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Il contagio in Italia è stabile, zero nuove vittime in 11 regioni: Lombardia sempre col maggiore numero di contagi

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Resta stabile il livello dei nuovi contagi e delle vittime da coronavirus in Italia, con un numero di tamponi in leggera flessione rispetto al giorno precedente. I positivi trovati sono 262 (251 venerdi’), quasi il 63% in Lombardia (165). I morti in tutto il Paese salgono di 49 (dopo i 47 di venerdi’), di cui 23 nella regione di gran lunga piu’ colpita dalla pandemia, ma ben 11 regioni non fanno registrare altri deceduti. Sette invece le regioni ad aumento zero di casi: Marche, Campania, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise e Basilicata. Calano ancora i pazienti in terapia intensiva, di 9 unita’, delle quali 6 in Lombardia. Nel Lazio sotto osservazione ci sono 14 nuovi contagiati – quattro dei quali dal focolaio di Roma del San Raffaele – e un morto. I guariti e dimessi a livello nazionale salgono invece di oltre 500 e sono ora oltre 182 mila. I casi testati con tamponi superano i 3 milioni. Dei 262 nuovi casi, oltre al 62,9 in Lombardia – una percentuale che resta piuttosto alta -, se ne registrano 27 in Piemonte, 28 in Emilia Romagna, 3 in Veneto, 2 in Toscana, 10 in Liguria. Sono 238.275 i contagiati totali (attualmente positivi, vittime e guariti). I tamponi giornalieri sono stati 54.722 – un livello medio nelle ultime settimane – e il totale in Italia viaggia verso i 5 milioni di test molecolari. Il numero totale delle vittime in Italia sale a 34.610. Il dato dei decessi come previsto e’ quello che piu’ difficilmente cala, ma sono 11 le regioni che non fanno registrare altri deceduti nelle ultime 24 ore. Si tratta di Marche, Toscana, Campania, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Molise, Basilicata, Trentino Alto Adige. I malati sono 21.212, 331 meno di ieri, quando il calo degli attualmente positivi era stato di 1.558. Sono saliti invece a 182.453 i guariti, con un incremento rispetto al giorno precedente di 546. Scendono ancora i ricoveri in terapia intensiva: ora sono 152 i pazienti nei reparti di rianimazione, 9 meno di ieri. In Lombardia sono 54. I malati ricoverati con sintomi sono invece 2.474, con un calo di 158, mentre quelli in isolamento domiciliare 18.586, con un calo di 164. Oltre al caso Lombardia – con un lieve aumento di casi nel Milanese con 69 positivi – si guarda alla situazione del Lazio, in cui un cluster in una struttura sanitaria ha portato il fattore RT sopra la quota di sicurezza 1. Nella regione si registrano 14 casi positivi e di questi 4 sono riferiti ad una coda del focolaio del San Raffaele Pisana, dove sono stati effettuati ulteriori 430 tamponi su tutto il personale e i pazienti. I quattro nuovi casi riguardano operatori della struttura gia’ in sorveglianza domiciliare. Il focolaio raggiunge cosi’ un totale di 118 casi positivi e 6 decessi correlati. Inoltre si registrano nel Lazio 4 casi di importazione, gia’ tutti isolati, da Egitto, Brasile, Piemonte e Bergamo. “Oggi vediamo le cose molto piu’ in positivo, e c’e’ un segnale che il virus si sta spegnendo”, ha detto il primario di microbiologia a Treviso, Roberto Rigoli, coordinatore dei laboratori veneti, illustrando i risultati preliminari dell’analisi su 60 mila tamponi eseguiti in Veneto dall’inizio di giugno, condotta da quattro laboratori sui 14 della regione. “I fatti dicono che il virus e’ meno virulento, ed e’ lampante -aggiunge Rigoli- non abbiamo piu’ pazienti ricoverati, e sicuramente circola meno, probabilmente anche per quello che abbiamo fatto con le misure di prevenzione”.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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