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Salute

Neuromed, innovazioni tecnologiche in chirurgia spinale e premio a un giovane neurichirurgo

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Un corso sulle innovazioni tecnologiche nella Chirurgia spinale: si è tenuto presso il Parco tecnologico dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli il secondo corso di aggiornamento promosso dal professor Gualtiero Innocenzi, a capo della Neurochirurgia I.

Innovazioni che guardano soprattutto ai giovani e al rapporto con le nuove tecnologie in questa particolare branca della medicina. Per l’occasione l’Area Funzionale Omogenea di Neurochirurgia dell’Istituto di Pozzilli ha predisposto un riconoscimento ad un giovane Neurochirurgo.

Il premio Neuromed per la Chirurgia spinale è stato attribuito al dottor Fabio Cofano dell’Università di Torino per una ricerca nel settore dell’oncologia spinale. Il dottor Cofano è stato selezionato tra gli specialisti in Neurochirurgia under 36 che ha inviato l’abstract del suo lavoro scientifico. A premiare il giovane Neurochirurgo il professor Gualtiero Innocenzi insieme al Presidente della Società Italiana di Neurochirurgia Maurizio Fornari.
I risultati dello studio sono stati illustrati proprio nel corso del convegno “Innovazioni tecnologiche nella Chirurgia spinale”.

“Una ricerca che porto avanti da anni sulle metastasi spinali – ha detto il dottor Fabio Cofano – ho sostanzialmente individuato uno score in grado di stabilire la necessità di chirurgia in questi pazienti al fine di prevenire o trattare lesioni del midollo spinale oppure instabilità vertebrali. Quindi per definire un percorso di prevenzione o di trattamento efficace”.

 

“Come affermato dal poeta Rainer Maria Rilke ‘il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima che accada – commenta il professor Gualtiero Innocenzi – questo per dire che immaginiamo il futuro come qualcosa di cui non ci accorgiamo del fatto che è già arrivato. È quello che succede in certi ambiti della medicina, come la chirurgia spinale. Un settore in evoluzione sia sul piano della ricerca di base che applicata e su quello dell’innovazione tecnologica. Ho voluto promuovere questo secondo incontro innanzitutto per approfondire gli avanzamenti tecnologici nell’ambito della chirurgia spinale – continua Innocenzi – le nuove tecniche devono essere riconosciute e comprese e dobbiamo capire in che modo possono migliorano la prestazione di noi chirurghi. Alla storia che il progresso è un pericolo non ho mai creduto. I giovani sono dei nativi digitali, vivono il mondo digitale in modo molto più disinvolto e quindi possono affrontare meglio tutte le novità. Il mondo digitale e sempre più interattivo, inoltre, permette una migliore trasmissione delle informazioni e quindi rende più semplice anche la trasmissione degli avanzamenti dal punto di vista della formazione. Noi oggi siamo a Pozzilli ma non siamo regionali, anche oggi ci sono colleghi che vengono da tutta Italia per seguire i nostri corsi e, come ad esempio con il nostro CadaverLab, vengono da tutto il mondo facendo di Neuromed un Istituto che ha un ruolo centrale in Italia rispetto a questo”.

Anche il professor Maurizio Fornari, Presidente della Società Italiana di Neurochirurgia ha sottolineato l’importanza della formazione e dell’addestramento, indispensabili anche nell’ambito dell’avanzamento tecnologico.
“La cosa più innovativa è la decentralizzazione della tecnologia che avviene in tutte le brache – ha detto Fornari – La tecnologia è resa disponibile in molti centri d’Italia alzando di tanto il livello della Neurochirurgia nazionale che oggi è in continua evoluzione se pensiamo ad esempio all’imaging diagnostico o alla chirurgia robotica, intraoperatoria e computerizzata. Questa formazione avviene in sul campo e le società scientifiche devono, insieme alle istituzioni, promuovere una cultura superiore di tipo medico e chirurgico. Solo così il chirurgo può governare queste tecnologie e amministrarle con appropriatezza e precisione tenendo in vita, allo stesso tempo, la componente manuale e artigianale del Neurochirurgo”.

 

L’IRCCS Neuromed
L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati.

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In Evidenza

Carente in Italia un farmaco chemioterapico molto usato

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Si chiama fluorouracile ed è un farmaco chemioterapico molto utilizzato dai pazienti oncologici. Al momento, è però “carente o disponibile in quantità ridotta” in Italia. A dare notizia dell’ultima carenza registrata sul nostro territorio è l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) insieme all’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che rassicura tuttavia i pazienti che si stanno mettendo in atto tutte le procedure necessarie per ripristinarne la disponibilità e fornisce indicazioni precise ai medici oncologi su come gestire la situazione. “Le confezioni disponibili non saranno in grado di soddisfare le richieste del mercato per i prossimi mesi”, afferma l’Aifa sul proprio sito. L’Agenzia assicura però di essere “in costante contatto con i titolari delle Autorizzazioni alle Immissioni in Commercio dei medicinali a base di Fluorouracile per avere aggiornamenti su eventuali prossime forniture aggiuntive”.

L’Aifa si è inoltre detta disponibili a rilasciare alle strutture sanitarie che ne faranno richiesta l’autorizzazione a importare il farmaco dall’estero. A preoccupare è però proprio il largo utilizzo di questo chemioterapico. Il fluorouracile, spiegano gli oncologi, è un farmaco che rientra in numerosi schemi di trattamento per neoplasie dell’apparato gastroenterico, della mammella e del distretto testa-collo e la sua carenza, sia pur transitoria, “rappresenta un reale problema per la pratica clinica oncologica anche a causa della impossibilità di sostituirlo con altri farmaci per uso parenterale”. “Stimiamo – sottolinea il presidente Aiom, Francesco Perrone – che circa il 20% dei nuovi pazienti oncologici ogni anno potrebbe avere potenzialmente bisogno del fluorouracile, si tratta di 70-75mila pazienti l’anno”.

Proprio per contribuire al superamento della carenza, spiega, “daremo indicazioni ai clinici affinchè considerino schemi terapeutici alternativi con farmaci orali, come la capecitabina, per i pazienti che inizieranno un nuovo trattamento nelle prossime settimane, se previsti nelle linee guida disponibili e clinicamente indicati. Cercheremo di dare la priorità ai pazienti già in trattamento e ci auguriamo che questa allerta possa presto rientrare”. Ribadendo che Aifa “sta già mettendo in moto anche tutte le procedure inerenti l’import del farmaco per superare il momento di criticità”, il presidente degli oncologi sottolinea anche “l’importanza di questa rinnovata collaborazione con l’Agenzia: questo metodo di collaborazione, e la condivisione dei contenuti, tra società scientifiche ed un ente regolatorio come Aifa – afferma – è fondamentale ed è a tutto vantaggio dei pazienti”.

Il problema della periodica carenza di farmaci non è una novità in Italia, ma si è da qualche anno acuito a seguito del conflitto in Ucraina e della difficoltà di produzione di alcuni principi attivi in vari paesi. Un problema che il nuovo presidente Aifa, Robert Nisticò, ha indicato come una priorità nel suo discorso di insediamento all’Agenzia, lo scorso 22 aprile: “Sarà nostro compito fondamentale assicurare che non ci siano carenze nel mercato di farmaci indispensabili. In questo particolare momento in cui purtroppo ci sono conflitti alle nostre porte che pesano sulla filiera del farmaco anche in Italia, l’Agenzia insieme con le industrie, dovrà assicurare la massima disponibilità per un approvvigionamento continuo dei farmaci essenziali sia nel nostro Paese che nei paesi più in difficoltà”. Presso il ministero della Salute è inoltre attualmente attivo un Tavolo tecnico di lavoro nel settore dell’approvvigionamento dei farmaci sul territorio italiano.

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Cronache

Non era lombalgia, ma un tumore: denunciati tre medici

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È morta a 61 anni per un tumore ai polmoni ormai in metastasi ma che è stato scoperto troppo tardi perché inizialmente scambiato per una lombalgia. Ora i figli di Stella Alaimo Franco, scomparsa a Treviglio (Bergamo) lo scorso 30 marzo, hanno presentato denuncia, assistiti dall’avvocato Massimo Trabattoni, nei confronti di tre medici dell’ospedale di Treviglio e anche dell’intera Asst Bergamo Ovest. Ipotizzano il reato di omicidio colposo, ma ora dovrà essere la Procura a stabilire se avviare delle indagini. Quello che i due figli della donna, Monica e Andrea, contestano ai medici bergamaschi è di non aver fatto luce fin da subito sul reale – e grave – male che aveva colpito la madre, “che era sempre stata bene e non aveva mai avuto neppure un colpo di tosse”, hanno raccontato. Il primo accesso della loro mamma in ospedale a Treviglio risale al 17 dicembre scorso, quando Stella si presenta al pronto soccorso lamentando un forte dolore alla gamba.

La donna viene dimessa con una diagnosi di lombalgia dopo essere stata sottoposta ai raggi nella zona lombosacrale. Ma i dolori alla gamba non passano, anzi aumentano, e il 4 gennaio viene riportata dal figlio allo stesso pronto soccorso. Stando alla denuncia dei familiari, la donna viene rimandata a casa senza ulteriori indagini. In entrambi i casi la prognosi è di zero giorni e nel secondo accesso un infermiere le avrebbe suggerito di prendere in autonomia un antidolorifico. Nei giorni successivi, grazie a un conoscente personale della famiglia, Stella Alaimo viene sottoposta a una risonanza magnetica, che rivela delle metastasi. La situazione precipita rapidamente. Il 23 gennaio una Tac evidenzia un tumore di 5 centimetri per 4 al torace, con dei noduli diffusi. Il 29 gennaio la prima visita oncologica all’Istituto dei Tumori di Milano. La diagnosi stavolta parla di ‘adeno carcinoma polmonare al quarto stadio plurimetastatico con carcinosi peritoneale’.

A febbraio la donna già non riesce più ad alzarsi dal letto. Il 30 marzo muore, cento giorni dopo il primo accesso al pronto soccorso. Una morte di fronte alla quale i due figli non si rassegnano: “Ci era stato detto dall’équipe che l’aveva in cura a Milano che se quel tipo di tumore fosse stato diagnosticato per tempo, avrebbe potuto essere curato, e che il ritardo della diagnosi errata dei medici di Treviglio ha causato gravi conseguenze, dal momento che la malattia era avanzata in modo irreversibile”. L’Asst Bergamo Ovest non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’episodio.

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In Evidenza

Neonata con rara malformazione nata a Salerno e gestita con competenza dai medici

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Parto eccezionale all’ospedale di Salerno. Una donna di 38 anni è stata dimessa dal Reparto di Gravidanza a Rischio dell’Aou San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, diretto dal dottor Mario Polichetti, dopo aver dato alla luce una neonata con una rarissima malformazione. La paziente era stata trasferita dall’ospedale di Polla al Ruggi dove ha partorito sua figlia che sta bene anche se è tuttora ricoverata nel reparto di Neonatologia, diretto dalla dottoressa Graziella Corbo, per ulteriori controlli. La neonata, di quasi 3 chili, è portatrice di una condizione genetica molto rara, denominata ‘Situs Inversus’, ovvero un collocamento anomalo degli organi del torace e dell’addome con inversione di posizione, rispetto alla loro sede usuale.

La piccola paziente, ha infatti il cuore, lo stomaco e la colecisti a destra ed una malformazione della vena cava, vicariata dalla vena emiazygos. “Il parto in questione – spiega Polichetti – è un evento davvero straordinario e deve essere gestito con estrema competenza, per evitare eventuali complicazioni, ma siamo fieri ed orgogliosi che si sia concluso nel migliore dei modi”.

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