“Organizza a Castellamare veniamo io e Di Maio (nella foto in evidenza). Senza dire che ci sentiamo ok?”. E’ il testo di un altro messaggio via chat che Beppe Grillo avrebbe inviato all’armatore Vincenzo Onorato, come risulta dagli atti dell’inchiesta milanese, appena chiusa, per traffico di influenze illecite. Indagine in cui si contesta al patron del gruppo Moby di aver ‘pagato’ l’interessamento del fondatore dei Cinque stelle nei confronti della compagnia di navigazione anche con l’organizzazione di comizi elettorali. Il 20 dicembre 2017 Onorato avrebbe risposto: “Torre del Greco Comandante”. E Grillo: “si si Torre”. Onorato: “Ti porto la città in piazza”.
Concetto, segnalano i pm, che avrebbe ribadito in una mail del 2 gennaio 2018: “A Torre tutto è pronto per un comizio del tuo partito. Torre è la capitale del regno dei marittimi disoccupati. 60mila persone ti riempio la piazza principale”. E il 12 febbraio, dopo l’evento, Grillo gli scriveva: “bene, piazza pienissima”. Il 15 novembre del 2019, inoltre, Grillo avrebbe confermato ad Onorato l’interessamento dell’allora ministro Patuanelli per una delle questioni che gli stavano a cuore: “So che non ti ha chiamato patt parlato ora mi ha assicurato che sei seguito dal suo staff e che comunque ti chiama”.
“Ancora una volta, non possiamo fare altro che ribadire che i rapporti tra Vincenzo Onorato e Beppe Grillo sono regolati da un’amicizia ultra-quarantennale e che tutto ciò che viene contestato trova riferimento in questo rapporto”. Lo spiega il legale di Vincenzo Onorato, l’avvocato Pasquale Pantano, in relazione alla chiusura dell’inchiesta milanese a carico del patron del gruppo Moby e del fondatore dei Cinque stelle. “Siamo in grado di dimostrare l’infondatezza di ogni ipotesi di accordo di natura illecita e lo faremo, nel rispetto di chi ha condotto le indagini, nelle giuste sedi”, ha chiarito il legale.
Prima di concludere la pubblicazione di questi messaggi, come si fa con tutti, anche per Beppe Grillo e tutti gli altri soggetti citati in questo articoli, siano essi indagati o semplicemente citati per essere comparsi nelle chat ma non hanno nulla a che vedere con il caso di giustizia, tutti sono da considerare cittadini innocenti. Fino al terzo grado di giudizio.