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Corona Virus

Coronavirus, il contagio in Italia: 25.735 positivi, 386 morti

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Dalla mappa dell’Italia della pandemia, dominata dal rosso, scompare l’unica macchia bianca: da lunedi’ 22 marzo la Sardegna diventa arancione, secondo la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, basta sulle indicazioni della cabina di regia. Resta rossa la Campania e il Molise e’ l’unica regione lasciare il rosso per l’arancione. Intanto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato di stare “ragionando sull’ipotesi di stringere ulteriormente le misure rispetto a quelle previste dal governo nella zona rossa”. In questa Italia a tinte scure e’ in deciso aumento l’incidenza delle infezioni da virus SarsCoV2, mentre l’indice di contagio Rt rimane stabile all’1,6, secondo i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss) relativi al periodo compreso fra il 12 e il 18 marzo. I dati giornalieri del ministero della Salute registrano oltre 25.700 nuovi casi; in leggero calo i decessi, che restano comunque su valori elevati. E’ una situazione ancora molto seria, quella dell’epidemia di Covid-19 in Italia, che avverte il peso della circolazione delle varianti del virus e che spinge l’Iss ad affermare la necessita’ di mantenere “rigorose misure di mitigazione nazionali”, di ridurre “interazioni fisiche” e “mobilita’” e di evitare in genere tutti i contatti non necessari fuori dalla propria abitazione. I dati giornalieri del ministero della Salute indicano che nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono aumentati da 24.935 a 25.735, con un incremento del 3%; sono stati individuati grazie a 364.822 tamponi, tra molecolari e antigenici rapidi, con un tasso di positivita’ del 7%, stabile rispetto al giorno precedente. Calcolando invece il rapporto fra casi positivi e i soli tamponi molecolari emerge che il tasso di positivita’ e’ del 12%, con un aumento del 10% in 24 ore. I decessi sono stati 386, il 9% in meno rispetto ai 423 del giorno precedente. I ricoveri nelle terapie intensive sono stati 31 in piu’ nel saldo fra entrate e uscite e 244 i nuovi ingressi, per un totale di 3.364 ricoverati. Nei reparti Covid si registrano 164 ricoverati in piu’, per un totale di 26.858. Fra le regioni e’ ancora una volta la Lombardia a registrare il maggiore incremento di casi in 24 ore, con 5.518, seguita da Emilia Romagna (3.188), Piemonte (2.997), Lazio (2.188), Campania (1.997), Veneto (1.917), Puglia (1.785) e Toscana (1.365). I dati giornalieri sono il risultato di una situazione complessa, che il monitoraggio settimanale indica ancora in crescita, ad eccezione dell’indice di contagio Rt, rimasto stabile a 1,16. A livello locale, sono le 16 regioni e province autonome nelle quali l’indice Rt supera 1; in Campania raggiunge 1,5, mentre in Piemonte e Friuli Venezia Giulia e’ 1,25. Sempre fra le regioni, il monitoraggio indica che si continua ad osservare un livello generale di rischio alto: sono ancora dieci, come nella settimana precedente, le regioni classificate nella categoria di rischio alto e 11 in quella di rischio moderato. Di queste, sette hanno un’alta probabilita’ di passare alla fascia di rischio alto nelle prossime settimane. I dati del monitoraggio settimanale dell’Iss indicano inoltre che dal 12 al 18 marzo l’incidenza e’ aumentata da 225,64 a 264 casi per 100.000 abitanti, superando cosi’ il valore soglia di 250 casi per 100.000 abitanti; in forte aumento anche il tasso di occupazione nelle unita’ di terapia intensiva, che a livello nazionale e’ passato dal 31% al 36%. Fra le Regioni e Province autonome sono aumentate da 11 a 13 quelle in cui i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti Covidhanno oltrepassato la soglia critica del 30%.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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