La svolta potrebbe arrivare gia’ prima di Natale e, qualche anno fa, in pochi l’avrebbero prevista: l’ingresso del M5S nel gruppo dei Socialisti & Democratici al Parlamento europeo. A Bruxelles se ne parla da tempo ma la prolungata vacatio alla leadership dei 5 Stelle, i tentennamenti del Pd e dello stesso Movimento hanno costantemente rinviato l’ingresso dei pentastellati in un gruppo che, oltre ai Dem, vede tra le sue file il Psoe spagnolo o l’Spd tedesco. La partita, tuttavia, ancora non si e’ chiusa. Anzi, il rischio che naufraghi ancora una volta ha una sua concretezza, alimentato dalle tensioni interne che accompagna da mesi l’avvicinamento del M5S al centrosinistra e da un problema di cariche nell’ambito del Parlamento Ue. E’ stato direttamente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, qualche giorno fa, ad imprimere un’accelerazione che vede anche Giuseppe Conte sulla stessa linea. “In Europa dobbiamo stare con i progressisti”, erano state le parole del titolare della Farnesina a Il Mattino. E oggi Giuseppe Conte conferma, anche le difficolta’: “sono d’accordo con Di Maio, che ha dato atto di un percorso, non ha dato un annuncio. Daro’ io l’annuncio quando si concretizzera’ questo passaggio e quando matureranno tutte le condizioni ma ci sono delle valutazioni in corso da tempo, abbiamo rafforzato la direzione progressista e i 5 Stelle possono dare un contributo di originalita’”. Anche perche’, con la scadenza delle presidenze di commissione a dicembre e, successivamente, dello stesso David Sassoli, il tempo stringe e i nodi restano. Il Movimento, infatti, staziona nel marginale gruppo dei non iscritti ma puo’, allo stesso tempo, vantare una vicepresidenza, occupata da Fabio Massimo Castaldo. L’ingresso nel gruppo S&D, soprattutto se a gennaio Sassoli lascera’ la presidenza, annulla di fatto la possibilita’ che Castaldo resti dov’e’. E l’esponente romano del Movimento, anche per eventuali ruoli alternativi, deve comunque guardarsi dalla concorrenza interna, a partire da Tiziana Beghin, una dei 7 saggi del nuovo Statuto. Il rapido avvicinamento al centrosinistra – italiano o europeo – continua in generale a seminare scetticismo in una parte dei pentastellati. Cosi’, alla notizia dell’annuncio imminente dopo l’ok di Enrico Letta, fonti della delegazione M5S in Ue frenano: “l’eventuale confronto con S&D non e’ ancora formalmente cominciato”. Il tira e molla riflette un rapporto, quello tra Pd e M5S, ancora piuttosto nebuloso. Sul fronte dei Dem, tuttavia, l’apertura c’e’. Dal Nazareno confermano che la discussione e’ in corso laddove il capodelegazione a Strasburgo, Brando Benifei, aggiunge che nuovi confronti ci saranno in settimana. Ma le tensioni sono sempre dietro l’angolo, come accade nel pomeriggio sulle parole del pentastellato Vittorio Ferraresi che in Aula alla Camera, parlando del caso di Simone Uggetti, nega all’ex sindaco di Lodi l’assoluzione politica, innescando le critiche di mezzo Pd, da Filippo Sensi a Andrea Marcucci. Nell’assemblea congiunta di Conte con i parlamentari M5S, prevista martedi’ sera, si potrebbe parlare anche della questione europea. Ma quello delle prossime ore sara’ anche il primo confronto sul grande rebus del Quirinale, dove il rischio, per Conte, e’ che si fronteggino le correnti interne al Movimento, sempre piu’ simili a fiumi carsici. Alla riunione, salvo colpi di scena, non partecipera’ Beppe Grillo. Ma rumors insistenti prevedono il suo arrivo a Roma per mercoledi’. A quel punto il tema del successore di Mattarella potrebbe essere oggetto del primo faccia a faccia tra Conte e Grillo nella Capitale dall’inizio del mandato dell’ex avvocato del popolo.