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Cronache

Il presidente della Liguria Giovanni Toti interrogato nella caserma della Finanza

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Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e falso, è arrivato alla caserma della Guardia di Finanza di piazza Cavour per essere interrogato dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, titolari dell’inchiesta sulla corruzione in porto. Presente all’interrogatorio anche il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.

Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio, ha oggi l’opportunità di fornire la sua versione dei fatti riguardo alle accuse mosse contro di lui. Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Stefano Savi, il governatore è pronto a difendere la sua posizione, affermando che non ci sono stati finanziamenti illeciti e che i fondi ricevuti erano erogazioni liberali da parte di cittadini che non hanno ricevuto nulla in cambio. Toti sostiene inoltre che le decisioni prese durante il suo mandato sono sempre state “per il bene della comunità” e che tutte le spese erano tracciate e destinate a iniziative politiche.

I pubblici ministeri, tuttavia, non condividono la stessa opinione. Nelle carte dell’inchiesta emerge che dal conto del Comitato Toti, presso Intesa San Paolo, 55 mila euro sarebbero stati trasferiti al conto personale del governatore presso Carige, una mossa che solleva sospetti di mescolanza tra finanziamenti legali e patrimonio personale. La Guardia di Finanza ha precisato che il conto Carige, utilizzato dalla segretaria del governatore, era abitualmente impiegato per sostenere spese politiche, una circostanza che i magistrati potrebbero voler chiarire ulteriormente durante l’interrogatorio.

L’interrogatorio odierno rappresenta il primo passo verso una possibile richiesta di revoca degli arresti domiciliari, che verrà presentata al giudice per le indagini preliminari. Se la richiesta dovesse essere accolta, Toti potrebbe confrontarsi con la sua maggioranza e prendere una decisione riguardo alle sue eventuali dimissioni.

 

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Cronache

Omicidio ad Angri, 35enne accoltellato e morto dissanguato in pochi minuti

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Sarebbe deceduto in pochi minuti, barcollando per circa trenta metri da dove e’ stato aggredito, il 35enne morto dissanguato, dopo aver ricevuto diversi fendenti la notte scorsa, in strada all’incrocio tra via Risi e via da Procida ad Angri, nel Salernitano. Gli investigatori dei carabinieri, al momento, non escludono nulla e un quadro piu’ chiaro, anche in riferimento all’ipotesi se l’uomo possa essere stato attinto anche da uno o piu’ colpi d’arma da fuoco, lo si potra’ avere dopo gli accertamenti medico-legali disposti dalla Procura di Nocera Inferiore. Gli inquirenti sono al lavoro per fare chiarezza su quanto accaduto e stanno acquisendo le immagini di videosorveglianza della zona e ascolteranno diverse persone.

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Uccisi nel Casertano i fratelli Marco e Claudio Marrandino, il movente è forse una proprietà all’asta

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Un tragico evento ha scosso la provincia di Caserta: i fratelli Marco e Claudio Marrandino sono stati brutalmente uccisi ieri all’uscita Succivo della superstrada Nola-Villa Literno. Marco, avvocato civilista, avrebbe compiuto 40 anni tra pochi giorni, mentre Claudio, imprenditore edile di 29 anni, lavorava fuori regione.

L’omicidio è avvenuto intorno alle 14, mentre i due fratelli erano a bordo di una BMW bianca. Il loro assassino, Antonio Mangiacapra, un uomo di 53 anni, è stato fermato dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta. Mangiacapra, alla guida di una Golf grigia, ha bloccato l’auto dei fratelli Marrandino e ha aperto il fuoco. Claudio, seduto al lato passeggero, è stato colpito per primo e ucciso. Marco ha tentato di fuggire, ma è stato raggiunto e ucciso anche lui.

Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Marcianise, stanno cercando di chiarire il movente dell’omicidio. Una pista investigativa suggerisce che possa trattarsi di una questione ereditaria, poiché Marco Marrandino era l’avvocato di alcuni parenti di Mangiacapra. Si è parlato anche del coinvolgimento nel mondo delle aste giudiziarie.

Il momento dell’agguato è stato ripreso da un video di sorveglianza, che è diventato virale nella serata di ieri. Dopo l’omicidio, Mangiacapra ha tentato di costruirsi un alibi, facendosi accompagnare alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove ha riferito di essere stato vittima di una rapina. È stato individuato e fermato dai carabinieri poco dopo.

Marco Marrandino, conosciuto per la sua rettitudine, era un avvocato civilista molto stimato e attivo in associazioni di volontariato. Era anche stato presidente del consiglio comunale di Cesa. Lascia un figlio in tenera età. Claudio, invece, aveva scelto la strada dell’imprenditoria edile, lavorando con il fratello Michele soprattutto in Lombardia.

Inizialmente, si era ipotizzato che l’agguato potesse essere legato a una faida per il controllo del traffico di droga nella vicina Caivano o ai recenti eventi a Casal di Principe. Tuttavia, quando sono state identificate le vittime, è emerso che i fratelli Marrandino avevano una parentela con un testimone di giustizia, Lorenzo Ferriero, coinvolto in una faida tra clan camorristici locali. Anche questa ipotesi è stata scartata, poiché entrambi i fratelli erano lontani da queste realtà criminali.

La comunità è sconvolta e in lutto. I funerali di Marco e Claudio Marrandino si terranno nei prossimi giorni, mentre la Procura continua a lavorare per chiarire tutte le circostanze di questo efferato duplice omicidio. I familiari delle vittime chiedono accertamenti rapidi e rigorosi per ottenere giustizia per la perdita dei loro cari.

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Scontro tra moto a Marano, morto un 28enne

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I carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Marano sono intervenuti a via Palermo per un sinistro stradale.
Poco prima e per cause ancora in corso di accertamento uno scooter brera x 125 cc con a bordo un 28enne e una 21enne impattava con una moto bmw gsx 1200 cc con a bordo un 35enne.
Sul posto interveniva anche personale del 118 che constatava il decesso del 28enne.
Trasferiti – in codice rosso, in prognosi riservata, al momento non in pericolo di vita – gli altri due centauri. La donna è stata trasferita nell’ospedale di Pozzuoli mentre l’uomo è al Cardarelli.
La salma è stata sequestrata su disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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