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Qatar: torna libera commercialista di Panzeri

Qatar: torna libera commercialista di Panzeri

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 Torna libera, con solo il divieto di espatrio, Monica Rossana Bellini, la commercialista della famiglia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, arrestata nel Milanese il 17 gennaio su mandato d’arresto europeo dei magistrati belgi che indagano sul Qatargate. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano accogliendo l’istanza della difesa di revoca degli arresti domiciliari. Intanto, ieri i giudici hanno deciso il rinvio dell’udienza, per decidere sulla consegna o meno al Belgio, al 9 marzo, perché non sono arrivati atti che chiariscano le finalità della consegna stessa.

A quanto si è saputo, la quinta penale della Corte d’Appello (giudici Nova-Arnaldi-De Magistris) ha stabilito che sono venute meno o comunque si sono estremamente affievolite le esigenze cautelari a carico della professionista (difesa dagli avvocati Franca De Candia e Liliana Crescimanna) che giustificano i domiciliari. Per la commercialista resta solo il divieto di espatrio e potrà comunque chiedere singole autorizzazioni se dovrà andare all’estero. Può in ogni caso tornare a lavorare. Bellini, secondo i magistrati belgi, come scritto nel mandato d’arresto, avrebbe avuto “un ruolo importante nell’ambito del rimpatrio dei contanti” – ossia le presunte tangenti – “provenienti dal Qatar” assieme “a Silvia Panzeri”, figlia dell’ex eurodeputato. E sarebbe stata Bellini, su input di Panzeri (come ha dichiarato l’ex collaboratore Francesco Giorgi), a mettere in piedi “una struttura di società per garantire un flusso di denaro con apparenza legale”. Dagli atti arrivati dal Belgio, aveva scritto la Corte milanese nell’ordinanza dei giorni scorsi, “non emergono le motivazioni” per le quali sarebbe necessaria la presenza di Bellini “al cospetto” dei magistrati di Bruxelles.

A carico di Bellini, da quanto si è potuto capire, l’autorità giudiziaria belga ha emesso un mandato d’arresto europeo (la difesa ne chiede la revoca) per finalità istruttorie, ossia per ascoltarla a verbale. Nell’ordinanza, nella quale i giudici italiani si richiamano ad una sentenza recente della Cassazione, si fa presente, però, che esistono altri strumenti per finalità istruttorie, come le rogatorie, senza dover passare per un arresto e una consegna. Allo stato per la Corte gli atti pervenuti “non soddisfano” le esigenze richieste dalle procedure del mandato d’arresto europeo. Da qui il rinvio al 9 marzo in attesa di chiarimenti. In più i giudici hanno chiesto anche che il Belgio specifichi in quale “struttura carceraria” vorrebbe collocare Bellini.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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