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Migranti: da Tunisia stretta sulle partenze

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 L’annuncio e’ di questa mattina e arriva dopo il pressing della Farnesina degli ultimi giorni: la Tunisia mettera’ a disposizione nuovi mezzi per contrastare le partenze irregolari dei migranti. Unita’ navali, dispositivi di rilevamento e squadre di ricerca nei punti di attraversamento marittimo . Una decisione che sembra stia gia’ dando dei risultati, come annuncia il ministro Di Maio: “sono gia’ diversi i barchini, partiti per l’Italia, fermati a ridosso delle coste tunisine”, scrive il ministro degli Esteri su Facebook, aggiungendo che “e’ una prima risposta ad un fenomeno complesso, a una sfida che deve coinvolgere l’Europa intera. E per questo abbiamo chiesto un aiuto concreto all’Ue, perche’ le coste italiane sono anche europee”. E dal Viminale si apprende che sono partiti oggi da Roma verso la Germania 58 richiedenti asilo sbarcati in Italia il 16 e 30 ottobre 2019 dalla nave Ocean Viking. Sempre all’attacco il leader della Lega, Matteo Salvini, che accusa il Governo di complicita’ con scafisti e trafficanti. “Ha promesso all’Europa di trasformare l’Italia in un campo profughi, altrimenti non c’e’ spiegazione” dice, ricordando che solo un anno fa “con ministro Salvini, quello brutto, razzista, fascista, nazista, cattivo, sequestratore e criminale che va a processo, gli sbarchi erano stati mille.Quest’anno, col Governo buono, solidale, generoso, accogliente, arcobaleno, siamo passati da mille a piu’ di settemila in un mese”. E molto critico con l’esecutivo e’ anche un altro esponente di spicco del Carroccio, il governatore del Veneto Luca Zaia che lancia l’allarme sui focolai di Coronavirus registrati in due centri per migranti, a Treviso e Jesolo. “Questi assembramenti – ha proseguito – si trasformano in focolai. Sono circoscritti, li stiamo controllando, a Treviso facciamo i tamponi ogni settimana e anche li’ ne usciremo, pero’ e’ pur vero che se questa strutture non le avessimo avute non avremmo il problema”. E in serata la notizia che all’ex Caserma Serena di Casier, nel Trevigiano, i positivi sono 244, tra cui 11 operatori della struttura. La situazione desta qualche preoccupazione anche in Sicilia con 7 positivi nel Cara di Caltanissetta – per precauzione sono stari fatti i tamponi a tutto il personale – e 5 nuovi casi a Messina. ” Saranno trasferiti e andra’ immediatamente chiusa anche quella struttura, appena libera dai soggetti in quarantena”, annuncia in una nota l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. “Il modello imposto sta implodendo. – aggiunge critico – E nessuno pensi ancora alla tendopoli. Non si puo’ fare”. Altri 20 migranti positivi anche in una struttura di accoglienza di Ferrandina, nel Materano. Ancora in emergenza l’hotspot di Lampedusa con 680 ospiti, sei volte la capienza massima. Mentre 100 profughi sono stati trasferiti nella Casa fraternita’. Quando la nave quarantena Gnv Azzurra, che al momento si trova al porto di Augusta per fare rifornimento di carburante e viveri, tornera’ a Lampedusa, si proseguira’ con il trasferimento a bordo dei profughi ospiti del cpa di contrada Imbriacola.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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