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Economia

Crolla il risparmio gestito dopo il record del 2021

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Crolla il risparmio gestito nel 2022 dopo la raccolta record di 93 miliardi del 2021. A dire il vero l’avvio dell’anno era stato più che promettente con un primo trimestre a quota 11 miliardi. Poi i mesi estivi, tradizionalmente più deboli, e un settembre negativo hanno certificato le poche luci e le molte ombre. Difficile invertire la tendenza complice l’estrema volatilità di un mercato stretto tra la morsa dell’inflazione e le tensioni geopolitiche. Se lo scorso anno la raccolta mise a segno il miglior risultato dal 2017, il 2022 con gli 11 mesi a quota 8,6 miliardi secondo i dati Assogestioni, si avvia a chiudere sui livelli o comunque poco sopra i 7,8 miliardi del 2020, anno segnato dalla pandemia. Andando a scorrere i dati di novembre il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito si è attestato a 2.260 miliardi di euro. A influire sulle masse è stato principalmente l’effetto mercato positivo, quantificato dall’ufficio studi di Assogestioni in un +2,4%.

La raccolta netta è stata positiva per 268 milioni. Una cifra, quest’ultima, in calo rispetto ai 967 milioni di ottobre, mese che però ha segnato una ripresa della raccolta dopo i -3,3 miliardi di settembre. Da segnalare a novembre l’Inversione di marcia per i fondi aperti che sono tornati in territorio positivo, raccogliendo 231 milioni nel mese. In particolare, i dati hanno confermato il continuo interesse dei sottoscrittori per i prodotti azionari, che hanno registrato afflussi netti pari a 1,63 miliardi. Allo stesso tempo, si sono affievoliti i deflussi dai comparti obbligazionario e bilanciato, pari rispettivamente a 216 e 379 milioni di euro. La mappa mensile di Assogestioni indica poi come, sostanzialmente, sia rimasto invariato il quadro sui fondi chiusi che, a novembre, hanno raccolto 640 milioni di euro, portando il dato complessivo di raccolta delle gestioni collettive a +870 milioni di euro, per un patrimonio di 1.180 miliardi, pari al 52,2% delle masse. Sul fronte delle gestioni di portafoglio, i mandati istituzionali hanno visto una raccolta negativa pari a 1,58 miliardi di euro nel mese, mentre quelli retail hanno registrato afflussi netti per 987 milioni. Il patrimonio complessivo delle gestioni di portafoglio si attesta così a 1.080 miliardi di euro, equivalenti al 47,8% del totale.

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Imprese pronte a 1,6 milioni di assunzioni entro luglio

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Quasi 494mila assunzioni previste a maggio e in totale 1,6 milioni in tre mesi, fino a luglio: sono i contratti di lavoro che le imprese si dicono pronte a mettere sul piatto, anche in vista dell’estate. Una programmazione che, però, spesso continua a fare i conti con la difficoltà a trovare i profili richiesti: per il 48% dei posti disponibili già questo mese non è facile trovare candidati. Questo significa che circa 238mila posizioni rischiano di restare scoperte.

Lo scenario è delineato dall’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Viaggia comunque su ritmi positivi la domanda di lavoro che risulta in crescita di circa 27mila unità rispetto a maggio 2023 (+5,8%) e di quasi 35mila sul corrispondente trimestre dell’anno scorso (+2,2%). Una crescita trasversale nel Paese, ma a fare da traino sono il Sud e le Isole che si presentano come l’area più dinamica con 140mila (+15mila, +11,9%) contratti attesi. Contratti che, nel complesso, sono di durata variabile: da oltre un mese al tempo indeterminato. La disponibilità di posti riguarda sia l’industria che in tutto programma più di 136mila entrate nel mese e oltre 410mila nel trimestre, sia le imprese dei servizi che sono alla ricerca di 357mila lavoratori a maggio e di circa 1,2 milioni fino a luglio.

E tra queste, complice l’avvicinarsi della stagione estiva, spicca la filiera del turismo: tra alberghi e alloggi in generale, bar e ristoranti, sono 119mila le opportunità lavorative offerte questo mese e 405mila nel trimestre maggio-luglio. Molte le offerte che arrivano anche dal commercio, con 69mila entrate programmate nel mese e 220mila nel trimestre. Ma i candidati non sempre sono disponibili. Resta infatti elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: a maggio è difficile da reperire il 48,2% dei profili ricercati. Sono diverse le figure quasi introvabili, ma tra le più ricercate ci sono gli operai specializzati, fabbri, saldatori, elettricisti, e i tecnici, ad esempio nel campo della salute.

Tra tutti, al primo posto, come segnala il Borsino delle professioni, si piazzano gli operai addetti ai macchinari dell’industria tessile e delle confezioni (il 78,9% è di difficile reperimento). Invece tra le professioni scientifiche e con elevata specializzazione il primato spetta agli ingegneri (il 58,8% di quelli richiesti non si trova facilmente).

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Economia

Brembo: per la prima volta oltre 1 miliardo di ricavi

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Brembo mette il turbo e archivia i primi tre mesi dell’anno con risultati robusti. I ricavi volano oltre un miliardo di euro, per la prima volta in un singolo trimestre. Il gruppo entra nel 2024 con “risultati positivi. Da parte del management c’è grande soddisfazione perché per la prima volta siamo riusciti a superare un miliardo di ricavi nel trimestre”, afferma il presidente esecutivo Matteo Tiraboschi. Guardando al dettaglio dei risultati finanziari emerge il record del fatturato che si attesta a 1.004 milioni, in crescita del 4,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Un traguardo ottenuto grazie all’aumento dei volumi in tutti i settori in cui il gruppo opera. In particolare il settore dell’auto cresce del 5,5%, le applicazioni per motocicli (+2%), e quelle per le competizioni (+6,3%). In lieve calo (-1,1%) le applicazioni per veicoli commerciali. Andamento positivo anche a livello geografico, con l’Italia (+3%) e la Germania (+5,4%). Particolarmente significativa la crescita dell’India (+22,3%), della Cina (+6,5%), e del Giappone (+16,1%). Risultati positivi “nonostante un contesto complesso. I ricavi sono stati sostenuti dall’aumento dei volumi nei nostri segmenti di business chiave e nei principali mercati”, aggiunge Tiraboschi.

Tra gli altri indicatori finanziari si registra anche la crescita del margine operativo lordo (Ebitda) che si attesta a 176,8 milioni (+5,1%). In lieve flessione, invece, l’utile netto che si attesta a 75,2 milioni (-2,2%), principalmente dovuto a “questioni relative a scritture contabili legate alla conversione dei cambi”. Bene anche gli investimenti che si attestano a 75,2 milioni. Nei mesi scorsi il gruppo ha annunciato un investimento di 40 milioni di euro per un nuovo stabilimento in Thailandia. Un sito che realizzerà sistemi frenanti per i costruttori di moto ed avvierà la produzione all’inizio del 2025. Con questa questa struttura “abbiamo posto le basi per ulteriori sviluppi del business di Brembo nel Sud-est asiatico. Stiamo continuando a investire per favorire la strategia di espansione globale del gruppo”. Non vanno trascurati anche gli investimenti in sviluppo e ricerca che “rappresentano per noi un driver molto importante per avere soluzioni più innovative da proporre ai nostri clienti”, conclude Tiraboschi. I risultati dei primi tre mesi dell’anno consentono a Brembo di prevedere per il 2024 una moderata crescita dei ricavi, mantenendo i margini percentuali in linea con quelli del 2023.

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Economia

Bbva lancia un’offerta ostile da 11,5 miliardi su Sabadell

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Bbva ha lanciato un’offerta di acquisto ostile su Sabadell, che valuta la banca spagnola 11,5 miliardi di euro dopo che il board di quest’ultima aveva respinto la proposta ‘amichevole’. Il Banco Bilbao Vizcaya mette sul piatto una sua azione di nuova emissione ogni 4,83 azioni del Sabadell, che corrispondono in contanti a 2,12 euro per azione.

L’opa, diretta alla totalità delle azioni della banca catalana, è subordinata all’ottenimento di oltre il 50% dell’accettazione da parte degli azionisti. Si tratta della stessa offerta avanzata lo scorso 30 aprile dal gruppo Bbva, che stimava in circa 11,5 miliardi il valore dell’istituto di credito catalano e che per il cda del Sabadell “sottostimava significativamente” la banca e le sue prospettive di crescita come ente indipendente.

Dopo il rifiuto, il consiglio di amministrazione del Bbva, riunito ieri, ha deciso di lanciare l’offerta ostile offrendo agli azionisti le stesse condizioni. Lo scambio di azioni sarà effettuato mediante l’emissione di nuovi titoli ordinari riservati ai titolari di azioni del Sabadell. Con l’acquisizione per assorbimento, il Bbva costituirebbe il secondo gruppo bancario spagnolo per capitalizzazione. “La concentrazione economica risultante dall’offerta dovrà essere notificata alla Commissione nazionale dei mercati e la concorrenza e richiede l’autorizzazione espressa o tacita dell’Amministrazione spagnola”, segnala la comunicazione alla Cnmv.

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