltanto dopo scioglierà le ultime riserve. Il Roland Garros inizia ufficialmente il 26 maggio, mentre in questi giorni sono in corso le qualificazioni. Il tabellone con i nomi degli iscritti è in via di definizione ma, come consuetudine, sarà pubblicato soltanto a ridosso dell’appuntamenti. La sensazione – come detto – è che in cima alla lista dei partecipanti ci sarà quasi certamente il nome di Sinner. L’altoatesino si è allenato a Montecarlo con la racchetta, provando movimenti sotto sforzo.

Ma i segnali positivi sono numerosi, anche quelli fatti trapelate dal suo team via social. Nella località monegasca l’aveva raggiunto dall’Australia anche coach Darren Cahill: difficile che l’ex campione decida di venire in Europa se non per un impegno importante quale può essere uno Slam. I problemi all’anca sembrerebbero superati e gli allenamenti sulla terra sembrano propedeutici proprio per i match parigini. Per raggiungere la vetta della classifica Atp, tra l’altro, Sinner non è chiamato necessariamente a vincere il torneo transalpino. Molto, infatti, dipenderà da Novak Djokovic che dovrà difendere i punti ottenuti lo scorso anno grazie alla vittoria del torneo. Il serbo ha 9.860 punti, ai quali può potenzialmente aggiungerne altri 250 vincendo il torneo di Ginevra. L’italiano ha 8770 punti e, se Djoko non arriverà in finale, diventerà primo. Se Nole invece dovesse arrivare in finale ma perdendola, Sinner dovrebbe almeno raggiungere la semifinale.

Se invece il campione della Val Pusteria dovesse arrivare in finale, al serbo sarebbe necessario vincere sia a Ginevra sia a Parigi. Alle loro spalle c’è Carlos Alcaraz che non può in nessun modo superare Sinner. Ma l’attenzione del pubblico parigino e di tutti gli appassionati di tennis è anche per Rafa Nadal. Il re indiscusso del torneo – lo ha conquistato 14 volte – è stato accolto ieri da un’ovazione al suo ingresso al campo di allenamento. La classifica deficitaria, dovuta allo stop forzato di un anno, relega lo spagnolo tra coloro che potrebbero affrontare un big già al primo turno. Il sorteggio addirittura potrebbe opporlo proprio a Sinner. In campo femminile la corsa è su Iga Swiatek: la polacca è la donna da battere. Ci proverà ancora una volta la bielorussa Iryna Sabalenka in un duello che sta segnando un’era tennistica. L’Italia punta su Jasmine Paolini nel singolo. Nel doppio la vittoria della stessa Paolini in coppia con l’eterna Sara Errani agli Internazionali di Roma, lascia ben sperare anche per il Roland Garros e, magari, anche per le Olimpiadi che si disputeranno sempre sulla terra rossa parigina.

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Bologna domina ma Juve acciuffa il 3-3 negli ultimi 15′

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Doppietta di Calafiori e gol di Castro: Thiago Motta e il Bologna danno una lezione alla Juventus per 75′. Alla Juventus però basta un quarto d’ora per rimettere in piedi una partita in cui non aveva visto palla fin lì. In classifica non cambia nulla: felsinei terzi a pari punti con i bianconeri a 68 punti ma con l’Atalanta, ferma a 66, che deve ancora giocare una partita con la Fiorentina. Il Bologna stacca la spina e con un errore di Lucumi regala a Chiesa il 3-1. Poi arriva la punizione di Milik e il lampo di Yildiz, su un altro errore di Posch, che riscrive un match che fino alla mezzora del secondo tempo aveva visto una sola squadra in campo. Merito anche delle scelte di Montero, che parte con il 3-5-2 di Allegriana memoria ma stravolge la squadra nella ripresa passando al 4-3-3: è la mossa che sveglia la Signora, che resta così in corsa per il terzo posto a una giornata dal termine.

In avvio non non c’è partita: il Bologna allunga per il terzo posto schiantando la Juventus. E’ una vittoria storica, all’interno di un’annata memorabile: la Champions è in cassaforte e sulla torta rossoblù arriva la ciliegina della vittoria casalinga sui bianconeri che al Dall’Ara era attesa dal 1998. La formula con cui Thiago Motta schianta quella Juventus che lo corteggia per la prossima stagione è la stessa con cui i rossoblù sono passati al Maradona: partenza lanciata. Undici minuti ed è già 2-0. Undici minuti di occasioni e ritmi altissimi, con Freuler a divorarsi il vantaggio e Szczesny a salvarsi in angolo.

Ma sugli sviluppi ecco il vantaggio con la prima rete in campionato di Calafiori, che corona una stagione che lo ha visto diventare uno dei centrali più forti d’Italia: Castro centra, il difensore si impossessa di una palla vagante e da corta misura infila la palla al sette. Pochi giri di lancette e c’è un’altra occasione per Aebischer e all’undicesimo ecco il cross di Ndoye, su cui si avventano Urbanski e Castro: la toccano entrambi di testa, dimenticati da Gatti e Bremer, l’ultimo è l’argentino, che segna il primo gol. Altra prima volta ed è 2-0 e non arriva il terzo solo perché Szczesny ci mette il guanto al 13′ per evitare il 3-0, che arriva con Odgaard ma in fuorigioco.

Juve in bambola, Bologna padrone del campo, che poi rallenta sul finire del primo tempo passando in modalità gestione, mettendo comunque sotto i bianconeri sul piano di organizzazione. Vlahovic e Chiesa vengono ingabbiati da Lucumi e Calafiori. La prima occasione la Juventus la crea a inizio secondo tempo sull’asse Chiesa-Rabiot, ma Skorupski mette in angolo.

E’ un episodio, però, e risveglia il Bologna, che chiude i giochi all’ottavo della ripresa, con la doppietta di Calafiori: Vlahovic non gestisce bene un pallone in appoggio, Danilo sbaglia tutto, Urbanski ruba palla e il difensore arriva a rimorchio per involarsi verso il cucchiaio del 3-0, come nel 1998. Sembra finita ma così non è così. Montero passa al 4-3-3 con l’ingresso di Yildiz e il Bologna entra in modalità festa anticipata. Un errore di Lucumi regala il gol della bandiera a Chiesa. La Juventus la riapre poi con una punizione di Milik a 7 dal novantesimo e un minuto dopo impatta: errore di Posch e Yildiz ringrazia. La Juventus avrebbe pure la palla per vincerla con Chiesa, ma Aebischer rimedia: sarebbe stato troppo, per quanto visto.

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