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Cultura

Due mostre a San Domenico Maggiore, fotografia e teatro, Maria Savarese e Antonio Biasiucci ci presentano Emma Dante e i fotografi del Lab/03

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San Domenico Maggiore, sabato 12 Giugno, ore 17,00,  parafrasando battute     o frasi  che possono essere  solo copiate in casi del genere, su di esse, una più di tutte, calza a pennello in un momento simile,  una frase che abbiamo sentito da Russel Crowe nei panni del Gladiatore,  colui che è stato eletto come  condottiero per antonomasia degli ultimi anni:  “Scatenate l’Inferno” e cosi è stato!. Sabato alle ore 17, 00 si è scatenato nel convento di San Domenico Maggiore  un inferno d’arte, un inferno nel quale ci siamo tuffati con curiosità, consapevolezza e interesse e che non ha deluso le nostre aspettative, ma, anzi, ci ha fatto discutere, appassionare, pensare, riflettere sulla fotografia e sul teatro con i lavori di 8 fotografi emergenti del Lab3 tenuto da Antonio Biasiucci e con gli attrezzi di scena, i ricordi, le foto e gli oggetti che hanno ispirato Emma Dante nel suo percorso artistico/teatrale/cinematografico, esposti in una mostra curata da Maria Savarese.

8 lavori fotografici, 8 eleganti portfoli fortemente diversi tra loro sia per forme che per contenuti. Otto narrazioni, sguardi autonomi, progetti eterogenei guidati da un unico metodo, quello che da tre edizioni contraddistingue i Laboratori Irregolari di Antonio Biasiucci che come ci dice, mette a disposizione le sue conoscenze, affinché sia dato spazio, tempo e possibilità ad altri di fare fotografia attraverso un Laboratorio ispirato a Antonio Neiwiller, regista e drammaturgo napoletano scomparso venticinque anni fa, che Biasiucci, considera considero suo maestro. Il Laboratorio produce immagini essenziali, nelle quali l’autore può trovare una parte di sé; sono immagini che si aprono all’altro. Dura circa due anni ed è composto ogni volta da un gruppo eterogeneo di 8 giovani autori dove il confronto, lo scambio, l’empatia verso l’altro sono una premessa fondamentale affinchè ognuno possa trovare un proprio linguaggio. Hanno condiviso, mostrando fotografie di volta in volta, le loro esperienze di vita. Ognuno è stato reso partecipe, assistendo al processo artistico dell’altro. Questa terza esperienza, come le altre si conclude, ma non finisce, e con l’esposizione delle opere prodotte in forma di portfolio, per ognuno dei partecipanti, sfogliate sulla stessa struttura portante, un tavolo lungo 15 metri, disegnato da Giovanni Francesco Frascino, che ha visto i lavori dei precedenti laboratori  esposti alla fine dei Lab1 e Lab2 a Castel dell’Ovo e alla chiesa  Santa Maria della Misericordia ai Vergini, si aprono nuove prospettive e nuove ricerche per tutti gli autori partecipanti.  In questa Epifanie/03 i lavori di Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello sono stati inseriti nell’ambito del Campania Teatro Festival   organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, che ha adottato il progetto in collaborazione con il Comune di Napoli e  Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e il patrocinio della SISF – Società Italiana per lo studio della Fotografia. 8 lavori di grande spessore e rispetto per l’arte fotografica cha ha aperto la strada a 8 autori di cui sentiremo spesso parlare.

San Domenico Maggiore Sabato 12 Giugno, ore 17,00 un crocevia di incontri, saluti, nuove conoscenze, un luogo dedicato al pace e alla preghiera, dove il silenzio regnava sovrano, e dove immaginiamo sporadici attraversamenti di monaci in fila e a mani giunte, in una fortunata concomitanza temporale, ci fa strada dalla zona  conventuale al refettorio per visitare un’altra mostra, quella che ci racconta dell’esperienza di Emma Dante “Bestiario Teatrale”, 20 anni di storia sul palco curata da Maria Savarese anch’essa inserita nell’ambito del Campania Teatro Festival. Attraversando una tenda sipario posta sulla porta d’entrata, le splendide luci, modellate da Cesare Accetta, ci guidano, illuminandola, attraverso questo ambiente volutamente tenuto buio come se si guardasse il palco dal retro di una quinta, sulla scena dove sono in mostra gli oggetti, i ricordi, le fotografie, insieme a maschere, bambole e santini  e scialli, scope, manichini, scudi e spade che ricordano i pupi siciliani  conservati, e pezzi di scenografia, custoditi e amati dalla regista siciliana e dalla sua compagnia Sud Costa Occidentale.  Drammaturga, regista, scrittrice, Emma Dante è una delle protagoniste della scena italiana contemporanea. Acclamata a cinema (le sue “Sorelle Macaluso” è stata tra le pellicole più apprezzate dell’ultimo Festival di Venezia) e in palcoscenico, ha legato la sua attività a un’idea di teatro aperto ai contagi e alla contaminazione dei linguaggi nel segno della libertà intellettuale. E’ rilevante che questa sia la prima volta che si apra uno scorcio sull’universo teatrale della regista e drammaturga italiana a circa vent’anni dalla costituzione della Compagnia Sud Costa Occidentale. Questa prima volta, questa prima mostra  è sicuramente anche il segno di una città, come Napoli  e le sue professionalità operanti nel mondo della cultura,  che riesce ad individuare immediatamente e dare la giusta collocazione e valorizzazione a momenti cosi importanti per le arti.  Come ci ha abituato Maria Savarese, la  storica dell’arte che in passato ha già curato importanti mostre legate al teatro e al cinema come quella dei 30 anni di attività di Teatri Uniti o la mostra sull’opera del regista  Ettore Scola e poi quella di  Gianni Fiorito con le foto di scena dei set di Paolo Sorrentino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Cultura

Scala: la Filarmonica suona il cinema in piazza Duomo

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Schindler’s List, E.T, Il Gattopardo e anche Indiana Jones: per l’ormai tradizionale concerto alla città in piazza Duomo il prossimo 9 giugno la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly esplorerà il legame fra la musica sinfonica e il cinema. Solista d’eccezione, nella dodicesima edizione di questo concerto gratuito che sarà trasmesso su Rai 5, Rai Play e Radio3 e all’estero Artè e Wdr, sarà il violinista Emmanuel Tjeknavorian che a 29 anni da poco compiuti ha scelto di concentrarsi in particolare sulla carriera da direttore d’orchestra, ruolo in cui ha da poco preso la guida dell’orchestra Sinfonica di Milano. Quindi il concerto in piazza segna anche una “collaborazione fra enti” milanesi, ha spiegato Chailly, che spera si possa nel tempo allargare.

“Sarà un concerto irrinunciabile e un’occasione per vivere emozioni straordinarie” ha promesso l’assessore milanese Tommaso Sacchi. E sarà anche “divertente” ha aggiunto Chailly, con un programma che include brani come Lollapalooza di John Adams, la suite per violino e orchestra Le bouf sur le Toit di Darius Milhaud il cui sottotitolo è ‘cinema fantasia su arie sudamericane’, e ancora la suite e una selezione di ballabili da Il Gattopardo di Nino Rota (inclusa la sua orchestrazione del valzer di Verdi), Le avventure sulla terra da E.T e Scherzo per motocicletta e orchestra da Indiana Jones composti da John Williams. Al centro del concerto “un momento di spiritualità” tanto più significativo in questo momento di “tragici giorni di guerre parallele” ha aggiunto, ovvero il tema di Schindler’s List.

Il concerto “è la sintesi” dell’impegno della Filarmonica per aprirsi alla città e a un pubblico sempre più vasto, ha ricordato il presidente Maurizio Beretta. Ed è anche una occasione di collaborazione fra realtà diverse. L’appuntamento gratuito è infatti possibile grazie al contributo di Regione Lombardia, al patrocinio del Comune e al sostegno del main partner UniCredit, dallo sponsor Allianz (insieme alla fondazione Allianz Umana Mente) e Esselunga. E sempre con il cinema come filo conduttore, ha spiegato il coordinatore artistico Damiano Cottalasso, la Filarmonica sta pensando a un nuovo concerto con le musiche di John Williams (dopo quello diretto nel 2022 dallo stesso compositore, cinque volte vincitore dell’Oscar su 48 nomination, l’ultima quest’anno per il quinto capitolo della saga di Indiana Jones).

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Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

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Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

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L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

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