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Spettacoli

Ferragnez la serie, tra fragilità e non detto

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Anche Chiara Ferragni e Fedez, la coppia piu’ popolare e social del web, aveva qualcosa ancora da raccontare e come la gran parte dei matrimoni che si rispettano ha le sue piccole problematiche quotidiane svelate attraverso la super annunciata docu serie reality “The Ferragnez” di Amazon Prime Video i cui primi cinque episodi sono disponibili su Prime video da qualche ora offrendo agli spettatori uno spaccato della loro vita e di tutta la micro tribu’, figli fratelli, genitori, che gli ruota intorno, molto piu’ intimo di quanto non facciano i loro post su Instagram e Twitter. Chiara e Federico si mostrano, infatti, tra insicurezza, tenerezza ma anche in momenti surreali. Attraverso il filo rosso della terapia di coppia – lo psicoterapeuta non e’ mai inquadrato, trovata ingegnosa per guidare il racconto e fungere da collante per i diversi quadri del docureality – scopriamo, infatti, quanto Chiara e Federico siano diversi. Nella prima puntata It’s Christmas time, tanto per rimanere nel tema Natale, i due coniugi sono alla prima seduta di coppia. Dall’incontro emergono le prime problematiche. La prima a parlare e’ Chiara: “La nostra relazione dipende troppo dai suoi umori. Oggi e’ super simpatico pero’ il giorno che e’ preso male e’ difficile anche solo relazionarsi con lui”. Il rapper si lamenta dei pochi momenti di intimita’ di coppia. Troppi amici e parenti sempre presenti nella loro quotidianita’. “Avrei voglia di ritagliarmi molti piu’ spazi solo con lei. A volte siamo attorniati da questo gruppo irritante di persone: la famiglia, i suoi amici”. Perche’ Fedez specifica anche che lui di amici non ne ha. Ma la Ferragni spiega proprio il perche’ preferisce stare sempre in compagnia: “Vero e lo faccio perche’ cosi’ nei momenti in cui gli prende male o vuole stare da solo io non devo stare li’ come una scema da sola”.

“Io quando ho i miei momenti no mi chiudo in me stesso e me li risolvo da solo. cerco di non far pesare le mie problematiche su nessuno. Lei ha questo atteggiamento di voler per forza dialogare, di spronarmi al dialogo quando io non lo voglio”, ribatte lui. Poi la serie va avanti e indietro. Lui che si prepara a Sanremo, lei che domanda a lui: “Ma come avviene, chiamano Fedez? “, lui che replica ironico “no chiamano il nome di un altro”. Poi la spiega dell’erroraccio di Fedez, che aveva rischiato l’eliminazione spoilerando un passaggio della canzone. E ancora baby shower per Vittoria, l’attesa del parto e cosi’ via. Vediamo Chiara illustrarci il suo lavoro di “business woman o imprenditrice digitale”, facciamo conoscenza con le sue sorelle. Per il resto, The Ferragnez ci mostra un po’ di tutto: da Federico che fatica ad alzarsi dal letto nelle giornate no a Chiara che soffre all’idea di non poter uscire a cena; da Leone che corre per la casa perche’ ha paura della sarta, ai genitori di Federico, che bisticciano per la frittata; dalla madre di Chiara, che scrive a mano una lettera alla figlia a Fedez che impiega otto ore per vestirsi da Babbo Natale, e Leone che lo riconosce. Insomma tutto bene, ogni puntata una seduta, lacrime sulle dinamiche comportamentali dell’uno o dell’altro. Finche’ si arriva al quarto episodio e si rimane di sasso, quello che non ti aspetti, anche se va detto, narrato con pulizia e senza morbosita’. “Da bambino mi sono successe cose su cui non avevo nessuno controllo e questo ha fatto si’ che io crescessi con un senso di paura verso il mondo”, spiega Federico. A quel punto lo psicoterapeuta chiede se si sente di condividere E Fedez accetta. spiegando di essere stato molestato, da piccolo da un dentista. Un giorno, quel dentista diventa irrintracciabile finche’, la sera stessa, arriva la notizia che era indagato per pedofilia. “Si tolse la vita, suicidandosi”, ricorda Fedez. “So che non si tratta di una violenza pesante ma in ogni caso mi sono sentito umiliato”.

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Spettacoli

‘Caro presidente, un anno dopo’, Mediaset ricorda Berlusconi

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Un anno è passato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Un anno trascorso senza il fondatore di Mediaset e di Forza Italia: il 12 giugno Mediaset è pronta a commemorare il primo anniversario della sua morte con un omaggio, una programmazione speciale. “Caro Presidente, un anno dopo” andrà in onda alle 20.30, in simulcast su Canale 5, Italia 1, Retequattro e Tgcom24. Il documento di Toni Capuozzo, con la regia di Roberto Burchielli, ricorderà il Cavaliere con le immagini delle persone a lui più vicine, gli affetti più cari, i figli, dal più giovane Luigi a Eleonora, Barbara, Pier Silvio e Marina, uniti nell’amore verso il padre, e il fratello Paolo.

Poi, attraverso un viaggio in Italia tra i luoghi più significativi della storia di Silvio Berlusconi, si alterneranno i racconti degli amici di una vita: Fedele Confalonieri, Marcello Dell’Utri, Gianni Letta e Adriano Galliani, al suo fianco all’inizio dell’avventura televisiva, nelle pagine storiche segnate con il Milan e nell’ultima esperienza con il Monza. E ancora, un ricordo della moglie di Ennio Doris, Lina Tombolato, e di Guido Barilla. Non mancheranno i ricordi di Paolo Del Debbio e di Antonio Tajani, al fianco nella campagna politica fin dal 1994, quando Berlusconi decise di scendere in campo per gli italiani.

A seguire, le testimonianze di chi ha conosciuto il percorso del Cavaliere dalla televisione alla politica: Carlo Freccero, a cui Berlusconi affidò il compito di dirigere i palinsesti della neonata televisione commerciale Fininvest, il primo direttore del Tg5 e attuale direttore di TgLa7 Enrico Mentana, Maria De Filippi, Gerry Scotti e Urbano Cairo. Infine, i ricordi del mondo dello sport: l’ex allenatore del Milan Arrigo Sacchi e Zlatan Ibrahimovic che incontrando il suo ex presidente, nel 2022, ha postato una foto con la scritta “La storia non si cancella… e il futuro è ancora da scrivere…”.

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Spettacoli

Al via le riprese di Mare Fuori 5, new entry e uscite eccellenti

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Al via il 10 giugno le riprese della quinta, attesissima stagione di Mare Fuori, la serie tv coprodotta da Rai Fiction e Picomedia che con le ultime puntate ha totalizzato una total audience superiore ai 6,1 milioni di telespettatori, posizionandosi al primo posto della classifica dei prodotti più visti su RaiPlay. Molte le novità: il regista Ludovico Di Martino (Skam 3, La Belva, I Viaggiatori) sostituisce Ivan Silvestrini alla guida di un cast arricchito da tanti ingressi.

Nuovi personaggi varcheranno infatti le soglie dell’Ipm di Napoli: ragazze e ragazzi con storie difficili alle spalle che si troveranno a interagire e talvolta a scontrarsi con le vecchie conoscenze che gli spettatori hanno imparato ad amare in questi anni. Fanno il loro ingresso in Mare Fuori 5 diverse giovani promesse: Francesco Luciani e Francesco Di Tullio, nei panni dei criminali arrivati dal Nord; Rebecca Mogavero ed Elisa Tonelli, amiche inseparabili e partner in crime; Alfonso Capuozzo e Manuele Velo, che daranno voce a due delle diverse anime di Napoli, quella della strada e quella dei quartieri più benestanti, i quartieri dei “chiattilli”. Tante anche le conferme di volti diventati ormai familiari per i milioni di fan della serie: Carmine Recano, Lucrezia Guidone, Maria Esposito, Giovanna Sannino, Vincenzo Ferrera, solo per citarne alcuni.

Non ci saranno, invece, alcuni degli interpreti più amati come Massimiliano Caiazzo (Carmine), Matteo Paolillo (Edoardo), Clara Soncini (Crazy J) e Kyshan Wilson (Kubra). Novità anche nel team di scrittura. Maurizio Careddu è l’head writer di una squadra composta da cinque sceneggiatori: oltre allo stesso Careddu, firmeranno le puntate Luca Monesi, Angelo Petrella (già nel team di scrittura delle precedenti stagioni), Sara Cavosi ed Elena Tramonti.

Le riprese di questo nuovo capitolo iniziano mentre sono ancora vive le reazioni dei fan all’ultima stagione, dopo il rilascio su RaiPlay e la messa in onda su Rai 2. Una stagione, la quarta, che ha fatto tanto parlare di sé, raggiungendo un pubblico ampio e trasversale. “Mare Fuori è un eccezionale esempio di serialità televisiva fondata sul racconto della contemporaneità e sui valori del servizio pubblico – sottolinea Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction.

Il pubblico ha premiato la capacità di restituire la ricchezza contraddittoria del vissuto di un gruppo di giovanissimi costretti nella condizione estrema di un istituto di pena minorile. È anche la prova strategica di come la fiction possa declinarsi con successo sulla televisione generalista e sulla piattaforma digitale. Per questo saluto l’inizio riprese della quinta stagione con l’orgoglio e la speranza di una grande scommessa vinta, che si rimette in gioco”.

Roberto Sessa, produttore Picomedia, aggiunge: “La serie 5 nel gergo della serialità televisiva è il classico reboot. Ovvero la storia ci dà la possibilità di introdurre diversi nuovi personaggi che diventeranno, insieme ai protagonisti già affermati, le icone delle prossime stagioni. Diamo il benvenuto a sei di loro nella famiglia di Mare Fuori e gli auguriamo un grande percorso umano e professionale”.

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Musica

Dal Vasco dei record, rock senza sconti a San Siro

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E’ un concerto senza vie di mezzo, “rock senza sconti per nessuno”, come aveva preannunciato alla vigilia, il primo dei “magnifici 7” con cui Vasco Rossi si prende San Siro come nessuno mai prima. Sono 7, infatti, le date nella Scala del rock, praticamente una residenza al Meazza, espugnato per la prima volta nel 1990 e da allora riempito ogni volta di più, fino a questo record, premiato non a caso prima dal sindaco di Milano e poi dal presidente della regione, che ha raggiunto il rocker al Meazza pre show per consegnargli l’ennesimo riconoscimento a una carriera ultradecennale. Niente che metta a soggezione il Komandante, o che lo faccia spostare di una virgola dalla sincerità con cui ha cresciuto non un pubblico, ma un “popolo”, come lo chiama lui, che ha riempito San Siro per questa e per tutte le date a seguire.

Cinquantottomila gli spettatori stasera, 400mila in tutto solo a Milano, dove Vasco parte fortissimo, su un palco mastondontico lungo 86 metri e con cinque megaschermi, con una tripletta di pezzi come “Blasco Rossi”, “Asilo republic” e “Gli spari sopra”, scritti in momenti diversi ma che sembrano parlare proprio all’oggi, tanto che sul secondo il Komandante cita direttamente ‘Giorgia’, ossia la presidente del Consiglio. “E allora vedrete con la polizia che la situazione ritornerà, come prima, piu di prima – canta il Blasco – Giorgia! T’amerò (yeah), Giorgia t’amerò” dice prima di rivolgersi al suo popolo: “Siamo sempre qui, lucidi e vivi finalmente a Milano! Noi siamo qui questa sera per fare rock, è lo spettacolo più potente dell’universo, è il primo dei magnifici sette: sette volte sette San Siro”. Se Asilo Republic parla apertamente del potere e del controllo, Vasco dedica ‘Gli Spari sopra’ a “tutti i farabutti che governano questo mondo”.

E poi, più tardi, su ‘Basta poco’, non le manda a dire nemmeno al leader della Lega: “basta poco per essere intolleranti – canta Rossi – ditelo a Salvini, basta poco per essere intolleranti, ditelo a chi vota Salvini” Già sui social il Komandante aveva avvisato il suo ‘popolo’ – che stasera comprende Eros Ramazzotti ed Emma – che quella di quest’anno sarebbe stata una scaletta “un po’ più incazzata, più dura perché questo è un periodo molto complicato e molto difficile. Siamo tutti preoccupati. Speriamo vada bene”. Se i tempi sono duri, anche lo show è “duro e puro, senza sconti per nessuno. Senza sfumature di grigio. Solo bianco e nero”. Ed ecco che ai pezzi più rock seguono le ballad che incatenano il cuore di più generazioni, da ‘Jenny’, una tra le prima canzoni a parlare senza perifrasi di depressione, a ‘Sally’, cantata a una sola voce dal Meazza.

Quello di Vasco con San Siro è un legame indissolubile: data 10 luglio 1990 la prima volta, quella di ‘Fronte del palco’, cui sono seguite ogni tour più date, da due nel ’95, a 3 nel 2003 fino a 6 nel 2019 e al record assoluto di quest’anno. Tutto – parola del Blasco – merito del suo pubblico, anzi, ‘popolo’: in tanti si sono accampati da giorni, con le tende, di fronte al Meazza, tanti altri sono arrivati oggi per condividere ciò che solo Vasco ancora sa dare.

“La musica – ha spiegato non a caso lui appena prima dello show – è una benedizione, qualcosa che unisce, una sostanza spirituale che può solo unire, portare gioia e amore in questo momento storico particolarmente duro”. Ed ecco che il rito si compie di nuovo, brano dopo brano, in due ore e mezza serrate, che passano dal tuffo negli anni 80 di ‘Bollicine’ e ‘Vita spericolata’, all’oggi con ‘Gli sbagli che fai’, sigla de ‘Il supervissuto’ di Netflix. In mezzo un medley tutto al femminile, con cult come ‘La Strega’ o ‘Incredibile romantica’, in una volata rock che non può finire che con ‘Albachiara’. Applausi, abbracci, sudore: buona, anzi ottima, la prima e appuntamento a domani, per altri 60mila.

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