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Salvini, su alcune tratte possibile superare i 130km

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Velocità e sicurezza stradale: da un lato la possibilità di sfrecciare a 150km l’ora sulla corsia di sorpasso su alcune tratte autostradale che lo consentono, dall’altro una stretta sui neopatentati con l’arrivo in cdm giovedì di un disegno di legge. Ad illustrare le due iniziative il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Sono convinto che su alcune tratte italiane a tasso di incidentalità prossimo allo zero, in alcuni orari, laddove ci sono tre, quattro o addirittura sulla Milano laghi ci saranno cinque corsie, un superamento controllato degli attuali 130km/h, come negli altri paesi europei, possa essere preso in considerazione”, spiega il ministro, precisando – a margine dell’Assemblea annuale di Assarmatori -, che “i concessionari autostradali stanno studiando” su quali tratte questo potrà essere attuato.

L’ex ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, il ‘padre’ dei 150km l’ora, firmò un decreto legge nel 2003 che già autorizzava le concessionarie autostradali a elevare il limite da 130 a 150km/h sulle tratte a tre corsie in rettilineo, oltre alla corsia di emergenza, ma i gestori non lo hanno mai fatto perché “non si sono mai volute prendere la responsabilità di farlo”, spiegò lo stesso Lunardi alcuni anni dopo. Le parole di Salvini hanno immediatamente alzato un polverone. “La sicurezza stradale è un tema molto importante e la velocità è una delle cause principali degli incidenti stradali. È molto pericoloso alzare i limiti di velocità, quindi non sono d’accordo con proposte che vadano in questa direzione”, ha detto Cosimo Ferri, già sottosegretario alla Giustizia e figlio del ministro ai Lavori Pubblici Enrico Ferri – che nel 1988 impose il limite massimo di 110 km/h sulle autostrade (era di 140), dicendosi “stupito” dalla proposta di Salvini. Sul tema si dividono le associazioni dei consumatori. Il Codacons si schiera contro qualsiasi modifica al Codice della strada volta ad innalzare i limiti di velocità in autostrada.

“L’innalzamento dei limiti in autostrada è un’idea già lanciata nel 2001 dall’allora ministro dei Trasporti Lunardi e poi tirata di nuovo fuori nel 2009 da Matteoli”, ricorda il presidente Carlo Rienzi. “Un’idea subito abbandonata perché avrebbe avuto ripercussioni pensatissime sulla sicurezza stradale, incrementando il numero di morti sulle strade”, sottolinea Rienzi, snocciolando alcuni dati Istat sull’incidentalità in Italia: oltre il 12% di sinistri, morti e feriti sulle nostre autostrade “è causato proprio dall’eccesso di velocità”, dice. Di tutt’altro parere l’Unione nazionale consumatori. “Bene, sarebbe ora. Al di là del fatto che il Codice della strada all’articolo 142 già prevede che sulle autostrade a tre corsie, se hanno il tutor, gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h”, afferma il presidente Massimiliano Dona.

“Ora speriamo che con la spinta del ministro finalmente si possa consentire agli automobilisti di poter andare a 150 km/h purché su quelle strade vi siano almeno 3 corsie, il tutor e l’asfalto drenante”, spiega Dona. Per quanto riguarda il disegno di legge sulla sicurezza stradale, prevede che “per i primi tre anni i neopatentati non potranno guidare auto di grossa cilindrata, i neopatentati che verranno fermati con l’utilizzo del telefono mentre guidano verranno fermati e verrà sospesa loro la patente, per i recidivi con l’uso di alcol e droga ci sarà la revoca definitiva della patente”, spiega sempre Salvini a margine dell’Assemblea di Assarmatori. Il ddl conterrà anche norme “a tutela dei ciclisti per evitare i sorpassi senza un metro e mezzo di spazio”, norme per i “monopattini” che prevedono “casco, targa e assicurazione”, spiega ancora il ministro. “Conto che non faccia miracoli ma salvi vite”, sottolinea quindi Salvini.

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Meloni, stop al redditometro: nessun grande fratello fiscale sarà mai introdotto da questo Governo

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– Stop o meglio ‘pause’ per il cosiddetto redditometro. Ad annunciarlo la premier Giorgia Meloni in un video postato sui social. ”Nessun Grande Fratello Fiscale sarà mai introdotto da Fratelli d’Italia, dal centrodestra, da questo governo – torna a ribadire -. Noi siamo sempre stati contrari a meccanismi invasivi come il redditometro, applicati a persone oneste e la nostra posizione non è cambiata. Abbiamo ereditato una situazione però molto pericolosa nella quale non c’è alcun limite al potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria di contestare incongruenze tra il tenore di vita e il reddito dichiarato. Da qui la necessità di emanare un decreto ministeriale che prevedesse precise garanzie per i contribuenti. Quel decreto ha però prodotto diverse polemiche”, riconosce la presidente del Consiglio. “Allora oggi – annuncia – ho incontrato il viceministro Leo, ci siamo confrontati sui contenuti del decreto che era stato predisposto dagli uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze, e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere questo decreto in attesa di ulteriori approfondimenti perché il nostro obiettivo è e rimane quello di contrastare la grande evasione e il fenomeno inaccettabile ad esempio di chi si finge nullatenente ma gira con il suv o va in vacanza con lo yacht senza però per questo vessare con norme invasive le persone comuni”.

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Campi Flegrei, Musumeci: resta allerta gialla, in sicurezza infrastrutture pubbliche e stop a nuove case

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“Non ho letto la relazione della commissione Grandi Rischi che si è riunita sui Campi Flegrei, ma credo che confermerà l’allerta gialla. Non so se ci sono stati pareri divergenti, non lo escludo”  ha detto il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del vertice interministeriale sull’attività sismica.

Per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private “ci vorranno oltre 500 milioni di euro per una stima complessiva. Potremo essere piu’ precisi nei prossimi giorni”  ha dichiarato Musumeci che ha sottolineato come i tecnici stiamo lavorando per la verifica della vulnerabilità degli edifici privati: “escludiamo le case abusive e le seconde case. La ricognizione richiederà qualche mese di tempo, subito dopo il governo valutera’ l’importo e determinera’ l’intervento”, ha aggiunto.

“E’ stato fatto un errore nel passato, ovvero incoraggiare nuove costruzioni in quell’area e posso dire che questo governo si adopererà con una apposita norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo” ha annunciato il ministro. “Non è possibile pensare a un piano di evacuazione preventivo e al tempo stesso un piano di sviluppo urbanistico”, ha aggiunto Musumeci.

“Stiamo cercando di capire se non sia anche utile la strada di sostenere il cittadino che volesse delocalizzare, che dice ‘non vogliamo più stare qui’. Il governo deve sostenere questa scelta, accompagnarla o girarsi dall’altra parte? È un’ipotesi che non mi sembra da sottovalutare, ci stiamo ragionando: stasera abbiamo posto il tema al centro dell’agenda” ha detto il ministro Musumeci, al termine del vertice interministeriale sull’attività sismica nei Campi Flegrei. Confermando “l’intenzione del governo di impegnare risorse”, ha spiegato, “escludo il metodo del sisma bonus: troveremo soluzioni alternative, adeguate, più celeri”.

 

 

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Arriva il decreto taglia-liste di attesa

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E’ pronto il decreto per ridurre le liste di attesa per esami e viste nella sanità pubblica e sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri il prossimo 3 giugno. Ad annunciarlo il ministro della Salute Orazio Schillaci in occasione della presentazione alla Camera di un’indagine conoscitiva sulla medicina dell’ Emergenza- urgenza e sui pronto soccorso. Quello dei tempi lunghi per gli esami nelle strutture pubbliche è un “problema annoso” e “una assoluta priorità su cui stiamo per intervenire con un provvedimento importante che ha una visione strutturale del fenomeno e disciplina i diversi fattori che concorrono ad allungare le liste d’attesa”, ha ribadito il ministro. L’obiettivo del provvedimento “è fare in modo che tutti i cittadini abbiano sempre garantita l’erogazione della prestazione e che avvenga nei tempi giusti”. Un traguardo che “vogliamo raggiungere con misure dirette alle Regioni e alle aziende, anche con un attento controllo sul percorso delle prenotazioni. E questo non può prescindere da un più puntuale e trasparente monitoraggio dei reali tempi d’attesa”. Il provvedimento, evidenzia Schillaci, “tutela il cittadino e il suo diritto alle prestazioni e riorganizza procedure che a oggi non si sono dimostrate efficaci, a partire da quello che ho detto da quando sono diventato ministro, che è quello di avere un unico Cup di prenotazione”, ha aggiunto.

Dell’abbattimento delle liste d’attesa ha parlato più volte recentemente anche il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Rocco Bellantone, indicando tra le altre anche la necessità di misure come quella di acquistare prestazioni dai privati per smaltire gli elenchi dei pazienti troppo lenti nelle strutture pubbliche. Le liste di attesa sono anche uno dei temi affrontati nell’indagine avviata dalla Commissione Affari Sociali della Camera sulle criticità della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso presentata oggi. L’obiettivo dell’indagine era individuare delle soluzioni sostenibili una volta messe a fuoco le cause principali, grazie al contributo degli esperti, nei vari settori, intervenuti in audizione. Sono stati ricordati i problemi legati al sovraffollamento delle strutture di pronto soccorso (overcrowding) e ai tempi di attesa per il successivo ricovero (boarding).

Gli accessi al pronto soccorso hanno raggiunto numeri elevatissimi, che secondo le stime supererebbero i 20 milioni l’anno. Tra le cause riscontrate ci sono la carenza di personale medico e infermieristico: nel settore dell’emergenza-urgenza si stima manchino oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri. Ma anche la disaffezione per la medicina di emergenza-urgenza, l’elevato numero di accessi impropri e anche il progressivo invecchiamento della popolazione. Tra le possibili soluzioni a queste problematiche l’indagine indica il potenziamento della medicina del territorio, come anche appunto la riduzione delle liste di attesa, che “rappresenta una delle cause principali del sovraffollamento dei pronto soccorso”. Il documento suggerisce inoltre una riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza: in questo caso tra le misure indicate c’è l’implementazione di percorsi alternativi per la presa in carico e la cura di situazioni classificabili come ‘urgenze minori’, quali i percorsi a gestione infermieristica e i percorsi di presa in carico precoce ‘fast track’, attivabili per codici a bassa e media complessità assistenziale. Secondo il documento non c’è soluzione indicata che non passi dal superamento dei tetti di spesa per consentire il reclutamento di nuovo personale sanitario. Uno degli strumenti ritenuto idoneo ad attrarre il personale sanitario verso questo settore è la previsione di incentivi, non solo economici.

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