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Turismo boom a pasqua e 25 aprile, 15 milioni in viaggio: bene le città d’arte

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Dopo due anni di restrizioni e rinunce l’Italia si gode le sue prime vacanze di Pasqua e ponti di primavera che virano decisamente a una nuova normalita’ nonostante l’angoscia dovuta al conflitto in Ucraina. Ecco quindi processioni e riti Pasquali seppur con la mascherina, ecco pranzi in agriturismo, ecco soggiorni alle terme, ecco gite culturali, musei e visite sotterranee, ecco addirittura grandi sciate come ad esempio a Cortina. Certo i numeri del 2019 sono ancora lontani, ma da qualcosa la risalita doveva pur cominciare. Ed e’ bello che stavolta si stiano rianimando, addirittura con le code, anche le bellissime citta’ d’arte che tanto hanno sofferto quanto a presenza turistiche in questi 25 mesi.

Ancora piu’ bello che il vociare a Fontana di Trevi o davanti al Duomo di Milano sia anche in inglese, francese e spagnolo, segno che gli stranieri grandi assenti da due anni stiano ricominciando a tornare. Il tempo fara’ un po’ il dispettoso: le giornate saranno prevalentemente soleggiate ma fredde (con un calo delle temperature anche di 10 C) e molto ventose (in Toscana addirittura da codice giallo). In vista del previsto aumento del flusso di traffico le Autostrade hanno rimosso i principali cantieri lungo le principali arterie mentre nelle citta’ principali le forze dell’ordine sono in campo per controlli straordinari. Con numeri leggermente diversi tra loro arrivano buone previsioni da tutte le associazioni sul campo. Sono circa 14 milioni gli italiani in viaggio secondo Federalberghi, che pero’ invita a non “cantare ancora vittoria” sulla ripresa (“nel nostro settore – tuona il presidente Bernabo’ Bocca – siamo stati praticamente sotto le macerie a causa dei due anni di pandemia”). E di questi, 1 su 4 (24,9%) approfitta della vicinanza con il 25 aprile per allungare la vacanza. L’89,5% resta in Italia, mentre il 10,5% sceglie l’estero, spesso una capitale europea. Secondo Cna Turismo e Commercio sono 15 milioni gli italiani e gli stranieri che nei ponti di aprile si metteranno in viaggio in Italia per una spesa complessiva che si aggira intorno ai 5,5 miliardi. Nei ponti di Pasqua e del 25 aprile dieci milioni di italiani si limitano a gite di una giornata o si recano in case di famiglia. Ma oltre cinque milioni di turisti sono intenzionati a pernottare in strutture ricettive perlomeno per una notte.

E di questi piu’ di un milione e mezzo saranno stranieri. Assoturismo Confesercenti con il Centro Studi Turistici di Firenze punta il faro sulla rinascita delle citta’ d’arte con oltre 1,1 milione di pernottamenti di cui 400 mila di turisti stranieri. Per le festivita’ pasquali, infatti, nelle citta’ e nei centri d’arte le prenotazioni superano il 76% della disponibilita’ delle strutture ricettive. E il 36% delle richieste arriva da turisti stranieri. “Nel complesso, considerando tutte le localita’ di interesse turistico del nostro Paese, tra Giovedi’ Santo e il lunedi’ di Pasquetta il sistema ricettivo italiano – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo – dovrebbe registrare 4,7 milioni di pernottamenti. Sono ancora lontani i numeri della Pasqua 2019, che aveva registrato 6,1 milioni di pernottamenti, ma potrebbe essere l’inizio di una reale inversione di tendenza per tutto il comparto turistico, sostanzialmente fermo da oltre due anni”. In quasi quattrocentomila, secondo le stime di Coldiretti, non si fanno scappare la tranquillita’ e il buon cibo a chilometri zero in uno degli 25 mila agriturismi che fanno dell’Italia uno dei leader mondiali nel turismo rurale.

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Interdittive antimafia per 5 imprese area metropolitana Napoli

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Il prefetto di Napoli ha adottato altre 5 interdittive antimafia nei confronti di imprese dell’area metropolitana di Napoli. Nella giornata di ieri, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, nell’ambito dell’attività di prevenzione antimafia, ha adottato ulteriori 5 provvedimenti interdittivi nei confronti di altrettante ditte operanti nel settore della vendita di carburanti, delle onoranze funebri, dell’edilizia e dell’attività florovivaistica, con sede legale nei comuni di Napoli, Casoria, Sant’Antimo e Ottaviano.

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Sequestrati 48 milioni di euro falsi, 7 fermi a Napoli

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Non è mai stata sfiorata dal senso di colpa che invece frenò ‘la banda degli onesti’ di Totò, la cricca guidata dall’espertissimo falsario 70enne Alfredo Muoio, in grado di stampare senza sosta banconote da 50 euro perfettamente contraffatte. Il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha scoperto un vero tesoro di euro falsi: ben 48 milioni, in un capannone del quartiere Ponticelli, dove gli imponenti macchinari off-set, provenienti dall’hinterland, precisamente da Casavatore, erano stati trasferiti di recente. Il blitz delle fiamme gialle, coordinato dalla Procura di Napoli Nord, è scattato all’alba. Sette, alla fine, le persone sottoposte a fermo dai pubblici ministeri.

Oltre al capobanda, Alfredo Muoio, sono stati presi i suoi due abili falsari e il vivandiere, che si occupava dei loro bisogni e che teneva in piedi i contatti con Muoio, visto che gli instancabili Alessandro Aprea e Ciro Di Mauro da quel capannone non si spostavano quasi mai. La qualità delle banconote ha indotto il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma a ritenere che fossero riconducibili all’ormai notissimo “NapoliGroup”, cartello tra i più efficienti al mondo, che opera anche in modalità itinerante tra Caserta e Napoli. E infatti, il loro prezzo di smercio è altissimo: 20 euro veri per ogni pezzo da 50 falso, come dimostrato di recente.

Da aprile scorso i due falsari hanno vissuto praticamente in isolamento per non interrompere la produzione: nel capannone c’erano circa 80.000 fogli ritraenti ciascuno 12 banconote da 50 euro del tipo Europa che dovevano essere solo tagliati per apporre la banda verticale argentata. Muoio è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine: tipografo di professione e titolare della ‘Muoiocartedagioco’, si è sempre dedicato, fin dai tempi delle lire, alla contraffazione monetaria. Più volte ha allestito stamperie clandestine e nel 2006 venne arrestato in flagranza in un capannone di Castel Volturno (Caserta) mentre stampava banconote false da 50 euro.

Non ha mai smesso di dedicarsi alla produzione e commercializzazione di valuta contraffatta e a lui sono riconducibili le riproduzioni più insidiose sia per quanto riguarda il taglio da 100, sia per quelle da 50 euro, peraltro sequestrate in tutta Europa. Dopo il primo arresto, però, il falsario ha deciso di variare il suo modus operandi: ha deciso di non esporsi più in prima persona ma di delegare la produzione a suoi “fedelissimi”, rimanendo sempre – almeno fisicamente – distaccato e distante dal laboratorio clandestino. Espediente che però non ha impedito ai finanzieri di notificargli un fermo emesso dall’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Maria Antonietta Troncone. Fermati dalle Fiamme gialle anche i tre autotrasportatori grazie ai quali è stato possibile trasferire i macchinari dal deposito dell’azienda di Muoio, a Casavatore, al capannone preso in affitto da una società di bonifiche a Napoli, del tutto estranea alle contestazioni.

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Toti e gli altri: tutti i nomi e le accuse ai 10 indagati raggiunti da misure cautelari del gip di Genova

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Sono dieci gli indagati, raggiunti da provvedimenti cautelari di diverso tipo, nell’ inchiesta della Dda di Genova che ha travolto il governatore della Liguria Giovanni Toti. Si tratta di persone del suo stretto entourage, imprenditori, e anche anelli di collegamento con Cosa Nostra. Nei loro confronti, sono state emesse misure cautelari e reali dal gip del Tribunale del capoluogo ligure, eseguite dalla Guardia di Finanza, in base a diverse ipotesi di reato. A richiederle è stata la Procura di Genova, lo scorso 27 dicembre. Ecco quanto risulta dalla nota di oggi della Procura genovese.

GIOVANNI TOTI – Il presidente della Regione Liguria è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari.

PAOLO EMILIO SIGNORINI – Ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. A suo carico è stata disposta la misura restrittiva più severa, quella della custodia cautelare in carcere.

ALDO SPINELLI – Imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione Liguria. Arresti domiciliari anche per lui.

ROBERTO SPINELLI – Figlio di Aldo, e come lui è imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Gli è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

MAURO VIANELLO – Imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini, anche a lui è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

FRANCESCO MONCADA – Consigliere di amministrazione di Esselunga, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Come per Spinelli jr e Vianello, a suo carico la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

MATTEO COZZANI – Capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, è accusato di corruzione elettorale, con l’aggravante mafiosa di aver agito in favore di Cosa Nostra, in particolare a vantaggio del clan Cammarata del ‘mandamento’ di Riesi (Caltanissetta) con proiezione nella città di Genova, è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione. Per lui gli arresti domiciliari.

ARTURO ANGELO TESTA e ITALO MAURIZIO TESTA – I due fratelli sono accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, entrambi sono sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo). Alle regionali in Liguria del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti degli elettori, appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani, verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ e verso il candidato Stefano Anzalone, indagato ma non colpito da ‘misure’. Iscritti a Forza Italia, sono stati sospesi dal partito. Arturo Testa lavora al Consiglio regionale della Lombardia come collaboratore del gruppo di FI.

VENANZIO MAURICI – Ex sindacalista della Cgil in pensione, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata di Riesi con proiezione su Genova, è destinatario dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La Cgil lo ha sospeso. SEQUESTRO – Nei confronti di Signorini e di Spinelli padre e figlio, il gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.

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