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Violenze in carcere, indagine su 28 agenti a Biella

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Violenza nei confronti di almeno tre detenuti. C’è un’altra inchiesta, dopo quelli di Torino e Ivrea, nelle carceri piemontesi, Questa volta riguarda Biella dove sono indagati 28 appartenenti alla polizia giudiziaria: il vicecomandante è ai domiciliari, 27 agenti rischiano la sospensione dal servizio. L’indagine della Procura è partita il 3 agosto 2022 in seguito a una notizia di reato redatta dal vice comandante della polizia penitenziaria di Biella che aveva denunciato un detenuto per atti di violenza e minaccia, nonché per oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.

“La circostanza che ha immediatamente creato allarme in capo a questa Procura – spiega, in una nota, il procuratore capo Teresa Angela Camelio – è stato l’impiego dell’uso del nastro adesivo per contenere il detenuto, già ammanettato, in violazione dell’articolo 41 della Legge sull’Ordinamento Penitenziario e, quindi, con modalità in contrasto con il dettato normativo”. Proprio da questo particolare è stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti del pubblico ufficiale da parte dell’amministrazione della casa circondariale.

La procura intanto aveva chiesto l’acquisizione degli atti del procedimento giunti però a fine novembre. Le indagini sono state condotte direttamente dal procuratore Maria Angela Camelio e dal sostituto Sarah Cacciaguerra, contitolare del fascicolo. Il detenuto era stato poi interrogato confermando le violenze e aveva presentato denuncia per gli abusi subiti. Ci sarebbero poi anche referti medici a testimoniare le “illecite modalità del contenimento e le lesioni personali subite”. Gli inquirenti hanno poi acquisito le immagini delle videocamere, che sono state visionate dai carabinieri della polizia giudiziaria. Proprio da questi video sarebbero emersi nuovi episodi di violenza e di illecito contenimento posti in essere dalla polizia penitenziaria nei confronti di altri due detenuti.

Con l’obiettivo di arginare il rischio di reiterazione dei reati la Procura di Biella lo scorso 16 dicembre aveva depositato la richiesta di misure cautelari. Il Gip, accogliendo parte delle richieste, ha ordinato l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico del vice comandante e si è riservato, all’esito degli interrogatori, di decidere sull’applicazione delle altre richieste di misure interdittive nei confronti dei 27 agenti coinvolti.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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