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Gasperini, il coronavirus, il razzismo e le ire del Valencia

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Il racconto fatto da Gian Piero Gasperini, allenatore celebrato per la sua bravura ma anche  per la troppa indulgenza nei confronti degli ultras razzistelli che allignano dalle parti delle squadre che allena, fa ancora una volta discutere. Stavolta – lo racconta alla Gazzetta dello Sport- rivela che il 10 marzo scorso, mentre la pandemia devastava l’Italia, soprattutto il Nord del Paese, quando è andato a Valencia per la partita di Champions aveva tutti sintomi del coronavirus. Ha detto che il 9 marzo si sentiva male, il giorno della partita molto peggio, tanto da non mostrare una bella cera: pallido, tirato in volto, visibilmente sofferente… Quando è rientrato a Zingonia ha dormito poco perché stava male, si sentiva a pezzi, ha detto, anche se non aveva febbre. “Ogni due minuti, ha spiegato alla rosea, passava un’ ambulanza. Lì vicino c’ è un ospedale. Sembrava di essere in guerra. Di notte pensavo: se vado lì dentro, cosa mi succede? Non posso andarmene ora, ho tante cosa da fare… Lo dicevo scherzando, per esorcizzare. Ma lo pensavo davvero”.

A Bergamo intanto già si contavano a decine i morti: una vicenda che ha giustamente suscitato le ire della dirigenza del Valencia che aveva già dato le colpe del contagio di alcuni calciatori e componenti dello staff alla partita di andata giocata il 19 febbraio a Milano, al Meazza. In tutto 10 calciatori e 15 i dipendenti contagiati dopo le partite con i bergamaschi: ma perché, si chiedono i valenciani, Gasperini, ha aspettato 3 mesi per raccontarlo? E dire che sapeva quello che accadeva perché una delle sue uscite di quei giorni era sulla preoccupazione per il virus soprattutto in città come Roma o Napoli… Ecco che cosa disse: “Sento soltanto le sirene delle ambulanze. State a casa, state in famiglia, non uscite. E da queste parti, in Lombardia, siamo sufficientemente organizzati, pur se in difficoltà. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma, a Napoli”. Purtroppo invece è accaduto tutto fra Bergamo, Piacenza e il resto della Lombardia . Offese gratuite ancora una volta…

Peccato: se Gasperini invece di star zitto ed andare in panchina con i sintomi del Covid19 avesse avuto il coraggio di autodenunciarsi, forse si sarebbero evitati tanti contagi in più, e forse ci sarebbero stati dei morti in meno. E avrebbe potuto anche chiedere scusa per la cavolata fatta e per quelle dette: la verità è che Gasperini ha tanta, troppa buona stampa fra i giornali del Nord, ma la cifra di un allenatore non si capisce solo dai risultati in campo ma soprattutto dall’essere uomo per davvero. Ed era contrario anche a fermare il calcio…”Bisognava andare avanti, anche con le porte chiuse”. Altri segnali di coronavirus li ha raccontati lui stesso spiegando che quando in ritiro avevano portato colombe e champagne a lui pareva di mangiare pane e bere acqua: aveva perso gusto olfatto ma non ha mai fatto il tampone… così quando il test sierologico ha rivelato che aveva gli anticorpi, non si è stupito più di tanto. Ma gli anticorpi per sopportare uno come Gaseprini questo calcio post covid ce li ha davvero?

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Ranieri lascia il Cagliari, ‘giusto andare via adesso’

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La decisione era nell’aria. Se l’aspettavano i tifosi, dopo la salvezza conquistata battendo il Sassuolo con una giornata d’anticipo. Claudio Ranieri, compiuta l’ennesima impresa della sua straordinaria carriera – cominciata proprio a Cagliari nel 1988 con la doppia promozione dalla C alla A – lascia la panchina rossoblù a fine stagione. In un video messaggio ai tifosi, il 72enne tecnico romano, però, non fa cenno del suo futuro. Continuerà ad allenare o smetterà? Di sicuro le offerte non mancano. Anche se lo stesso Ranieri ha detto più volte che il Cagliari sarebbe stato il suo ultimo club e che magari avrebbe continuato ad allenare una nazionale.

“Cagliari è e sarà sempre la tua casa. Per sempre grati, Mister”, scrive la società del presidente Giulini sul sito, in un lungo post in cui si ripercorre la carriera di Ranieri, con le sue tante imprese. La prima, nella stagione 1988/89: promozione in Serie B. L’ultima, appena domenica scorsa. Vittoria al Mapei Stadium 2-0 contro il Sassuolo e sardi matematicamente salvi. Senza aspettare l’ultima giornata, contro la Fiorentina. Che a questo punto diventerà il Ranieri day. Con tutto lo stadio che acclamerà l’uomo dei miracoli. Oltre Manica, a Leicester ne sanno qualcosa.

“Il mio viaggio è iniziato nell’88. Tre anni stupendi, poi sono andato via e sono diventato grande. Dopo la promozione in A, che magari non ci aspettavamo così immediata quando arrivai a gennaio, e questa salvezza mi sembra giusto lasciare – afferma Ranieri -. È una decisione sofferta, dura, presa a malincuore ma è giusto lasciare adesso. Preferisco andare così e non magari stare un altro anno e le cose non vanno bene. Già avevo paura nel tornare, temevo di macchiare i tre anni che ho vissuto qua e che mi hanno riempito il cuore. Nei momenti di difficoltà mi attaccavo a Cagliari e a quest’Isola felice. E non volevo venire, poi quando lessi le parole di Gigi Riva (“Claudio è uno di noi”) sono tornato. Mi son detto lasciamo stare gli egoismi e andiamo a rischiare. Adesso è giunto il momento di lasciarci. Mi auguro di essere ricordato come una persona positiva, che ha chiesto aiuto ai cagliaritani e ai sardi, senza di loro non ce l’avremmo fatta, il pubblico è stato l’uomo in più, non ci ha mai abbandonato. Ho vissuto un anno e mezzo meraviglioso. Giovedì ci sarà l’ultima partita e vi abbraccerò calorosamente”.

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Il Napoli in ritiro a Castel di Sangro, attesi in 140mila

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“Il Napoli porta sempre grande movimento e interesse. La delusione sul campo non inciderà sull’indotto turistico ed economico. In Alto Sangro ci aspettiamo le stesse presenze dello scorso anno”. A dirlo è Giovanni Dell’Armi, albergatore che gestisce alcune strutture ricettive a Castel di Sangro (L’Aquila), città in fermento per il ritorno del Napoli Calcio, che sarà in ritiro dal 28 luglio al 2 agosto, quest’anno senza trofei, ma con lo stesso entusiasmo.

In città sono attese 140mila persone, in linea con il dato registrato nell’estate 2023. L’effetto Napoli si vedrà non solo sulle presenze negli alberghi, ma anche sull’occupazione. Gli operatori, infatti, in vista dell’estate, stanno reclutando forza lavoro. “Lo scorso anno abbiamo avuto un dieci per cento in più di assunzioni negli alberghi. Anche quest’anno ci attestiamo su questa soglia” continua Dell’Armi. Si dice fiducioso anche Dario Colecchi di Federturismo, secondo il quale “il Napoli è diventato un culto per l’Alto Sangro e le prenotazioni sono già buone”.

Lo scorso anno con il Napolicampione si erano registrate oltre 100mila presenze e 7500 accessi allo stadio ‘Patini’ solo per gli allenamenti. Diecimila tifosi al giorno si erano riversati nel capoluogo sangrino per strappare un selfie con i partenopei. Il ritiro estivo aveva portato un incremento del 30 per cento sul mercato immobiliare e assunzioni negli alberghi in risalita del 10 per cento rispetto all’anno precedente.

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Roland Garros, Sinner vola a Parigi per conquistare il numero 1 della classifica mondiale

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La sensazione è che Jannik Sinner a Parigi giocherà. Troppo ghiotta per l’italiano l’occasione di poter conquistare il numero 1 della classifica mondiale. E così – dopo la rinuncia forzata agli Internazionali e il riposo a Montecarlo per l’infortunio all’anca e la conseguente terapia riabilitativa – l’italiano ha deciso di raggiungere la capitale francese con l’obiettivo di prender parte al secondo Grande Slam della stagione. L’ultima risonanza alla quale si è sottoposto non rileva problemi ma per la certezza sulla sua partecipazione ci sarà da attendere. Sinner si allenerà sui campi in terra rossa sotto la Tour Eiffel e soltanto dopo scioglierà le ultime riserve. Il Roland Garros inizia ufficialmente il 26 maggio, mentre in questi giorni sono in corso le qualificazioni. Il tabellone con i nomi degli iscritti è in via di definizione ma, come consuetudine, sarà pubblicato soltanto a ridosso dell’appuntamenti. La sensazione – come detto – è che in cima alla lista dei partecipanti ci sarà quasi certamente il nome di Sinner. L’altoatesino si è allenato a Montecarlo con la racchetta, provando movimenti sotto sforzo.

Ma i segnali positivi sono numerosi, anche quelli fatti trapelate dal suo team via social. Nella località monegasca l’aveva raggiunto dall’Australia anche coach Darren Cahill: difficile che l’ex campione decida di venire in Europa se non per un impegno importante quale può essere uno Slam. I problemi all’anca sembrerebbero superati e gli allenamenti sulla terra sembrano propedeutici proprio per i match parigini. Per raggiungere la vetta della classifica Atp, tra l’altro, Sinner non è chiamato necessariamente a vincere il torneo transalpino. Molto, infatti, dipenderà da Novak Djokovic che dovrà difendere i punti ottenuti lo scorso anno grazie alla vittoria del torneo. Il serbo ha 9.860 punti, ai quali può potenzialmente aggiungerne altri 250 vincendo il torneo di Ginevra. L’italiano ha 8770 punti e, se Djoko non arriverà in finale, diventerà primo. Se Nole invece dovesse arrivare in finale ma perdendola, Sinner dovrebbe almeno raggiungere la semifinale.

Se invece il campione della Val Pusteria dovesse arrivare in finale, al serbo sarebbe necessario vincere sia a Ginevra sia a Parigi. Alle loro spalle c’è Carlos Alcaraz che non può in nessun modo superare Sinner. Ma l’attenzione del pubblico parigino e di tutti gli appassionati di tennis è anche per Rafa Nadal. Il re indiscusso del torneo – lo ha conquistato 14 volte – è stato accolto ieri da un’ovazione al suo ingresso al campo di allenamento. La classifica deficitaria, dovuta allo stop forzato di un anno, relega lo spagnolo tra coloro che potrebbero affrontare un big già al primo turno. Il sorteggio addirittura potrebbe opporlo proprio a Sinner. In campo femminile la corsa è su Iga Swiatek: la polacca è la donna da battere. Ci proverà ancora una volta la bielorussa Iryna Sabalenka in un duello che sta segnando un’era tennistica. L’Italia punta su Jasmine Paolini nel singolo. Nel doppio la vittoria della stessa Paolini in coppia con l’eterna Sara Errani agli Internazionali di Roma, lascia ben sperare anche per il Roland Garros e, magari, anche per le Olimpiadi che si disputeranno sempre sulla terra rossa parigina.

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