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Inter è di Oaktree, ‘obiettivo successo a lungo termine’

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Il 22 maggio entra di nuovo nella storia dell’Inter. Se nel 2010 è stata la data simbolo del Triplete con il trionfo in Champions League, nel 2024 invece rappresenta un’altra giornata a suo modo storica: quella cioè in cui il club nerazzurro è finito ufficialmente nelle mani di Oaktree, chiudendo l’era Suning a Milano. L’annuncio è arrivato poco dopo le 11, in un comunicato schietto e diretto.

“Dal 22 maggio 2024, fondi gestiti da Oaktree Capital Management, LP sono proprietari di FC Internazionale Milano. Ciò fa seguito al mancato rimborso del prestito triennale concesso da Oaktree alle holding dell’Inter, scaduto il 21 maggio 2024 con un saldo complessivo di circa 395 milioni di euro”, si legge nella nota. Il fondo californiano ha sottolineato poi come nel 2021 abbia “fornito alle holding dell’Inter le risorse necessarie per stabilizzare la situazione finanziaria del Club e continuare così ad operare, garantendo anche il pagamento di giocatori e dipendenti”.

Aggiungendo poi come l’obiettivo sia quello di “conseguire il miglior risultato per la prosperità a lungo termine dell’Inter, con un focus iniziale sulla stabilità operativa e finanziaria del Club e i suoi stakeholder. Oaktree ha un grandissimo rispetto per la storia dell’Inter, la passione dei giocatori, la lealtà degli Interisti” e “intende lavorare a stretto contatto con l’attuale team di gestione dell’Inter”. Tanto che, nel pomeriggio, è andato in scena un incontro tra i due amministratori delegati dell’Inter, ovverosia il CEO Corporate Alessandro Antonello e il CEO Sport Giuseppe Marotta, insieme ai manager di Oatkree Katherine Ralph (Global Opportunities strategy Managing Director) e Alejandro Cano (Managing Director e Co-Head Europa per la strategia Global Opportunities).

“Siamo impegnati per il successo a lungo termine dei Nerazzurri – le parole dello stesso Cano, nel comunicato reso noto in mattinata -. Il nostro obiettivo iniziale è la stabilità operativa e finanziaria del Club. Abbiamo grande rispetto per il gruppo dirigente dell’Inter e non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con loro per dare una leadership forte al Club”. Dopo 900 milioni spesi e sette trofei vinti, si chiude così l’era della famiglia Zhang in nerazzurro, con una triste parabola che nel giro di pochi giorni ha visto passare la proprietà dai festeggiamenti per lo scudetto al farsi sfilare il club. “Grazie Steven. Non dimenticherò mai quello che hai fatto per me e per i nostri colori. Tutti insieme abbiamo riportato l’Inter dove merita di stare e questo rimarrà per sempre”, l’omaggio su Instagram di Federico Dimarco.

“Grazie per il contributo dato alla storia dell’Inter, i grandi successi ottenuti e lo stile degno dei suoi più illustri predecessori”, il messaggio invece della Curva Nord. “La Nord esprime la più profonda speranza che chi succederà al giovane presidente sappia continuare il progetto sportivo in corso, garantendo sempre il rispetto della storia e della gente che rappresenta l’Inter a Milano, in Italia e nel mondo”, ha concluso la tifoseria organizzata nerazzurra.

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L’Italia piega 2-1 in rimonta l’Albania, Barella show

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Una bella vittoria dopo la paura. Con un altro brivido finale. Questo è stato l’esordio agli Europei degli azzurri campioni in carica, che hanno battuto 2-1 l’Albania. Un risultato che sta stretto alla convincente ed elegante Nazionale di Spalletti, che dopo un inizio horror ha messo in mostra forza e classe. Decisamente recuperato Barella, Chiesa ha ritrovato le sue accelerazioni, Bastoni ha ‘murato’ gli avversari e segnato, Calafiori ha messo in mostra personalità e capacità di costruzione, Scamacca ha aperto spazi in cui Frattesi si è spesso infilato. Il 4-3-3 ‘mobile’ voluto dal ct ha dato i suoi frutti. Dopo un inizio da incubo.

Una folle rimessa laterale di Dimarco ha liberato infatti Bajrami nell’area azzurra e il fantasista albanese del Sassuolo non ha lasciato scampo a Donnarumma calciando forte sotto la traversa. Ventitré secondi. Il gol più veloce della storia degli Europei. Increduli e paralizzati i tifosi, ma fortunatamente non i giocatori. Che hanno saputo reagire immediatamente e, dopo essere andati subito vicini al pareggio con Pellegrini, hanno ribaltato il risultato in cinque minuti: prima Bastoni di testa su cross perfetto del 10 azzurro, poi Barella con un destro di controbalzo dal limite.

Scacciata la paura, l’Italia è stata ancora più padrona del campo e ha sfiorato più volte il terzo gol. Protagonista Pellegrini, bravo a farsi trovare sempre in agguato nell’area ma impreciso nella stoccata finale, che sia di piede o di testa. Niente da fare, ma primato comunque era già stato raggiunto: è stata la prima volta che gli azzurri hanno realizzato due gol nel primo tempo in una partita della fase a gironi di un Europeo. Nella ripresa il ritmo è calato, ma gli azzurri hanno mantenuto nettamente il pallone e l’iniziativa, senza correre particolari pericoli. Scamacca e Chiesa hanno anzi cercato di chiudere la partita, e in particolare lo juventino avrebbe davvero meritato un gol che invece ha solo sfiorato con un sinistro fuori di poco. Spalletti ha mandato in campo forze fresche: Cambiaso, Cristante, Darmian, Retegui e Folorunsho hanno messo minuti nelle gambe senza però riuscire a fare ripartire il ritmo. E dopo la paura iniziale, c’è stato pure lo spavento finale per l’Italia, con Donnarumma protagonista di una parata salvifica. E allora bene così. Quinta vittoria in altrettante partite per l’Italia contro l’Albania e Dortmund che si è confermata ‘amica’. Adesso però è già tempo di guardare avanti: giovedì si va a Gelsenkirchen, ci aspetta la Spagna.

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Mercato: A Napoli Osimhen è un caso, Juve su Greenwood

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Sono cominciati gli Europei, ma il mercato non si ferma, anche se alcuni club aspetteranno la fine del torneo continentale, in particolare chi crede che, se proprio deve vendere un pezzo pregiato, probabilmente dopo Germania 2024 varrà di più. E’ il caso di CALAFIORI, che il Bologna non vuole cedere anche se la Juventus insiste. Se ne riparlerà dopo il 15 luglio, nel frattempo il ds dei bianconeri Giuntoli sta stringendo per GREENWOOD e per DOUGLAS LUIZ, ques’ultimo dell’Aston Villa, per il quale, conguaglio economico a parte, potrebbero andare in Inghilterra MCKENNIE e ILING JUNIOR. Potrebbe partire anche CHIESA, ma le sue richieste economiche, e quelle della Juve (30 milioni per il cartellino) fanno sì che nessuna società italiana possa permettersi l’esterno della nazionale, che comunque continua a piacere alla Roma. Con l’Al Nassr si tratta per definire la cifra da ricevere per il trasferimento di SZCZESNY nella Saudi League, dopo il quale alla Continassa arriverà DI GREGORIO dal Monza. HUIJSEN invece potrebbe finire all’Atalanta, anche nel caso in cui KOOPMEINERS non dovrebbe lasciare Bergamo. Intanto la Dea ha riscattato DE KETELAERE dal Milan, accontentando Gasperini: 22 milioni più 2 di bonus il costo dell’operazione. L’Inter cerca un ‘dodicesimo’, ma il brasiliano BENTO, che fa parte della Seleçao oltre che dell’Athletico Paranaense, sembra poco propenso ad accettare questo ruolo.

Così oa alla corte di Inzaghi dovrebbe arrivare il genoano MARTINEZ. A Napoli, invece, sta diventando un caso OSIMHEN, perché nessuno si è fatto avanti per il nigeriano che ha una clausola da 120 milioni nel contratto che lo lega agli ex campioni d’Italia. Il presidente De Laurentiis spera sempre che, prima o poi, si faccia vivo il Psg. Il giocatore tradisce un certo nervosismo, come dimostra la diretta Instagram nella quale l’attaccante si scaglia contro il ct della Nigeria. Nel frattempo c’è stato un contatto diretto fra il nuovo allenatore Conte e LUKAKU, ma finché ‘Osi’ non parte il belga rimarrà al Chelsea. Probabile l’addio di MARIO RUI, che avrebbe ricevuto offerte da tutte e tre le grandi del campionato portoghese: Benfica, Porto e Sporting. Al suo posto potrebbe arrivare SPINAZZOLA, al quale la Roma non ha rinnovato il contratto, e che piace Conte. Il Feyenoord ha ricevuto richieste dal Milan per WIEFFER dal Milan e per STENGS dalla Lazio (che ha già un accordo per un quadriennale a 2 milioni l’anno con il giocatore), ma per ora non cede questi due calciatori, sperando magari che il loro vecchio ‘maestro’ Arne Slot li chiami al Liverpool facendo incassare al club di Rotterdam cifre superiori a quelle che possono pagare gli italiani.

Curiosamente, Feyenord e Lazio si contendono un talento, il 18enne argentino THIAGO ROMANO, ora al Panathinaikos. E a proposito di argentini e di Lazio, il Girona tiene sempre d’occhio CASTELLANOS. MORATA vuole lasciare l’Atletico Madrid e tornare in Italia, e per lui è tornata d’attualità la Roma, che già lo aveva cercato l’anno scorso. Ora però è concentrato sugli Europei. Nel frattempo il ds dei giallorossi Ghisolfi fa trapelare una smentita su presunti contatti con lo svincolato HUMMELS. Per BELLANOVA il Torino ha chiesto 20 milioni, e per finanziare l’acquisto potrebbe essere ceduto ZALEWSKI, per il quale ci sono un paio di richieste dalla Bundesliga, ma non alle cifre che vuole la Roma. Incerto il futuro di BOVE: lo voleva il Sassuolo, ma la retrocessione in B degli emiliani ha ‘cancellato’ ogni discorso. Su ABRAHAM c’è il Brighton, ma solo se può prenderlo in prestito oneroso. A meno che la nuova sinergia dei Friedkin con l’Everton non porti l’inglese dai Toffees.

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Croazia colpita e affondata, la Spagna vola

Trionfo firmato Morata, Fabian Ruiz e Carvajal; Yamal da record

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Un primo tempo pirotecnico manda la Spagna in paradiso e getta nello sconforto la Croazia, travolta da tre gol difficili da digerire nel primo impatto con gli Europei. Due vecchie conoscenze del calcio italiano, Alvaro Morata e Fabian Ruiz, confezionano il trionfo iberico che viene completato dal solito gol, al culmine di una stagione da incorniciare, di Carvajal. Fa la sua bella figura, tra spunti geniali e qualche inevitabile ingenuita’, il baby Yamal, il piu’ giovane giocatore della storia degli Europei, con 17 anni ancora da compiere. La Croazia vista a Berlino sembra a fine ciclo, con una difesa lenta e prevedibile, Gvardiol che a sinistra pare il lontano parente del campione che da’ spettacolo nel Man City di Guardiola. A centrocampo Modric ha ancora qualche spunto d’autore, ma Brozovic e Kovacic sono troppo lenti. Le punte, al solito, sono insufficienti. Ora dovrà cercare contro Albania e Italia il riscatto per evitare un’eliminazione umiliante. Considerando però il regolamento degli Europei, con la qualificazione delle quattro migliori terze, tutto e’ ancora possibile. Dopo le nette vittorie di Germania e Svizzera contro avversarie modeste la Spagna surclassa la Croazia, in maniera ben più netta della finale di Nations League, assegnata ai rigori. Troppo brutta per essere vera la formazione di Modric, che si affloscia presto arrancando contro una Spagna fresca, impetuosa e talentuosa. I derby del Real Madrid tra Carvajal e Modric e del Manchester City tra Rodri e Gvardiol hanno un esito chiaro. In difesa con Nacho e Le Normand non si passa, il centrocampo di Rodri, Pedri e Fabian Ruiz mette in soggezione il blasonato reparto avversario. Morata, poco amato dai tifosi spagnoli, si conferma affidabile e ispirato. Il buongiorno si vede dal mattino, ed è la Spagna che preme subito contro una Croazia compassata, che si sveglia per un breve tratto del primo tempo per assopirsi maldestramente. Ci pensa Pedri ad accendere la gara al 29′ con un assist verticale che lancia Morata, in vantaggio su Sutalo, che incrocia e batte Livakovic. Due minuti e si replica: Yamal inventa per Fabian Ruiz, che in slalom mette a sedere la difesa croata e raddoppia. I croati si svegliano dal torpore ma Majer e Budimir non riescono a sfruttare due occasioni ghiotte per dimezzare le distanze. E la Spagna, spietata, va sul 3-0 al 47′: Yamal col suo sinistro vellutato crossa, Carvajal taglia al centro gabbando Pongracic. Un tempo sontuoso che manda in crisi le certezze croate. Al solito ritmo, ma con piu’ nerbo, nella ripresa provano a reagire: entrano Perisic e Pasalic mentre si ferma per infortunio Morata, ma la Spagna controlla le operazioni senza troppi problemi. Un sussulto si ha al 78′ per un errore di Unai Simon che costringe Rodri al fallo in area. Ma Petkovic, che gia’ aveva sbagliato il penalty nella finale di Nations League, si fa respingere il tiro. Sugli sviluppi dell’azione poi segna, ma l’arbitro annulla per un millimetrico fuorigioco di Perisic. Per la Croazia l’Europeo e’ gia’ in salita, la  si conferma tra le favorite, acquisendo qualche certezza in più.

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