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Mare Fuori 2, torna la serie su Rai2: una famiglia, spiega Antonio De Matteo

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Dopo il grande successo della prima stagione di “Mare Fuori” ritorna la nuova serie su Rai 2. La storia vede come protagonisti i giovani ragazzi detenuti in un carcere minorile a picco sul mare.
Abbiamo incontrato Antonio De Matteo che nella serie è un agente della Polizia Penitenziaria. Antonio è un attore, un fotografo e un padre ed oltre ad aver recitato in “Mare Fuori”, è noto per aver interpretato vari ruoli in film e serie tv.

Dopo il grande successo della prima stagione di  “Mare Fuori” siete tornati con la seconda serie, secondo lei quale il segreto di questo grande successo?

“I ragazzi sono molto bravi a recitare, gli episodi sono tratti da storie vere, in cui la gente si può identificare e empatizzare con i personaggi. Direi che nel lato oscuro non è tutto così scuro e in molte zone d’ombra c’è anche della luce. Vedi Pino, per esempio, uno dei personaggi più incisivi: è un ragazzo che viene messo in carcere per la sua istintualità che lo danneggia in qualche modo, però lui ha questo grande senso dell’onore e dell’amicizia, in pratica l’esempio di tutto quello che rappresenta “Mare Fuori”.

Quali sono i motivi che l’hanno spinto a continuare quest’avventura televisiva su Rai2?

“Mi interessava approfondire il mio personaggio e me l’hanno concesso. Lino, il personaggio che interpreto, anche lui sembra tutto scuro e prevale la parte buia e negativa ma per tutto questo c’è un perché… Un altro motivo è perché “Mare Fuori” è diventato una famiglia, mi piace tornare a lavorare in quel clima e con quelle persone, quest’anno poi sono arrivati ​​nuovi attori, nuovi registi e si sono subito inseriti in questa famiglia gigantesca”.

Oltre a essere un attore lei è anche un ottimo fotografo; se dovesse descrivere la serie in una fotografia quale sarebbe il soggetto?

“Ci ho pensato spesso… Non so se hai visto la locandina della colonna sonora di “Mare Fuori”, ci sono le sbarre, un paio di scarpe e il mare dietro: ha colto in uno scatto quello che stiamo raccontando. Non avrei saputo fare meglio. Quando l’ho vista per la prima volta ho detto cavolo, quella foto è “Mare Fuori”.

Ha mai conosciuto ragazzi che vivono in questa condizione di vita?

“Si! Da ragazzo ho lavorato in un carcere minorile, quello Santa Maria Capua Vetere, che poi è diventato una casa famiglia. Con un’ Associazione abbiamo organizzato qualche laboratorio, e lì ho conosciuto un ragazzo che qualche anno dopo ho incontrato nella stazione di Napoli, in una condizione non bella. L’attrice che interpreta la moglie di Eduardo insegna recitazione nel carcere minorile di Nisida”.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

“Ho appena finito di girare un film. Il primo film di Beppe Fiorello come regista, che andrà al cinema;
è ispirato ad una storia vera e si chiama “Il delitto di Giarre”. Il mio ruolo è quello di  padre di uno dei due protagonisti, il film è girato in Sicilia, in siciliano, e ho lavorato molto per questo ruolo. Perché
io sono casertano e dovevo essere credibile a fare il siciliano. Ora sto andando spesso a Napoli, per un film indipendente, un opera prima di Nicola Prosatore che si chiamerà “Piano piano”. Quando non lavoro, come attore, realizzo i mie progetti fotografici, come fare book per gli attori. E  poi fondamentalmente sono un padre: ed ho tanto tempo da dedicare a mio figlio”.

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Economia

Aci, 4 automobili su 10 in Italia hanno oltre 15 anni

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Quattro automobili su dieci sulle strade italiane hanno più di 15 anni. Più insicure e inquinanti, rendono il parco macchine nazionale il più vecchio d’Europa e ancora quasi immune alla penetrazione delle auto elettriche. Seppure in crescita, queste ne rappresentano solo lo 0,4% alla fine dello scorso anno. L’Aci-Automobile club d’Italia e Fondazione Caracciolo descrivono le elettriche come “per troppi ancora un lusso” e avanzano una proposta per accelerare il ricambio generazionale delle macchine con il ‘noleggio sociale a lungo termine’, nella Conferenza del traffico e della circolazione. Il modello è quello del leasing sociale introdotto in Francia, che vedrà a gennaio la consegna delle prime auto ecologiche a famiglie in difficoltà economica.

Sul tema è in corso un confronto tra l’Aci e i ministeri dei Trasporti, delle Imprese e dell’Ambiente che si sarebbero mostrati interessati. Secondo il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini “il principio è sacrosanto, vediamo come metterlo a terra senza esporci a controindicazioni”. Il suo timore è che possa rivelarsi “una sorta di auto di cittadinanza”, visto l’abuso di certi strumenti in passato, ma invita ad approfondire. Nello specifico l’idea dell’Aci è che lo Stato acquisti tra le 3 e le 5 mila auto ecologiche tra modelli di bassa gamma – termici, ibridi o elettrici – e le noleggi per cinque anni ai cittadini che non riescono a sostituire le loro vecchie auto con gli incentivi più classici.

La rata, calcolata in base all’Isee, all’anzianità dell’auto da rottamare e del modello noleggiato, andrebbe da 75 a 125 euro al mese. I primi fondi individuati da utilizzare sono quelli rimasti dalle ultime campagne di incentivazione, a partire dai 100 milioni per le auto elettriche per i quali non ci sono state richieste. “L’auto di domani deve essere sicura, sostenibile e accessibile”, ha affermato il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, ricordando che sono 11 milioni e 500 mila le auto euro zero, uno, due e tre e che per almeno un trentennio la percentuale di veicoli termici datati sulle strade resterà significativa. Ne deriva un problema per le emissioni, e anche per la sicurezza.

Le nuove tecnologie avrebbero potuto evitare, negli ultimi 10 anni, il 28% degli scontri frontali, il 21% di quelli laterali e l’11% degli incidenti con i pedoni, secondo l’Aci. Sul tema incide anche la crisi demografica – come ha segnato Rapporto sulla mobilità degli italiani a cura di Isfort – con una popolazione sempre più anziana che si muove di meno e, per farlo, non rinuncia alla sua vecchia auto, per quanto inquinante e poco sicura. L’Automobile club invita ad accelerare nell’adeguare la normativa e le infrastrutture ai veicoli con sistemi avanzati di assistenza alla giuda e a quelli a guida autonoma e a formare gli automobilisti di domani a partire dai programmi di esame per le patente di guida. Un altro appello è quello a non sottovalutare il contributo significativo alla decarbonizzazione che può venire dai biocarburanti avanzati.

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Economia

Roma fuori con 17 voti, Expo a Riad

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Roma è fuori da Expo con appena 17 voti. Riad è la candidata che ha vinto con 119 voti. Busan ha ottenuto 29 voti. – Festa saudita a Issy-les-Moulineaux, dove la vittoria di Riad nella gara per aggiudicarsi l’Expo 2030 è andata molto oltre le previsioni. Fra gli arabi è festa grande, tra canti tradizionali, baci e abbracci nel Palais des Congrès dopo la decisione dei delegati del Bie, che hanno votato in 165 su 182.

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Esteri

Stretta anti fumo, le sigarette volano a 13 euro

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La Francia inasprisce la guerra alle ‘bionde’. Il nuovo piano di lotta contro il tabagismo che il governo di Parigi ha presentato prevede un prezzo delle sigarette alle stelle e l’estensione degli “spazi senza tabacco”: dalle spiagge, ai parchi o vicino alle scuole. La nuova stretta sul fumo punta a “raccogliere la sfida di una generazione libera dal tabacco dal 2032”. Il programma nazionale di controllo del tabacco (Pnlt) 2023-2027 si basa infatti sul “rafforzamento della tassazione e dei divieti relativi al tabacco”, ha spiegato il ministro della Salute e della Prevenzione, Aurélien Rousseau. L’obiettivo è prevenire l’accesso al fumo, soprattutto tra i più giovani, e aiutare meglio i fumatori a smettere, soprattutto i più poveri.

“Il divieto di fumo sarà ormai la norma”, ha sottolineato il ministro presentando ai giornalisti il programma nazionale di lotta al tabagismo. “Gli spazi vietati al fumo, che sono già oltre 7.200 in oltre 73 dipartimenti, sono il risultato di un movimento impresso localmente dai comuni. Oggi invertiamo la responsabilità e fissiamo il principio che diventa la regola”, ha proseguito Rousseau, spiegando poi come saranno gli aumenti del costo del pacchetto di sigarette: nel 2026 si arriverà ad un minimo di 13 euro a pacchetto, con una prima tappa a 12 euro nel 2025. Ma la Francia non è l’unico Paese a dichiarare guerra alla dipendenza dalla nicotina. A partire dal prossimo anno l’Australia vieterà l’importazione di vaporizzatori monouso, stando all’annuncio del ministro della Salute Mark Butler. L’ambizione dell’Australia di diventare il primo Paese a limitare lo svapo sarà realizzata in successive fasi, cominciando da un bando alle importazioni di prodotti monouso.

E da gennaio i medici e gli infermieri professionisti potranno prescrivere vaporizzatori terapeutici per trattare la dipendenza dalla nicotina. Il giro di vite imposto dal ministro Butler è inteso a reprimere il fiorente mercato nero che importa dalla Cina milioni di vaporizzatori monouso aromatizzati e li vende ai giovani su social media o sottobanco in minimarket. A muoversi in controtendenza, per ragioni di bilancio, è invece la Nuova Zelanda che ha in programma un dietrofront sulla legge approvata nel 2022 per vietare alle nuove generazioni di fumare sigarette ed altri prodotti a base di tabacco. Gli introiti derivanti dalle tasse sul fumo – scrivono i media locali – saranno utilizzati per finanziare il taglio delle imposte promesso dalla nuova coalizione di centrodestra. La marcia indietro del nuovo esecutivo è stata criticata da medici ed esperti di salute pubblica, soprattutto perché – denunciano – avrà conseguenze sulle comunità autoctone dei Maori dove il tabagismo è molto diffuso.

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